UNA SOLA STRADA PER LA SINISTRA: cambiare verso

UNA SOLA STRADA PER LA SINISTRA:  cambiare verso

Avete potuto verificare stamattina (sabato 20 giugno, ad un passo dal solstizio d’estate) gli ultimi dati relativi alle forze politiche (http://www.demos.it/a01145.php?ref=HREA-1 e http://www.repubblica.it/politica/2015/06/20/foto/atlante_politico_governo_leader_migranti-117261459/1/#1) riportati da Repubblica on line. Non evidenziano la forza sovrannaturale dei “gufi” che per mesi si sono avvicendati a denunciare la protervia del Premier e dei suoi più “fedeli” sostenitori; sono semplicemente il risultato di una Politica da troppo tempo “malata” (gravemente malata) che per sopravvivere ha garantito ad un suo esponente un credito assolutamente superiore al valore espresso. L’ansia di un “cambiamento” necessario e rivoluzionario, che avrebbe (fosse stato davvero realizzato) posto ai margini la gran parte di coloro che sono i reali responsabili di questo degrado morale e civile che corrode le basi della nostra Repubblica, ha prodotto come reazione difensiva una “nuova” classe politica che si è fatta forza di un diffuso qualunquismo accreditandosi tra la “folla” come “post-ideologica” e paladina di un grande “rinnovamento” che è stato chiamato in modo sintetico “rottamazione”. Chi legge i miei post può verificare che, “gufo” o meno sia stato, ho denunciato questa Ipocrisia. Quanti ancor oggi si vanno chiedendo chi vi sia alle spalle del Premier possono trovare risposte andando a rivedere il film degli ultimi quattro-cinque anni ripercorrendo la “storia” del Partito Democratico; la “memoria” dell’italiano medio, anche di quello acculturato, è da sempre purtroppo molto corta. Basterebbe assumere come punto di riferimento alcuni personaggi soprattutto nelle “retrovie” provinciali di questo paese di campanili; basterebbe seguirli nelle loro peripezie e nelle loro traversie: tanti di essi sono “morti” e “risorti”. Morti perchè puniti all’interno di meccanismi “politici” locali e “risorti” grazie al “miracolo renziano”, accodandosi alla sua corte e accreditandosi come “rinnovatori”, dopo essere stati rappresentanti reali di una forma di “stalinismo”, questo sì da rottamare, nella conduzione dei vecchi Partiti. La Storia non si fa mai sull’oggi e quella rivolta al “domani” è falsata da protagonismi soggettivi.

Tornando ai dati da cui sono partito rilevano che è assolutamente necessario un “cambio di verso” per tutta la Sinistra; Matteo Renzi non può essere il “futuro”: è la “foglia di fico” di cui si sono serviti centinaia di politici giubilati. Ne conosco tanti, non solo persone mature e navigate ma anche molti “giovani”(!) che avrebbero dovuto essere “rottamati”, ma che invece sono per ora ben inseriti saldamente alle loro comode poltrone. Renzi è un tipico rappresentante del “trasformismo” che sta producendo gravi danni alla società, accentuandone le differenze alimentandone i conflitti aumentando i divari  economici e le disuguaglianze. Tutto questo persone come me lo hanno capito sin dall’inizio; altri hanno trovato giustificazione nell’assenza di leader alternativi. Volevano vincere “a tutti i costi”, ma questi ultimi si sono rivelati troppo antidemocratici. Non si può pensare di “vincere” a prescindere, come hanno fatto dopo di lui (docente eccellente ma pernicioso) alcuni candidati amministrativi e politici locali, accogliendo nelle loro liste personaggi discutibili e poco affidabili sul piano dell’Etica politica. Meglio non vincere; si pensi al paradosso di un riferimento agli anni della Destra berlusconiana, nel corso dei quali molte delle (contro)riforme che Renzi ha proposto, difeso in modo anche “antidemocratico” (ci si ricordi del “colpo di mano” in Commissione Affari Istituzionali della Camera) e fatto approvare, non riuscirono a passare, mostrando come la “forza” delle opposizioni riuscisse a garantire migliori condizioni. Lo so: è un “paradosso” ed in tal modo deve essere letto. Non rimpiango gli anni di Berlusconi; rilevo soltanto che, dietro un paravento “post-ideologico” di Sinistra (!),  si vadano ora realizzando molti dei “progetti” anticostituzionali che erano trascritti su documenti che la Storia aveva chiamato “eversivi”.

 

 

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