VIAGGIATORI – una serie di racconti – GIUSEPPE E MARIA – parte 2

 

 

Santa Maria Novelladuomo_firenze1133225-signoriaPonte VecchioMarco BerniSan Lorenzo

Vogliono avere tutto il tempo che sarà necessario per conoscere, capire, possibilmente decidere. Partono così di notte fonda in cuccetta da Napoli Centrale: il treno arriverà intorno alle sei a Firenze, una città che già conoscono e vi si fermeranno tutta la mattina per recarsi in Provveditorato e verificare che tutto sia in regola. L’Ufficio è  vicino alla Stazione di Santa Maria Novella ma apre solo alle 9.00 di mattina; c’è un caffè a due passi, vi entrano e fanno colazione seduti. Sono in tutta evidenza “turisti”, hanno con loro due valigie e l’aria tipica di chi è estraneo alla città, hanno anche una mappa e la stanno consultando sul tavolino accanto a dolcetti morbidi  e cappuccini caldi; ed è così che vengono avvicinati da un signore che propone loro una sistemazione in un albergo a pochi passi in via della Scala: “No, grazie” – dice Giuseppe – “dobbiamo andare a Prato” e, mentendo senza motivo: “Aspettiamo degli amici che vengano a prenderci. Grazie”. Sono pieni di energia, è ancora presto per il Provveditorato ed allora decidono di lasciare i loro bagagli al Deposito in stazione e farsi un giro per Firenze. E’ bella, Firenze, in un mattino di luglio inoltrato; anche se porta le ferite della notte e qua e là c’è qualche gruppetto assonnato che si muove con lentezza ritornando negli alberghi dopo notti di bagordi e di trasgressioni. Alcuni giovani, forse anche un po’ bevuti, sono bivaccati nella Piazza della Basilica austera e solenne di Santa Maria Novella. Attraverso viuzze poco transitabili si intravede la sagoma trionfale e poderosa del Duomo di Santa Maria del Fiore, pochi passi e ci si è proprio sotto, sotto la Cupola del Brunelleschi ed il Campanile di Giotto che le fa da scudiero, accompagnato dallo stupendo Battistero con le Porte di Andrea Pisano e  Lorenzo Ghiberti. A quell’ora, le otto del mattino, non vi si può accedere ma non ve n’è  nemmeno il tempo;  l’aria fresca mitigata già dai primi raggi di un sole caldo spinge Giuseppe e Maria a proseguire la loro passeggiata mattutina verso Piazza della Signoria, di là vanno verso Ponte Vecchio ed arrivano nella Piazza di Palazzo Pitti, cominciando ad osservare le prime aperture dei negozi d’arte ed il viavai di gente di ogni nazionalità, evidenziata dai diversi linguaggi e dalle diverse fisionomie. Quando si accorgono che sono poco meno che le 9.00, essendo però ritornati verso la Basilica di San Lorenzo con una parte delle bancarelle che hanno appena aperto le loro attività, si affrettano a ritornare verso la Stazione ed imboccano via Alamanni.

“Lei è fortunata, professoressa” dice la funzionaria del Provveditorato “le è stata assegnata una cattedra in una delle scuole più prestigiose di Italia: il “Cicognini”, si presenti pure anche stamattina: il Rettore la accoglierà, è persona molto attenta ed affabile. Non è ancora partito per le ferie, anche perché ci sono ancora dei collegiali. Partiranno tutti fra pochi giorni, in agosto”.  E visto che ci sono chiedono anche quante possibilità vi siano per l’assegnazione provvisoria di Giuseppe. Non vengono rassicurati, suggeriscono però di fare la domanda, che scadrà nella prima settimana di settembre. Ripartono, con delle certezze ma anche con dei dubbi che creano ansia,  per Prato.

Da qui in avanti li seguiremo attraverso un percorso cinematografico, una sorta di sceneggiatura, mentre si avvicinano a Prato incontro ai loro destini e ne seguiremo gli incontri.

Giuseppe e Maria – 2 – continua

MCM20027

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