Il “black-bloc” con doppiopetto, cravatta e un sorriso da ebete che imita Mister Bean

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Il “black-bloc” con doppiopetto, cravatta e un sorriso da ebete che imita Mister Bean

VORREI CHE NON SI EQUIVOCASSE: LA MIA SOLIDARIETA’ ALLA GENTE DI MILANO E’ PIENA MA SAPPIANO CHE LE RESPONSABILITA’ DI QUEL CHE ACCADE SONO NELLE MANI DI CHI “GOVERNA” QUESTO DISORDINE MONDIALE

A demolire (pardòn, rottamare) valori, ideali, sentimenti democratici, tout court la DEMOCRAZIA non sono mica quei “teppistelli” che l’altro giorno hanno sconvolto la quiete milanese; e no! Le facce che stanno demolendo il nostro tessuto democratico sono molto ben diverse. Alcune si vedono ed intervengono ipocritamente a condannare i gravi eccessi e distinguersi con patenti di vera democrazia, acquisendo un consenso che non potrebbe essere negato in tali circostanze e godono per la loro bravura appannando la realtà con preoccupazioni che sono dipinte come di gran lunga peggiori delle angherie che intanto vanno a larghe mani distribuendo; altre si nascondono e non hanno bisogno di cappucci e passamontagna: sono lì comodi comodi dietro le loro scrivanie a dettare le regole che costringono sempre più persone ad una nuova schiavitù. Loro, i “black-bloc” agiscono liberamente (ma che brave, le forze dell’ordine! Ne hanno limitato il raggio d’azione ma non li hanno bloccati nella loro furia distruttiva) anche se, lo si dice lo si sa, l’intelligence (che parolona!) sa e conosce tutto, forse anche molte cose nostre private, ma lascia che la furia selvaggia abbia luogo. Mi fanno paura, sicuro! Mi fa paura l’ISIS; ma mi fa paura anche il perbenismo che sta ammantando la nostra società. Non mi voglio dilungare troppo: mi fanno paura (l’ho già scritto parlando di “ribrezzo”, di “schifo” e qui lo confermo) coloro che stentano a comprendere come vi siano accanto a noi dei “black-bloc” dall’aria sorniona, un po’ arroganti, un po’ furfantelli, bonari, sorridenti al limite dal sembrare scemi, che assistono – in qualche raro caso anche da protagonisti – allo smantellamento dello “stato sociale”, dei “Diritti”, degli Ideali e dei Valori che ci hanno accompagnato finora senza nemmeno accorgersene o semplicemente sottovalutandoli. La Storia si ripete non con le stesse modalità degli eventi ma nei meccanismi; pian piano alcuni si abitueranno a questo “stato delle cose” e vivranno come gli antropo-automi di “Metropolis” senza interessi senza un futuro senza umanità.