TAI (TUSCAN ART INDUSTRY) 13-17 LUGLIO 2015 ex Fabrica LUCCHESI programma del 14 luglio e reloaded prima parte “PERCHE’ GIRAI UN DOCUMENTARIO SU “GIOVANNA” DI GILLO PONTECORVO

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ORE 16.00
DIARI URBANI / approfondimenti

Il progetto di visite a siti archeoindustriali della provincia pratese prevede due percorsi: uno a Prato ed uno nella Val di Bisenzio. Sono entrambi strutturati in una comunicazione frontale con proiezione di slides, per un inquadramento generale, seguite poi dalla visita ai luoghi. I singoli incontri avranno la durata di circa 3 ore.

SECONDO ITINERARIO:
ITINERARI DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE A CURA DI GIUSEPPE GUANCI.
Partenza ore 16.30 presso la Fabbrica Ex Lucchesi – Piazza dei Macelli, Prato.
L’espansione industriale, agli inizi del ‘900, a sud del centro di Prato. Questo percorso mette a confronto lo sviluppo industriale con l’avvio dell’espansione urbanistica della città lungo in direzione sud, analizzando gli episodi produttivi dei nuovi macelli, il Lanificio Bini, il Lanificio Lucchesi (sede della mostra), il Lanificio Berretti e il Lanifici La Romita (location del film “Giovanna”)

 

PERCHE’ GIRAI UN DOCUMENTARIO SU “GIOVANNA” DI GILLO PONTECORVO di Giuseppe Maddaluno

La via Carlo Marx fino a qualche anno fa era chiamata Via della Romita, e in quel luogo c’era una fabbrica. I proprietari della “Romita” erano i Vannini, una famiglia nota anche per i suoi ideali democratici. La fabbrica era molto grande e vi si svolgeva una lavorazione a ciclo completo: nel 1955 vi fu girato il film “Giovanna”. Esso fu il primo mediometraggio (circa cinquanta minuti) a soggetto di Gillo Pontecorvo, un episodio del lungometraggio La rosa dei venti prodotto da un’associazione della Rdt, la Defa (Federazione internazionale democratica delle donne), che aveva commissionato al grande documentarista Joris Ivens la realizzazione di un film sui problemi delle donne. Ivens mise insieme, per dirigere i diversi episodi, un gruppo di registi internazionali: Cavalcanti, Viany, Gerasimov, Bellon, Vuo Kuo Yn.
Per l’episodio italiano, attraverso il produttore Gaetano Giuliano De Negri, venne scelto Pontecorvo; e quest’ultimo chiese la collaborazione dell’amico Franco Solinas, poi partì per Prato, dove riteneva esistessero obiettivamente le condizioni ambientali ottimali per la realizzazione del suo progetto. La Camera del Lavoro fu uno dei punti di riferimento fissi per Pontecorvo e con lui collaborarono fra gli altri Anna Fondi, Pietro Vannucci, e l’allora sindaco della città Roberto Giovannini. La troupe che operò era di altissimo livello ed anche se composta da pochi elementi, erano tutti molto affiatati fra loro; accanto al regista, oltre ai personaggi già menzionati, si trovarono Franco Giraldi, Giuliano Montaldo, Mario Caiano, Enzo Alfonsi, Erico Menczer, Elena Mannini, Enzo Ciruzzi. Tutti si adoperarono per cercare fra la gente comune le protagoniste e Giovanna sarà una vera giovane operaia, scoperta per caso, in puro stile neorealistico, in un pomeriggio danzante al Circolo Rossi, dal regista e dal produttore, ai quali la presentò Roberto Giovannini.
Il film Giovanna è la storia di una giovane operaia tessile e della sua maturazione, della sua presa di coscienza totale al contatto con le prime esperienze di lotta e di emancipazione; si tratta di un film ingiustamente dimenticato ed escluso immediatamente dalla normale circolazione, per motivi politici ed ideologici legati anche al periodo storico: sono, quelli, anni duri di ‘guerra fredda’, gli anni di Scelba, del centrismo e della ‘legge-truffa’. Ma la storia di Giovanna è stata stranamente dimenticata anche da gran parte della sinistra democratica, dai giovani movimenti delle donne: quella figura di donna ‘integrale’ ancora oggi può essere un punto di riferimento importante per le attuali e future generazioni e può fornire storicamente un interessante momento di partenza ed una chiave di lettura per ricostruire la storia delle donne dagli anni cinquanta ai giorni nostri.

Quando, nel 1982, partendo da Pozzuoli e passando per Feltre, arrivai a Prato, mi portavo dietro il retaggio di un’esperienza decennale fra teatro e cinema sia dal punto di vista ideativo che organizzativo; avevo contribuito a realizzare alcune importanti iniziative ed avevo messo in piedi un ‘collettivo teatrale’ a Pozzuoli ed un’associazione di cultura cinematografica a Feltre, ‘La Grande Bouffe’; ero entrato in modo quasi travolgente nel direttivo nazionale dell’UCCA, l’ Unione dei Circoli Cinematografici dell’ARCI. La prima tappa, messo piede a Prato, fu la Federazione del PCI in via Frascati; subito dopo passai all’ARCI in via Pomeria ed al Sindacato Scuola di Piazza Mercatale: ricordo anche che mi incontrai con Andrea Coveri che già si occupava, era il luglio del 1982, della programmazione cinematografica al Castello dell’Imperatore. Prato aveva da poco festeggiato il suo campione mondiale ‘Pablito’ Paolo Rossi. Quella sera, un 14 luglio, era in programmazione La donna del tenente francese ed un acquazzone concluse la proiezione con un fuggi fuggi generale.

fine 1a parte

 

 

giovanna

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