PERCHE’ GIRAI UN DOCUMENTARIO SUL FILM “GIOVANNA” DI GILLO PONTECORVO – quinta parte

PERCHE’ GIRAI UN DOCUMENTARIO SUL FILM “GIOVANNA” DI GILLO PONTECORVO – quinta parte

– continua intervista a Gillo Pontecorvo (gennaio 1991 – Hotel “Flora” di Prato

Abbiamo anche avuto fortuna perché abbiamo trovato le persone giuste, con i volti che cercavamo, molto belli, a partire da quello della donna che interpreta Armida, l’operaia di media età, una persona con un volto straordinario, e poi soprattutto abbiamo trovato un bambino eccezionale che si chiamava Ronaldino, talmente eccezionale che l’ho ricercato due anni dopo per una parte nel film La lunga strada azzurra. E mi ricordo che Yves Montand, il protagonista, era veramente entusiasta, e diceva che quel bambino era un attore nato, che non aveva mai visto nessuno recitare in maniera così naturale, così diretta.
Naturalmente in un film come Giovanna la ricerca dei volti è una delle cose più importanti, direi che è decisiva. La cosa principale era di trovare delle facce vere, delle facce di persone che pur non essendo attori, con la sola presenza somatica, fisica, dessero dei suggerimenti, delle suggestioni, comunicassero. Per cercare questi protagonisti abbiamo girato le Feste dell’Unità, ci siamo fatti aiutare dalla Camera del Lavoro, siamo andati nelle fabbriche, e questa ricerca è stata una delle esperienze più interessanti. Direi che la cosa che dà più soddisfazione è quando, cercando, trovi il volto giusto e allora sei felice come se avessi girato già la scena, come se in una scena un attore ti avesse dato un grande contributo. Una delle soddisfazioni più grandi in questa ricerca di personaggi fu quando abbiamo trovato la persona che poi ha interpretato Giovanna. Armida era esattamente quella che pensavamo scrivendo la sceneggiatura. Era un personaggio, e abbiamo veramente avuto fortuna. All’inizio nel recitare era un poco in difficoltà, ma poi pian piano imparò a gestirsi, a muoversi e alla fine il risultato fu molto buono.
Non è affatto passato il tempo di interessarci della realtà che ci sta intorno, anzi direi che la decadenza del nostro cinema è dovuta proprio ad una certa cecità verso la realtà che ci circonda, e che era un tempo il pane quotidiano, all’epoca del realismo, le cui glorie non sono state più raggiunte dal cinema italiano.

Giovanna 1

inizia l’intervista ad
Armida Gianassi, interprete del personaggio di Giovanna

Mi ricordo un pomeriggio in cui eravamo, come succedeva spesso, a ballare al circolo Rossi. Ad un tavolino c’erano dei signori nuovi. Li notammo perché siamo un po’ abituati a vedere sempre le stesse facce nei locali dove abitualmente andiamo. Quei signori guardavano, guardavano, osservando le coppie che ballavano. Dopo un po’ si alzarono e mi vennero a domandare cose un po’ strane – chi ero, cosa facevo – poi mi chiesero se mi andava di fare un provino per un film. Lì per lì mi venne da ridere – mah…, mi dissi, un film, io…- Li guardai un po’ e poi ricominciai a ballare. Loro sedettero di nuovo e continuarono a osservare, e di nuovo dopo poco si avvicinarono. Mi dissero: “guardi che noi facciamo sul serio, non è che scherziamo”. Intanto li avevo visti seduti con il sindaco Giovannini, con Bruno Fattori, con persone che conoscevo da tanto tempo e quindi cominciai a pensare che forse forse non scherzavano. E così, sia il sindaco che Fattori mi dissero: “ma guarda che fanno sul serio, vuoi fare un provino?” Io accettai. Ho fatto il provino e dopo qualche giorno mi dissero che tutto andava bene, che se volevo…e così abbiamo fatto il film.

fine quinta parte – continua intervista ad Armida Gianassi, la protagonista del film “Giovanna”

hqdefault