STORYTELLING (digital) e METANARRAZIONE – proseguendo il lavoro in TRAMEDIQUARTIERE – seconda parte

STORYTELLING (digital) e METANARRAZIONE – proseguendo il lavoro in TRAMEDIQUARTIERE – seconda parte

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L’americana detta poi compiti e tempi. A ciascuno la sua storia. Non ne parlerò per rispettare la consegna del “silenzio” anche se qualche indicazione emergerà dal “racconto”. Discutiamo, scambiandoci idee ed opinioni, poi scriviamo. Amo la sintesi: lo so che voi (che leggete) non lo direste, che non siete d’accordo. Molti dicono che sono un “grafomane”. Ma io, in effetti, scrivo molto ma poi taglio: scorcio e taglio.

E così andiamo avanti fino ad ora di pranzo: non tutti però sono pronti e quindi si ripartirà  più tardi per il confronto finale, dopo pranzo.

La scrittura deve essere sintetica (e dagli con questa “sintesi”!) e sincopata per poter poi più agevolmente trasformarsi in uno story board dove le parole e le immagini si mescolino. Mentre le parole sono lì già pronte sul foglio di carta la docente ci invita a reperire quante più immagini possibili da poter collegare.

Dopo il pranzo infatti ciascuno di noi lavora per costituire il proprio esclusivo “database” da cui attingere poi foto e riprese in video da utilizzare.

Dalla prima scrittura a questo punto si passa ad una rielaborazione ad uso di traccia sonora parlata da ciascuno di noi. Dovremo essere noi a leggerla domattina, mercoledì 13 maggio, registrandola su una traccia audio che poi entrerà a far parte del nostro personale bottino.

Si ritorna a casa, però, con un compito da svolgere: cercare una musica da utilizzare, adattandola alle immagini. E’ una delle operazioni che mi coinvolgono a pieno;  il suono musicale deve appartenere alle immagini con il ritmo che acquistano nel mio pensiero; i movimenti delle persone e degli oggetti devono corrispondere nel miglior modo possibile alle note all’interno della loro composizione; devono viaggiare all’unisono come corpi in un amplesso erotico. Ne sono stato sempre convinto: ascoltare musica genera orgasmi mentali.

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“La bellezza espressa da un artista non può risvegliarci un’emozione cinetica o una sensazione puramente fisica. Essa risveglia o dovrebbe risvegliare, produce o dovrebbe produrre, una stasi estetica, una pietà o un terrore ideali, una stasi protratta e finalmente dissolta da quello ch’io chiamo il ritmo della bellezza…..Il ritmo….è il primo rapporto estetico formale tra le varie parti di un tutto estetico oppure di un tutto estetico colle sue parti o con una sola oppure di una qualunque delle parti col tutto estetico al quale questa appartiene”

(da “Dedalus” di James Joyce trad.ne di Cesare Pavese, Frassinelli editore pag. 251)

 

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CHIAREZZA E DABBENAGGINE

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CHIAREZZA E DABBENAGGINE

Si danno la mano; eppure gli uomini (femmine e maschi) ritengono di essere “razionali” – esseri pensanti – mentre sono andati perdendo questa caratteristica. Dove è finito l’”Homo sapiens” e quello “sapiens sapiens”? Dove il “razionalismo settecentesco” che tanto sangue è costato? Dove le lotte di Liberazione dall’oppressione nazi-fascista? I cittadini appaiono sempre più dei “pugili suonati” dopo aver ricevuto per quasi trenta anni “una (dis)educazione”al pensiero libero impartita attraverso canali di comunicazione che ne hanno attenuato fino ad ottunderla la coscienza critica. Ma di che cosa parliamo? Parliamo del Governo Renzi, quello stesso che fu di Berlusconi e pochi altri, alle cui linee conservatrici ed oscurantiste si ispira. Sarà strano? Ma la CHIAREZZA di cui parlo è quella del Governo e del suo leader e la DABBENAGGINE è l’accettazione supina – a volte contornata da una timida resipiscenza che non conduce tuttavia a scelte “utili” – delle scelte governative da parte della gente come l’unico “male” accettabile possibile “per il bene comune”. E potrebbe anche essere così, se non vi fossero invece segnali inequivocabili del “classismo” (a favore dei più forti) che caratterizza l’azione di questo Governo, una scelta che predilige l’impresa e la finanza a scapito dei lavoratori e delle associazioni che li difendono; una scelta che non rispetta il dissenso, arrivando ad emarginarlo ed umiliarlo anche quando parte dall’interno del proprio gruppo politico. Chi scrive ha fatto parte di un Gruppo Dirigente ed è inevitabile che la mia analisi possa essere interpretata come “corriva” e “rancorosa”. Questo rischio lo voglio correre ugualmente: mi sento “libero” da condizionamenti e non mi interessa apparire “ingrato” verso una forza politica cui debbo molto. Per me quella forza politica non esiste più; era una forza nella quale si respiravano valori ed ideali di Sinistra. Oggi chi vi è rimasto abbarbicato non so perché lo faccia: il sospetto è che non si voglia rinunciare ad ottenere vantaggi personali (lo dico senza timori di essere smentito; tanto lo si sa che chi fa PolItica troppe volte lo fa per i propri interessi anche se a parole dice il contrario) oppure si è convinti che si possa ritornare indietro, che si possano recuperare i valori di un tempo. Io non ci credo più e spingo alla creazione di un nuovo soggetto di Sinistra, di quella vera, ma soprattutto alla creazione di un soggetto che metta da parte gli atavici difetti della Politica, riconoscibili soprattutto nell’Ipocrisia di “parlar bene e razzolare male” nel chiedere Democrazia e non saperla praticare, nell’interpretare come affidabili coloro che mostrano servilismo ed allontanare coloro che applicano la Critica come Ragione fondamentale della propria esistenza al servizio vero di cause ideali condivise.
Tra qualche giorno si voterà per le REGIONALI. NON DISERTATE IL VOTO MA DATE UN SEGNALE AL GOVERNO RENZI E SCEGLIETE FORZE POLITICHE CHE SIANO REALMENTE ALL’OPPOSIZIONE – LA COSA IMPORTANTE E’ CHE NON VI SIANO RISULTATI MORTIFICANTI COME QUELLO DELLE EUROPEE CON UN ASTENSIONISMO CHE E’ LA MANNA ATTESA DA UN RENZI CHE NON HA AVUTO NEMMENO (E QUI E’ ANCHE LA SUA CHIAREZZA) IL PUDORE DI CRITICARE.

SVEGLIATEVI!!!

IO COMUNQUE NON VOTO PD!!!

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“PRIVATI DEL PATRIMONIO” incontro con TOMASO MONTANARI E COSTANZA GIALANELLA – BACOLI – VILLA CERILLO – 27 MAGGIO 2015 ORE 17.00

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“PRIVATI DEL PATRIMONIO” incontro con TOMASO MONTANARI E COSTANZA GIALANELLA – BACOLI – VILLA CERILLO – 27 MAGGIO 2015 ORE 17.00

“La religione del mercato sta imponendo al patrimonio culturale il dogma della privatizzazione. Ma se l’arte e il paesaggio italiani perderanno la loro funzione pubblica, tutti avremo meno libertà, uguaglianza, democrazia. L’alternativa è rendere lo Stato efficiente. Ma non basta: dobbiamo costruire uno Stato giusto.” Questa “sintesi” la si legge sulla copertina del libro “Privati del patrimonio” pubblicato alla fine del 2014 per Einaudi da Tomaso Montanari.
Il docente di Storia dell’Arte Moderna sarà mercoledì 27 maggio alle ore 17.00 ospite de “Il Maggio dei libri” a Villa Cerillo di Bacoli in provincia di Napoli – con lui sarà presente ed interverrà anche la Soprintendente ai Beni Archeologici dei Campi Flegrei e Pompei dott.ssa Costanza Gialanella. I temi che saranno affrontati saranno ovviamente quelli che Montanari ha trattato e continua a trattare nelle sue pubblicazioni ( libri e Blog ). Abbiamo già parlato di “Le pietre e il popolo” e di “Istruzioni per l’uso” entrambi pubblicati nel 2013 ed inizio 2014 per Minimum fax. Oggi accenneremo a “Privati del patrimonio” dove la parola “Privati” è volutamente ambigua e sottintende sia la connotazione della scelta prevalente che il Governo italiano in questo ultimo trentennio ha favorito (la concessione dei beni culturali e paesaggistici comuni alle imprese private) sia la condizione nella quale i cittadini vengono portati con la effettiva “priva(tizza)zione” di essi.
Come sempre l’analisi del prof. Tomaso Montanari è lucida e sintetica pur nella complessità degli esempi numerosissimi che egli porta a sostegno della sua denuncia.
Purtroppo la battaglia è dura ed è sempre più difficile da condurre in un ambiente che si è vieppiù appiattito ed omologato fino a perdere delle connotazioni che non necessariamente devono essere ideologiche ma che a mio parere devono comunque mantenersi legate a valori ed ideali civili di primaria importanza, quei valori ed ideali che sono riportati all’interno del dettato costituzionale. Fin quando per accedere al Potere sarà inevitabile stringere accordi con il Capitale (società private, Lobby, Aziende, etc…) non sarà possibile non pagare “pegno” e lo stato finirà definitivamente per abdicare ai suoi “doveri” costituzionali.
Illuminante è quanto scrive Montanari nel capitolo settimo, il cui titolo è “Un altro privato”. In esso si sottolinea come vi sia nel nostro Paese la “consapevolezza di quella superproprietà collettiva …sfociata nell’art.9 della Costituzione… che definisce “della nazione” tutto il patrimonio, non solo quello pubblico. Il patrimonio privato è un bene privato di interesse pubblico, o, se si preferisce, è privato solo l’oggetto, mentre è sempre pubblico il valore immateriale del suo essere appunto “bene culturale”: e si potrebbe dire che nel caso del patrimonio culturale la “funzione sociale” cui l’articolo 42 della Costituzione condiziona il riconoscimento della proprietà privata è rappresentata proprio dall’esercitare comunque una funzione pubblica.”

Sarà importante chiedere al prof. Montanari quali siano le reali prospettive, le vie d’uscita da questa situazione aberrante che egli denuncia. Penso al ruolo del volontariato “organizzato” e senza fini di lucro. Mio riferimento è la “Magna Charta Volontario per i Beni culturali” approntata dal CESVOT Toscana di cui tuttavia non conosco gli esiti. Occorre riappropriarsi del ruolo “pubblico” di questi beni, portando avanti delle battaglie “comuni”. E’ urgente farlo mentre, mi dispiace notarlo, i segnali di “abbandono” sono dilaganti. Tra l’altro ci ritroviamo in una fase estremamente ambigua dal punto di vista politico ed è necessario che il “cittadino” democratico e progressista faccia sentire la sua voce, svegliandosi da questo torpore “mortale”.

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