FULMINI RONDINI E COLIBRI’ – DOMENICA 5 LUGLIO NEI GIARDINI DEL FABBRICHINO DI PRATO

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5luglio

Lo spettacolo, grazie all’impegno dei giovani di Altroteatro diretti da Antonello Nave ed alla fiducia di Massimo Bressan – Presidente del Teatro Metastasio – Simone Mangani – Assessore alla Cultura della città – Davide Venturini – Direttore del “Fabbrichino” – sarà portato in “anteprima” proprio al Fabbrichino domenica 5 luglio ore 21.00 (ingresso libero) inserito in “POECITY”
a fine settembre aprirà il Festival della Letteratura nei Campi Flegrei tra Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida

Tra fulmini e colibrì.
Un viaggio nella poesia contemporanea

Il progetto Tra fulmini e colibrì nasce dalla collaborazione tra le Edizioni Kolibris e l’associazione culturale Altroteatro: coniugando parola e musica, gesto e recitazione, ci si propone di stimolare l’interesse e la curiosità degli spettatori, per avvicinarli con naturalezza e spontaneità alla poesia contemporanea, spesso considerata un genere letterario di “nicchia” soltanto perché poco conosciuto e spesso proposto con modalità accademiche, che poco si confanno alla natura stessa della parola poetica. Fulmini, Rondini e Colibrì vuole invece conquistare con la stessa energia e lo stesso coinvolgimento che ogni grande poeta impiega nella stesura della sua opera.
Fra i numerosi autori finora pubblicati da Kolibris, sono stati scelti quelli che utilizzano modalità espressive più dirette e comunicative nell’affrontare temi universali e condivisi, tracciando un percorso geografico e culturale che si dipana tra Italia, Austria e Portogallo, Francia e Irlanda e Romania, per arrivare fino in Argentina e in Nuova Zelanda. Ai poeti più noti e apprezzati, le cui voci sono già fortemente consolidate, sono stati affiancati alcuni tra i più giovani, già apprezzati e riconosciuti per il loro valore e la loro autenticità espressiva.
Ana Luísa Amaral e Nuno Júdice sono due tra i migliori poeti portoghesi contemporanei, Golgona Angel e Jorge Reis-Sá sono due tra i talenti più promettenti delle successive generazioni.
Pubblicato da Gallimard, Guy Goffette è una delle voci più importanti della poesia francese e contemporanea.
Le voci di Carmen Bugan (Romania) e Rose Ausländer (Austria) ci permetteranno di sfiorare alcune tematiche sociali che ci stanno a cuore, mostrando come la poesia possa costituire una preziosa fonte di condivisione di esperienze che affondano le proprie radici nella nostra storia collettiva. Figlia di Jon Bugan, arrestato e incarcerato per dieci anni per aver manifestato contro il regime di Ceaușescu, Carmen Bugan, che oggi vive a Parigi, fu costretta all’esilio negli Stati Uniti, dove ha adottato l’inglese come lingua della sua espressione artistica e ha iniziato a narrare, in versi e in prosa, l’esperienza di un’infanzia vissuta sotto l’occhio della Polizia Segreta. Nata nella comunità ebraica di lingua tedesca di Czernowitz, Bukowina, Rose Ausländer ha invece vissuto entrambe le guerre ed si è sottratta alle persecuzioni naziste vivendo in clandestinità, per poi intraprendere un’esistenza esule e riversare in poesia la profondità e la ricchezza della propria esperienza. Sia Carmen Bugan che Rose Ausländer affrontano inoltre con naturalezza il complesso tema della definizione di una identità individuale.
Bill Manhire e Harry Ricketts sono due tra le voci maggiormente riconosciute nel panorama della poesia neozelandese contemporanea. Più classico e letterario il primo, ironico e dissacrante il secondo, entrambi vedono nella lingua poetica una possibilità di comunicazione e di dialogo intorno a tematiche condivise e problematiche collettive.
Tamara Kamenszain è una delle poetesse argentine più note e amate sia dal pubblico che dalla critica: in L’eco di mia madre affronta con naturalezza il tema del distacco, con una lingua limpida e un pathos che dilata la percezione del dolore individuale, rendendolo universale e condiviso.

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Chiara De Luca è poetessa, narratrice, traduttrice da inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese, oltre che fondatrice delle Edizioni Kolibris.

INAFFIDABILI ED AFFIDABILI – PUNTI DI VISTA

1984

INAFFIDABILI ED AFFIDABILI – PUNTI DI VISTA

Matteo Renzi e Alexis Tsipras a Palazzo Chigi, Roma, 3 febbraio 2015. (AP Photo/Andrew Medichini)
Matteo Renzi e Alexis Tsipras a Palazzo Chigi, Roma, 3 febbraio 2015.
(AP Photo/Andrew Medichini)

(Alexis “stai sereno” dice Renzi al leader greco “ti ricordi come ho trattato il povero Enrico?”)

A me dispiace per tutta quella “brava gente” in particolare quella semplice che ha riposto le residue speranze nelle fandonie dell’Infante,dando fede al cinismo di coloro che parlavano a più riprese di “ultime spiagge” allo scopo di farti ingollare bocconi amari mentre altri (non solo la cuspide piramidale di Roma capitale) si ingrassavano a dismisura e continuano a farlo mentre parte della gente brancola nel buio di una lunga galleria nel fondo della quale la luce non si avvicina ma tende ad allontanarsi: la si vede ma come in un incubo kafkiano si allontana e non riesci più a distinguerne i contorni. Ho parlato di inaffidabilità portando dati di fatto recenti e meno recenti che hanno visto protagonista l’”asso pigliatutto” della politica italiana. Ma alcune questioni mi spingono ad un ripensamento relativistico. E le questioni di cui parlo hanno una loro drammaticità coinvolgente tutta l’Europa, tutto il mondo occidentale soprattutto a partire dalle centrali affaristiche e finanziarie che regolano i burattini delle realtà politiche delineando ruoli di “buoni e cattivi” sulla base delle vecchie ideologie. In verità, per costoro “forse” (e fino a quando davvero non lo so) il “nostro” non è del tutto “inaffidabile” come propendo a considerarlo io. Se la memoria non vi fa difetto lo era stato nell’ultima parte della sua “avventura” il fu-Cavaliere e poi Letta, la cui defenestrazione (“stai sereno”) sarà ricordata negli annali della Storia quasi più di quella ben più drammatica di Praga. La “qualifica” di “inaffidabile” (un anno fa ragionai su me stesso parlando del termine!) è dunque fortemente “soggettiva”: non può essere accreditata in modo oggettivo. Renzi è ancora “affidabile” per i potentati che ne hanno sostenuto l’ascesa (non dico certamente “come” perché non mi è dato di conoscerlo ma il “segno” del suo passaggio è in tutta evidenza filo-padronale e dei poteri forti della finanza internazionale) che non battono ciglia quando il loro “pupillo” si lancia all’attacco delle conquiste “operaie” e confeziona “disegni di legge” ad uso confindustriale. E questi potentati plutocratici internazionali non si sono affatto preoccupati del distintivo di “Sinistra” che il loro adepto ha ipocritamente apposto sul suo petto, proprio perché loro sanno molto bene che la politica renziana (lasciate stare il PD, almeno per un attimo) non è affatto contrassegnata dalla ricerca di equità e giustizia sociale. L’ avvento di questo “anti-eroe” è il risultato di un “inquinamento” profondo portato al cuore del maggiore Partito della Sinistra italiana proprio nel momento in cui si procedeva al “rinnovamento” dei metodi e delle pratiche. Non a caso ho scritto “al cuore”; volevo proprio ricordare la pratica terroristica di lanciare attacchi al cuore dello Stato negli anni settanta del secolo scorso prendendola a paragone con questa modalità apparentemente “soft”. Quindi “inaffidabile” per me ma “affidabilissimo” per i potenti e per le “mezze calzette” che si abbeverano alla fonte del loro provvisorio padrone! Ben diversa è la realtà a poche miglia da noi: la Grecia ha un leader che si dice di Sinistra – e lo è! La Grecia proprio per questo è attualmente un corpo estraneo da espellere. Le forze contrarie ad un allentamento della stretta creditizia nei suoi confronti stanno giocando sporco proprio per spingere quel paese a noi così vicino, da noi così amato, verso la “bancarotta” addossandone le colpe a Tsipras, alla Sinistra in modo che si arrivi ad un default che porti ad elezioni anticipate ed alla vittoria delle forze di Destra, che in quella realtà hanno già dato prova di essere pericolosamente filo-naziste. Ecco, Tsipras è “inaffidabile” per loro. “Così va il mondo”: i padroni comandano ancora ed i servi debbono ubbidire.

SALVATE L’ITALIA – ADESSO!!!UNO SPETTRO MALEFICO SI AGGIRA PER L’ITALIA: E’ L’INAFFIDABILE!

SALVATE L’ITALIA – ADESSO!!!
UNO SPETTRO MALEFICO SI AGGIRA PER L’ITALIA: E’ L’INAFFIDABILE!

Alcuni osservatori affermano che il Governo Renzi con la sua protervia è un male necessario dopo decenni di inazione e di scelte rinviate a causa di infinite discussioni all’interno di una concertazione “democratica” che rinviava alle calende greche il momento del “fare” concedendo sempre più spazio al “parlare”. E’ ovvio che la storia del “re travicello e della serpe” ha un riferimento a questa vicenda, ma che colpa abbiamo noi, onesti cittadini che ci siamo fatti in quattro per applicare i metodi democratici, dal momento che per risolvere il problema del “non governo” ci venga proposto uno che “governa da solo”? Eh già, dirà qualcuno, non è mica solo. Non vedete che anche al Senato la fiducia gli viene concessa? Certo che gli viene concessa; se non fosse così quei “poveracci” (che non sono poi così “miseri” con i loro emolumenti, benefit e pensioni “immeritate” che li fanno divenire in effetti “miserabili”!) che gli si oppongono non avrebbero più la loro “mangiatoia”, ‘a zezzenella fernesce e dovrebbero uscire per andare randagi e ramenghi a cercare la carità di altre forze politiche o “far festa”. Cosa credono di fare i vari Fassina, Civati e Cofferati? Cosa Mineo? In verità le loro scelte sono (l’ho già scritto per Civati) tardive. Non hanno saputo ascoltare le proteste della base ed ora stanno lì per tentare di costruire un nuovo soggetto politico di Sinistra che ha tuttavia gli stessi limiti del Partito Democratico; un’accozzaglia di gente che pensa soltanto ai propri interessi e non svolge essenzialmente un ruolo educativo in questo Paese sempre più cialtrone ed insolente. Ed è chiaro che questo Paese si merita questo (s)governo e questo (s)governatore. E’ chiaro che ci si trova di fronte ad un leader “inaffidabile” per la massa ed “affidabilissimo” per i “signori”, per i “padroni” e per i “pecoroni” che non hanno ancora capito. INAFFIDABILE, perchè? Chiedetevelo! Volete qualche indizio? Via su, ma Renzi ha fatto bene a sloggiare Letta! Ve lo ricordate “stai sereno!”? La stessa cosa ha fatto più volte fino alla promessa di una “Conferenza Nazionale della Scuola” a luglio. Eh no, caro mio, gli avrà detto la moglie: a luglio bisogna andare in vacanza. Ecco, caro popolo bue, stai sereno. Renzi ti fotterà. Sei contento?

Di fronte a tutto questo, chi si sorprende che vi sia un lento ma progressivo calo di consensi al PD nega l’evidenza ed è complice di questi disastri. Diffido chicchessia a scaricare sulla “brava gente” la responsabilità di una vittoria delle Destre da qui a qualche mese. Sono avvertiti!

http://www.huffingtonpost.it/2015/06/17/scuola-matteo-renzi_n_7601080.html

a tre ore scarse dall’inizio del nostro evento di Prato – Carmen Bugan – LE ISOLE SI ACCENDONO SPAZIO AUT VIA FILIPPINO 16 – ORE 20.00

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a tre ore scarse dall’inizio del nostro evento di Prato – Carmen Bugan – LE ISOLE SI ACCENDONO SPAZIO AUT VIA FILIPPINO 16 – ORE 20.00

Carmen Bugan, “Sulla soglia della dimenticanza”
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Carmen_Bugan[1]Nota di Chiara De Luca

Carmen Bugan è nata in Romania nel 1970 ed è emigrata negli Stati Uniti con la famiglia nel 1989, dopo che il padre era stato arrestato per aver protestato contro il regime di Ceausescu. Ha studiato all’Università del Michigan (Ann Arbor), alla Lancaster University, alla Poets House (Irlanda), e al Balliol College di Oxford, dove ha conseguito un dottorato in Letteratura Inglese. Ha pubblicato le raccolte poetiche Crossing the Carpathians: Poems (Oxford Poets/ Carcanet, 2004), The House of Straw (Shearman, 2013), uno studio critico dal titolo Seamus Heaney and East European Poetry in Translation: Poetics of Exile (Legenda/Maney Publishing 2013), e il memoriale Burying the Typewriter: Childhood Under the Eye of the Secret Police (Picador 2012). L’edizione americana di questo libro ha vinto il Bread Loaf Conference Bakeless Prize for Nonfiction, l’edizione inglese è stata menzionata come libro della settimana da BBC Radio 4 ed è stata tra i finalisti del George Orwell Prize per la scrittura politica. Il memoriale è stato tradotto in Svezia, in Polonia ed è in corso di traduzione in Romania.

Attualmente Carmen Bugan sta effettuando delle ricerche in merito ai documenti relativi a lei e alla sua famiglia custoditi dalla Polizia Segreta e sta scrivendo un libro sull’esperienza di aver vissuto da entrambi i lati della Cortina di Ferro. Vive in Francia con il marito e i loro due figli.

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Twenty Years

The horizon was the blue spine of a book,

its pages frozen sand, iced-over waves

and I, still unwashed of airplane fumes

day’s sweat, bitterness of instant coffee,

went knee-deep in water, where I first wrote

out of my life the tangled algae of the Black Sea.

Who can see ahead on that first day when

you awake without a country, a house,

in a well-meaning stranger’s bed, your

host speaking to you in an alien language?

I ate the food she served with trembling hands,

it was snowing outside, warm inside.

The following year I erased the birds: woodpecker,

sparrow, grandfather’s pigeons, and the faithful stork.

In their place I wrote the hawks that scanned

the dunes of Sleeping Bear, crows, hummingbirds,

red cardinals singing

in the too-large garden of our new house.

But on this page I am leaning against lighthouses

while cherry orchards grow to the tip of Leelanau,

tree roots in water. They swish over whitened-out

cornfields of my childhood. All things I wanted to forget

crowd in-between the lines I spent years writing:

four languages, ambitions, homesickness, dispersed friends.

*

Today it is twenty years since that evening at the airport

when in blinding snow people we had not seen

were waiting for us. They said I kissed the ground.

Did I kiss the ground? Who can remember this?

We search ourselves through memories,

or autumn leaves that fall, breaking into something else.

*

Vent’anni

L’orizzonte era l’azzurra spina dorsale di un libro,

le sue pagine sabbia gelata, onde ghiacciate in superficie

e io, non ancora ripulita dai fumi dell’aeroplano

dal sudore della giornata, dall’amaro del caffè istantaneo,

mi spinsi fino alle ginocchia nell’acqua, dove per la prima volta

espulsi per iscritto dalla mia vita le alghe intricate del Mare Nero.

Come puoi guardare avanti quel primo giorno in cui

ti svegli senza una patria, una casa

nel letto accogliente di un’estranea, e la tua

ospite ti parla in una lingua straniera?

Mangiai con le mani tremanti il cibo che mi offrì,

fuori nevicava, dentro era caldo.

L’anno successivo cancellai gli uccelli: picchio,

passero, i piccioni del nonno, e la fedele cicogna.

Al loro posto scrissi le aquile che scandagliavano

le dune di Sleeping Bear, corvi, colibrì,

cardinali rossi che cantavano

nel giardino troppo grande della nostra nuova casa.

Ma su questa pagina sono appoggiata ai fari

mentre giardini di ciliegi crescono verso la punta di Leelanau,

radici in acqua. Passano sugli sbiaditi

campi di grano della mia infanzia. Tutte le cose che volevo scordare

si affollano tra le righe che ho impiegato anni a scrivere:

quattro lingue, ambizioni, nostalgia, amici dispersi.

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…e nel solstizio LE ISOLE SI ACCENDONO – Prato 21 giugno 2015 spazio AUT via Filippino 27 ore 20.00

…e nel solstizio LE ISOLE SI ACCENDONO – Prato 21 giugno 2015 spazio AUT via Filippino 27 ore 20.00

Vi aspettiamo!!! dalle ore 20 “prove aperte di “FULMINI RONDINI E COLIBRI – UN VIAGGIO NELLA POESIA CONTEMPORANEA” a cura di ALTROTEATRO

 

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e poi alle 21.00 (qualche minuto prima) “LE ISOLE SI ACCENDONO” spazio dedicato alla poetessa Carmen BUGAN e ad una delle sue poesie più significative….

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…nella traduzione di Chiara De Luca

 

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UNA SOLA STRADA PER LA SINISTRA: cambiare verso

UNA SOLA STRADA PER LA SINISTRA:  cambiare verso

Avete potuto verificare stamattina (sabato 20 giugno, ad un passo dal solstizio d’estate) gli ultimi dati relativi alle forze politiche (http://www.demos.it/a01145.php?ref=HREA-1 e http://www.repubblica.it/politica/2015/06/20/foto/atlante_politico_governo_leader_migranti-117261459/1/#1) riportati da Repubblica on line. Non evidenziano la forza sovrannaturale dei “gufi” che per mesi si sono avvicendati a denunciare la protervia del Premier e dei suoi più “fedeli” sostenitori; sono semplicemente il risultato di una Politica da troppo tempo “malata” (gravemente malata) che per sopravvivere ha garantito ad un suo esponente un credito assolutamente superiore al valore espresso. L’ansia di un “cambiamento” necessario e rivoluzionario, che avrebbe (fosse stato davvero realizzato) posto ai margini la gran parte di coloro che sono i reali responsabili di questo degrado morale e civile che corrode le basi della nostra Repubblica, ha prodotto come reazione difensiva una “nuova” classe politica che si è fatta forza di un diffuso qualunquismo accreditandosi tra la “folla” come “post-ideologica” e paladina di un grande “rinnovamento” che è stato chiamato in modo sintetico “rottamazione”. Chi legge i miei post può verificare che, “gufo” o meno sia stato, ho denunciato questa Ipocrisia. Quanti ancor oggi si vanno chiedendo chi vi sia alle spalle del Premier possono trovare risposte andando a rivedere il film degli ultimi quattro-cinque anni ripercorrendo la “storia” del Partito Democratico; la “memoria” dell’italiano medio, anche di quello acculturato, è da sempre purtroppo molto corta. Basterebbe assumere come punto di riferimento alcuni personaggi soprattutto nelle “retrovie” provinciali di questo paese di campanili; basterebbe seguirli nelle loro peripezie e nelle loro traversie: tanti di essi sono “morti” e “risorti”. Morti perchè puniti all’interno di meccanismi “politici” locali e “risorti” grazie al “miracolo renziano”, accodandosi alla sua corte e accreditandosi come “rinnovatori”, dopo essere stati rappresentanti reali di una forma di “stalinismo”, questo sì da rottamare, nella conduzione dei vecchi Partiti. La Storia non si fa mai sull’oggi e quella rivolta al “domani” è falsata da protagonismi soggettivi.

Tornando ai dati da cui sono partito rilevano che è assolutamente necessario un “cambio di verso” per tutta la Sinistra; Matteo Renzi non può essere il “futuro”: è la “foglia di fico” di cui si sono serviti centinaia di politici giubilati. Ne conosco tanti, non solo persone mature e navigate ma anche molti “giovani”(!) che avrebbero dovuto essere “rottamati”, ma che invece sono per ora ben inseriti saldamente alle loro comode poltrone. Renzi è un tipico rappresentante del “trasformismo” che sta producendo gravi danni alla società, accentuandone le differenze alimentandone i conflitti aumentando i divari  economici e le disuguaglianze. Tutto questo persone come me lo hanno capito sin dall’inizio; altri hanno trovato giustificazione nell’assenza di leader alternativi. Volevano vincere “a tutti i costi”, ma questi ultimi si sono rivelati troppo antidemocratici. Non si può pensare di “vincere” a prescindere, come hanno fatto dopo di lui (docente eccellente ma pernicioso) alcuni candidati amministrativi e politici locali, accogliendo nelle loro liste personaggi discutibili e poco affidabili sul piano dell’Etica politica. Meglio non vincere; si pensi al paradosso di un riferimento agli anni della Destra berlusconiana, nel corso dei quali molte delle (contro)riforme che Renzi ha proposto, difeso in modo anche “antidemocratico” (ci si ricordi del “colpo di mano” in Commissione Affari Istituzionali della Camera) e fatto approvare, non riuscirono a passare, mostrando come la “forza” delle opposizioni riuscisse a garantire migliori condizioni. Lo so: è un “paradosso” ed in tal modo deve essere letto. Non rimpiango gli anni di Berlusconi; rilevo soltanto che, dietro un paravento “post-ideologico” di Sinistra (!),  si vadano ora realizzando molti dei “progetti” anticostituzionali che erano trascritti su documenti che la Storia aveva chiamato “eversivi”.

 

 

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“LE ISOLE SI ACCENDONO” anche a Prato – Spazio AUT via Filippino – Domenica 21 giugno ore 20.00 (in collegamento con il “mondo”!!!)

 

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COMUNICATO STAMPA

Domenica 21 giugno alle ore 21.00 in diverse località italiane ed estere andrà in scena “LE ISOLE SI ACCENDONO” un veneto culturale nel segno della parola poetica contemporanea.

A quell’ora saranno accese delle “luci” e sarà letta una poesia, la stessa in tutti i luoghi coinvolti. Quest’anno l’idea è partita da Prato ed i versi letti saranno quelli della poetessa di origine rumena Carmen BUGAN: la poesia letta alle ore 21.00 sarà “Vent’anni” nella traduzione (la Bugan si esprime in inglese) di Chiara De Luca.

A Prato “Le isole si accendono” grazie all’organizzazione di alcune Associazioni culturali come ALTROTEATRO e DICEARCHIA 2008 che da capofila  allo Spazio AUT di via Filippino 27 (g.c.) svolgeranno a partire dalle ore 20.00  le “prove aperte” di “FULMINI RONDINI E COLIBRI’” (uno spettacolo sulla poesia contemporanea che sarà ospitato il prossimo 5 luglio dal “Fabbrichino” nel cartellone di “POECITY”) che verranno interrotte alle 21.00 per “LE ISOLE SI ACCENDONO”.

La cittadinanza è invitata.

Per qualsiasi altra informazione telefonare al prof. Giuseppe Maddaluno  346 5259722

 

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“Quando l’asino non vuole bere è inutile fischiare!”

 

“Quando l’asino non vuole bere è inutile fischiare!”

 

La Camusso è stata “gentile” ed ha detto a Renzi che è “un ricattatore”. Per me è un “miserabile” individuo che continua ad essere arrogante anche di fronte ad un semplice “avvio di sconfitta”. E, certo, lo so che la sconfitta di Renzi è poi la sconfitta di quella parte sana del Centro e della Sinistra che in ottima (non solo “buona”) fede si è fidata delle cialtronate dell’Infante “berlusconiano”. Ma non so cosa farci: si è provato e si prova ancora ad avvertire le persone “dabbene” che quel “figuro” non avrebbe “rottamato” coloro che era necessario rottamare e non avrebbe rinnovato alcunché perché aveva bisogno soprattutto dei voti degli “squali” e dei loro “pesciolini pilota” per raggiungere i suoi obiettivi, che poi sono esclusivamente quelli delle classi più forti, quella parte di società che ha riempito le borse dell’avventura “renziana” sin dalle “Leopolde” e che non ha nulla a che vedere con la gran parte della società italiana, fatta in maggioranza da gente che soffre la mancanza di occupazione o la perdita del proprio lavoro e deve accontentarsi di “lavoro precario e nero”. Ecco, se è pur vero che Destra e Sinistra non hanno più senso, mi chiedo e vi chiedo se questo sia o meno dovuto al fatto che sono venute meno le motivazioni per cui una parte (la maggioranza) della popolazione vive in sempre più precarie condizioni e l’altra parte (la minoranza) sguazza sempre più in acque grasse, ancor più grasse. Non vogliamo chiamare Destra chi difende esclusivamente coloro che (minoranza) si arricchiscono sempre più sulle spalle dei poveri (maggioranza, sempre più poveri); non vogliamo chiamare Sinistra quella parte che ricerca un riequilibrio dignitoso delle differenze. Ecco, chiamiamole queste due “forme” Maria e Giovanna, oppure Giuseppe ed Alfredo (scegliete voi!) ma smettiamola con questo “mantra” che accontenta il “qualunquismo”! Era necessario “innovare”? Certo che lo era. Ma non si poteva e non si può rinnovare alcunchè se all’interno di chi sostiene il “rinnovatore” (che ne è evidentemente consapevole e ci gode!) c’è il peggio del peggio, fatto di coloro che dovevano sparire dalla circolazione e che hanno colto l’occasione per rientrare nei giochi. Tra questi vi è – in modo esemplare – gran parte se non  tutta la “nomenklatura” di Roma capitale ( non temo di avere torto, visto che il buon Orfini e l’altrettanto buon Barca hanno dovuto procedere ad un “repulisti” dei tesserati nelle Sezioni romane ). Ora Renzi “ferito ma non ancora a morte” minaccia sfracelli anche a Roma; è da tempo che avrebbe – proprio lui – dovuto dimettersi (eletto – con Primarie “aperte” a “cani e porci”) da Segretario del PD per dare un senso al suo progetto di “rinnovamento”. So bene che questa mia è un’idea balzana; tra l’altro ha anche affermato che le “Primarie” non vanno più bene (le prova tutte per giustificare la sua “sconfitta” che per me è ancora troppo poco!) ma la sua idea è diversa dalla mia (non è che non vadano bene perché sono “inquinate” ma semplicemente perché si corre il rischio che il candidato prescelto non sia vincente). Continua a non voler riconoscere che la sconfitta dei candidati di queste ultime tornate è dovuta al fatto che forse erano troppo “renziani”. E poi, ritornando a quel che scrivevo prima: che miserabile è colui che, essendo abile a ricercare le modalità per venir fuori dai “cul de sac” procedurali (si veda la “sostituzione” in meno di 24 ore  in Commissione Affari Istituzionali di ben 10 membri che non gli facevano comodo), accusa la Sinistra (bentornata tra noi!) di impedire ai poveri “precari” di essere integrati all’avvio dell’anno scolastico 2015\2016 boicottando la Legge di Riforma scolastica Renzi\Giannini. Non la tiri troppo alle lunghe: se vuole sanare tale situazione basta un semplice stralcio. Ma lo si sa “quando l’asino non vuole bere è inutile fischiare”!

 

 

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NOI VIAGGIATORI – ALI’ – prima parte

 

 

 

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Noi viaggiatori

ALI’

Alì ha gli occhi scuri, come la sua pelle. Gli occhi brillano di smarrimento e di tristezza. E’ arrivato, solcando le dune del deserto e poi le onde del mare su uno di quei barconi stracolmi di carne che sembrano essere sospinti dalla forza congiunta di centinaia di suoi simili che portano dietro di loro le “storie” di viaggi e di sogni di popoli all’incessante ricerca di una “terra” che prometta loro ospitalità e amore, una terra dove non esista più la parola “straniero”.

Alì ha attraversato il deserto, lasciando la sua terra, diventata sempre più arida fino a seccarsi così tanto da leggervi le “rughe” della vecchiaia come in quei visi di contadine e contadini che con le unghie hanno per decenni scavato la terra all’inseguimento della loro stessa vita nelle campagne rocciose del nostro Mezzogiorno.Alì ha visto morire bambini mai cresciuti e diventati ossa ricoperte da sottili lembi di pelle, bambini tutto occhi. Anche lui è stato bambino ma non ha mai avuto fame, la sua mamma veniva da una famiglia il cui benessere le discendeva da poteri religiosi, il nonno era un capo tribù ed aveva, quando lui era nato, ancora molta forza in quella periferia di Ngaoundéré Dipartimento di Vina nella regione Adamoua nel nord del Camerun. Suo padre era sparito prima che lui nascesse e la sua mamma era morta da più di dieci anni. Ora Alì aveva venti anni, più o meno perché la sua data di nascita nessuno la ricordava con precisione e lui se ne era inventata una. Già da ragazzino quando di età si o no arrivava a quindici si era dato da fare per sopravvivere, visto che la sua famiglia si era disgregata, ed essendo già abbastanza alto e slanciato aveva detto di avere più di diciotto anni per poter trasportare dei piccoli camion sgangherati utilizzati sia per trasportare merci ed oggetti vari sia persone.  I fratelli più grandi (ne aveva solo tre, nati tutti prima di lui) uno alla volta erano partiti, avevano anche loro attraversato il deserto.

 

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