VENERDI’ 27 ORE 21.00 – CIRCOLO ARCI SAN PAOLO – VIA CILEA A PRATO – IL DOMINO LETTERARIO primo incontro con MANUELE MARIGOLLI, autore di “FRA L’ARNO E LA STRADA” parte terza OLTRE LA MORTE – L’AMORE E GLI AMORI, I GRANDI AMORI

Marigolli 2

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Tra l'Arno

VENERDI’ 27 ORE 21.00 – CIRCOLO ARCI SAN PAOLO – VIA CILEA A PRATO – IL DOMINO LETTERARIO primo incontro con MANUELE MARIGOLLI, autore di “FRA L’ARNO E LA STRADA” parte terza
OLTRE LA MORTE – L’AMORE E GLI AMORI, I GRANDI AMORI

Abbiamo scritto che nel romanzo “Fra l’Arno e la strada” Manuele Marigolli ha inteso fare i conti con tutta una serie di angosce esistenziali, a partire da quelle collegate ai misteri della “morte”. Il suo personaggio, alter ego “Libero”, riesce a superarle solo nelle pagine finali “Non ha più bisogno di inventarsi dei sotterfugi per ingannarla come faceva da bambino prima di addormentarsi, ora è la malattia che lo terrorizza”: ed è con quest’ultima che Libero ingaggia la sua ultima sfida. “La paura della morte che lo aveva terrorizzato adesso non gli appartiene più, anche se non l’ha superata di colpo ma lentamente, giorno per giorno.” Ed è la perdita della persona a lui più cara, un momento estremamente triste e doloroso, che gli permetterà di riconciliarsi, arrendevolmente, con il naturale flusso della Vita. In fondo “il terrore della morte si era sempre manifestato nei momenti più belli.” E le donne, le donne che lo accompagnano nella sua vita, sono figure straordinariamente positive, a partire dalla nonna Dina, della quale parleremo poi, fino alla sua compagna Teresa, alla giovane Irene ed alla figlia Eugenia. Irene appare sin dalle prime pagine come bellissima, sensuale e snella, elastica e morbida nell’incedere, sorridente: è la personificazione della giovinezza e della bellezza che un tempo hanno coinvolto Libero da giovane e che ora nei giorni della maturità inoltrata ritornano prepotentemente ed inaspettatamente a galla. Libero incontra Irene casualmente con la complicità dell’altra sua passione, la caccia ed i cani (ai quali Manuele dedica parte considerevole del suo romanzo) che lo hanno accompagnato nel corso della vita. E poi c’è stata Teresa, che alla fine non c’è più (“La malattia si manifestò cruenta, senza dare neppure il tempo di elaborarla, un male non curabile la aggredì e la spense in meno di un mese.”): l’amore di una vita, l’AMORE, scoperto nelle fumose “riunioni semi clandestine in cui sembrava che si stesse progettando la rivoluzione.” Era l’inverno del 1975. Teresa “aveva i capelli raccolti dentro un foulard rosso con fiorellini neri, legato dietro la nuca…Due ciocche di capelli neri e lucenti…occhi neri come la notte, sopracciglia lunghe, fronte alta, bocca ben disegnata e un sorriso che la illuminava…” E’ AMORE a prima vista, l’Amore di una vita. E poi c’è Eugenia, la loro figlia, con cui Libero ha un difficile rapporto collegato ad un episodio del quale egli porta dentro di sè il dolore di una profonda reciproca incomprensione (“Con lui non riesco a lasciarmi andare, c’è qualcosa che mi frena, che mi ha sempre impedito slanci emotivi.”); ma è lei che ha in mano il destino di Libero e dovrà impegnarsi a riportarlo di nuovo alla Vita.

…fine parte terza….continua

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