reloaded da “POLITICSBLOG” 1 maggio 2014 – “I TEMPI ERANO OSCURI PERCHÉ LORO HANNO TACIUTO”

I TEMPI ERANO OSCURI PERCHÉ LORO HANNO TACIUTO
Posted on 1 maggio 2014
Giuseppe Maddaluno“I tempi erano oscuri perché loro hanno taciuto” (G.E.)

Tutto fu molto rapido. Avevamo subìto scacchi difficilmente sopportabili per chi non fosse da tempo avvezzo alla pratica politica (la vittoriasconfitta di febbraio 2013, la carica dei 101, il nuovo Governo con la Destra): eravamo sbeffeggiati ed umiliati da gente che non sempre avevamo stimato ma che incontravamo abitualmente nei nostri luoghi. Eravamo partiti da meno di un anno con documenti chiari e progetti innovativi all’interno dei quali la critica non era connotata nè da ipocrisia nè da piaggeria; il nostro Circolo si presentava non per le cose da fare ma per quelle che aveva già praticate e intendeva continuare a farle.

In tali contesti la lettura della “Memoria politica” che Fabrizio Barca aveva stilato nell’aprile 2013 a conclusione della sua breve esperienza di Governo e ad inizio della sua (ri)militanza politica ha costituito per noi un invito a riprendere il cammino ed un rinnovo delle “passioni” temporaneamente sopite.

Fu, da quel momento, tutto molto rapido. Contattammo il Circolo PD di via dei Giubbonari a Roma dove Fabrizio si era iscritto ed, attraverso la Giulia, riuscimmo ad avere con immediatezza il contatto di Silvia. Dal 30 aprile al 1° Maggio fissammo la data del 5, appena quattro giorni dopo, per quella che sarebbe stata la prima delle tappe “extra moenia romanae” del “Viaggio in Italia”, che abbiamo poi seguito con attenzione e speranze, passioni ideali e pratiche reali.

Abbiamo da sempre sostenuto che il Rinnovamento dovesse avere un profondo radicamento nella Cultura e nella Conoscenza, costruito mattone su mattone attraverso un lavoro costante e quotidiano basato su una profonda coerenza fra idea e prassi; in poche parole proprio quello che Fabrizio Barca chiama “sperimentalismo democratico”. E la stessa idea che l’azione politica debba muoversi dalle periferie, dai Circoli, dall’Associazionismo diffuso (come lo è dalle nostre parti) per andare verso i “centri” e non viceversa, ci convinceva e ci stimolava ad andare avanti, a fare di più, molto di più.

E, dunque, con lo strumento de “La Palestra delle Idee”, che richiamava in sé il “Partito palestra” di confronto di idee apertissimo ai contatti, ai rapporti che arricchiscono le “sintesi” provvisorie e finali, abbiamo lavorato su alcuni temi che coinvolgono il nostro territorio di appartenenza, un’area ad Ovest del Centro storico di Prato fra le due arterie parallele (Via Filzi e via Pistoiese) della cosiddetta “Chinatown”, la Declassata Firenze Prato Pistoia e la Tangenziale Sud-Nord: il Quartiere di San Paolo.

Abbiamo iniziato ad affrontare tematiche come l’Educazione Multiculturale, lo Sviluppo e la Cura del Territorio, le condizioni socio-ambientali, le questioni della Famiglia, l’esigenza di operare su Sviluppo, Cultura e Conoscenza, le problematiche della Partecipazione e del Decentramento, avendo tuttavia una profonda difficoltà di confronto proprio nel Partito cui apparteniamo, le cui esigenze primarie (ricordando un antico “primum vivere”) si sono sempre più collegate alla necessità di mantenere saldo il rapporto con il Potere lasciando molto meno spazio ai ragionamenti culturali, accusati di eccessivo ideologismo. Hanno cercato di neutralizzarci sin dal primo momento attraverso una sorta di “normalizzazione” sotto forma di riconoscimento chiamandoci a partecipare, unici non referenti di aree o correnti specifiche o di capi-bastone locali, ad un sedicente “tavolo unitario”, alla fine del quale, dopo discussioni chiaramente inutili ed oziose, strumentali, alcuni – pochissimi (trequattro) – personaggi anche esterni al Tavolo (deus ex-machina ???) sono giunti alle scelte finali salomoniche (questo a me, questo a te, questo al figlio del re).

Da lì in poi una lunga progressiva inarrestabile deriva, contrassegnata da un lato da una “marcia trionfale” di un “carro” sempre più colmo di gente dalla disparata provenienza “storica”, non solo giovani già esperti di fallimenti e sconfitte ma anche vecchie volpi affamate e tanti assertori di un’era post-ideologica dove tutto sarebbe concesso in nome del populismo e della demagogia, dove non sia più distinguibile l’appartenenza ma prevalga del POTERE fine a se stesso.

Noi, non ci stiamo! e, sembri strano a chi non ha voglia di capire in nome di una “sua” pur legittima coerenza, ribadiamo i principi ai quali ci siamo ispirati che sono ideologici solo per la profonda appartenenza alla Sinistra, quella davvero moderata, quella progressista, quella davvero riformista.

Ecco; noi lavoriamo in questa direzione. Non ci interessano, lo abbiamo ribadito e dimostrato pienamente, non sedendoci al momento “giusto” ad ipocriti ed ambigui banchetti, i posti né le medagliette ricordo.

Anche il Progetto che abbiamo presentato a Fabrizio Barca per i suoi “Luoghi idea(li)” ha la caratteristica di un Laboratorio per il futuro, basato sull’utopia che, attraverso la Cultura e la Conoscenza, si possa costruire progressivamente un microcosmo migliore.

La rapidità è una delle caratteristiche della Politica moderna; ma, attenti alle facili ubriacature, si rischia di andare a sbattere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *