reloaded CACCIA AI TESORI DELLA MOSTRA “POMPEI E L’EUROPA 1748-1943” NAPOLI MUSEO ARCHEOLOGICO

 

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reloaded CACCIA AI TESORI DELLA MOSTRA “POMPEI E L’EUROPA 1748-1943” NAPOLI MUSEO ARCHEOLOGICO

 

CACCIA AI TESORI DELLA MOSTRA “POMPEI E L’EUROPA 1748-1943” NAPOLI MUSEO ARCHEOLOGICO

Bellissima e straordinaria soprattutto per la cura “a monte” relativamente all’ampia scelta dei materiali esposti, la Mostra “Pompei e l’Europa – 1748 1943” sulla quale scriverò un post più articolato nei prossimi giorni ha un difetto sostanziale che tuttavia – visto che è appena stata inaugurata mercoledì 27 maggio – può essere corretto. E’ purtroppo uno dei “difetti” più frequenti nelle Mostre “italiane” quasi a contraddistinguere uno “stile”. Purtroppo comunque si tratta di un difetto: tutto l’apparato illustrativo è sconnesso dagli “oggetti” che vengono presentati al pubblico, il quale – lo si può dire con contezza – è costretto a subire una vera “CACCIA AL TESORO” per identificarli. Spero fortemente che si riescano ad apportare le necessarie modifiche, il cui costo sarebbe minimo ed i cui ricavati, sul piano del gradimento da parte dei visitatori, massimi.

Giuseppe Maddaluno

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reloaded A CHI SERVE NON ANDARE A VOTARE di GIUSEPPE MADDALUNO

 

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Questo è il mio nuovo BLOG

e quindi riporto uno degli ultimi articoli dalla vecchia “piattaforma” e lo riposto qui – Mi servirà per riflettere sui dati elettorali nelle prossime ore –

<strong>A CHI SERVE NON ANDARE A VOTARE di GIUSEPPE MADDALUNO
Ho la sensazione che con alcuni miei “post” abbiano creato una certa confusione. Allora, in sintesi, ecco quel che penso e quel che farò domenica mattina:
1) Renzi non è il mio punto di riferimento, non lo è mai stato e penso proprio che non lo sarà mai (troppo diversa è la mia formazione da quella sua; troppo distante è l’idea di Governo e di Democrazia che io ho rispetto alla sua);
2) La sottovalutazione affermata della gravità del livello di disinteresse, della disaffezione alla partecipazione al voto che l’elettorato ha mostrato e che si annuncia ancora più alta appare così irresponsabile da far ritenere Renzi inaffidabile a governare un Paese democratico;
3) Le sortite lontane e recenti sul Sindacato unico appaiono, al di là della gravità “anticostituzionale” di tale affermazione, come un invito al voto a suo favore dell’elettorato di Destra;
4) Non intendo confondermi con loro e dunque NON VOTERO’ PD;
5) Abito in Toscana e non intendo votare per ROSSI, che si appresta a smantellare il Servizio Sanitario toscano ponendolo nelle mani dei “privati”, a rovinare il paesaggio della Toscana con la messa in discussione del Piano Paesaggistico e la Piana pratese-fiorentina con l’ampliamento dell’Aeroporto di Peretola; dunque NON VOTERO’ ROSSI;
6) Non voterò disgiuntamente per candidati che non hanno alcun “POTERE”, anche se in campagna le sparano grosse, di incidere sulle scelte del Governatore;
7) Avevo motivato una scelta per il Movimento5stelle non fidandomi del tutto della Sinistra, una parte della quale è certamente attratta da desideri di Governo (non dimentico infatti l’ambiguità espressa anche da una parte dell’attuale Gruppo dirigente della Sinistra in occasioni vicine). Voglio tuttavia dare un segnale, un ultimo segnale alla Sinistra alla quale sento in ogni caso di appartenere anche nel caso in cui la mia scelta fosse stata qui confermata. VOTERO’ dunque per FATTORI esprimendo altresì un voto per Luca Bravi e Elisa Valdambrini.
</strong>

A CHI SERVE NON ANDARE A VOTARE DI GIUSEPPE MADDALUNO ELETTORE TOSCANO

EVOLUZIONI METANARRATIVE – “STORIE DELLA (MIA) GENTE” – PICCERE’ PARTE 4 – continua…

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EVOLUZIONI METANARRATIVE – “STORIE DELLA (MIA) GENTE” – PICCERE’ PARTE 4 – continua…

 

Ho pubblicato già la prima parte il 30 aprile – la seconda e terza l’ 1 di maggio – il 2 maggio una “sua” possibile variazione

Questa è la quarta parte che prosegue la “narrazione” del primo Maggio

4.

Piccerè era una ragazza timida ma era stata abituata dalla madre e dalle sorelle, che le avevano sempre dato il buon esempio, a svolgere le attività casalinghe – anche se in “campagna” queste erano caratterizzate in modo molto diverso e vario. Proprio per questo più che la pulizia degli interni (in Sicilia l’impiantito era privo di piastrelle e marmi) la sua abilità era nella cura delle piante (il terrazzo dell’ingegnere era ampio e pieno di vasi con ortensie e non mancavano due striminziti alberi di limone) e soprattutto nella cucina. La signora l’aveva accolta con un certo sussiego mascherato da un sorriso ipocrita che denotava il suo sentimento di superiorità; le aveva poi mostrato i “ferri del mestiere” e la livrea sotto forma di “spolverino da casalinga” che avrebbe dovuto indossare; aveva dato le prime indicazioni di lavoro sottolineando che quella mattina lei doveva uscire per recarsi alla Parrocchia dove l’attendevano le amiche per organizzare le loro attività. Piccerè avrebbe dovuto spolverare i mobili di alcune sale e  passare il cencio con un liquido lucidante sul parquet nel salotto. La giovane seguì con attenzione le istruzioni che terminarono con un “Non aprire a nessuno. Eugenio ha le chiavi ma non tornerà prima di me. Ci vediamo per ora di pranzo”. Piccerè avviò subito ad eseguire le indicazioni della “signora” e dopo poco più di un’ora aveva terminato il suo primo compito; si recò sul terrazzo e decise di ripulire le piante delle parti morte, di annaffiarle e poi spazzò via anche un po’ di foglie che erano cadute sull’impiantito. Ma non ci mise molto ed allora pensò che certamente i signori sarebbero stati contenti ed entrò in cucina e decise seguendo il suo istinto “contadino” di  preparare  un sugo particolarmente elaborato utilizzando tutto quello che aveva visto essere a disposizione. Usò dei pomodori maturi, immergendoli in acqua bollente e poi privandoli della buccia incisa con particolare cura e maestria; aveva trovato in uno dei frigoriferi – al suo paese nelle case dei contadini non era uso possederne – della carne macinata e l’aveva fatta soffriggere aggiungendovi una cipolla ed un gambo di sedano sminuzzati in modo sottile. Aveva poi passato i pomodori e dopo una decina di minuti li aveva aggiunti al soffritto, abbassando la fiamma al minimo necessario per mantenere il “bollo”. Intanto aveva anche trovato delle zucchine e due melanzane; le aveva tagliate con cura e aveva posto sotto sale le fette di melanzane per far loro perdere tutto l’amaro. Aveva poi cominciato a friggere in abbondante olio  le zucchine tagliate in verticale, facendo attenzione a che non cuocessero troppo; la stessa cura ebbe poi con le melanzane una volta che furono pronte dalla dessalazione. Non appena il sugo fu addensato Piccerè, che intanto aveva anche trovato due minuscole mozzarelle, ma erano utili all’idea che aveva, le sminuzzò in una terrina ed avviò a far bollire un pentolone pieno d’acqua. Aveva poi cercato la pasta più adatta tra quelle che la dispensa proponeva, scegliendo dei rigatoni. Picceré aveva più o meno rifatto un sugo che a casa sua aveva visto da sempre elaborare dalle sorelle (a lei toccava solo la manodopera “prendi questo prendi quello, taglia questo taglia quello”), una reinterpretazione molto personale della “classica pasta alla Norma” catanese. La pasta non doveva cuocere del tutto, perché un ulteriore passaggio era previsto nel forno e così dopo averla scolata non ancora del tutto al dente l’aveva disposta in un contenitore alto e profondo  di metallo sopra un letto di sugo mescolato con tocchettini di mozzarella e con le zucchine e le melanzane sfilacciate. Il tutto ricoperto da altro sugo altri pezzetti di mozzarella ed ancora formaggio e pane grattugiato e poi nel forno già caldo per un massimo di una decina di minuti, sorvegliati a vista…..

…continua…

 

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