MA DI CHE COSA PARLIAMO? quando parliamo di “democrazia”?

MA DI CHE COSA PARLIAMO? quando parliamo di “democrazia”?

 

Se qualcuno ha mai potuto pensare di me che sia un “polemico” a prescindere, un ammalato di vetero-ideologia, un rompiscatole, ha fatto bene a pensarlo, anche se dovrebbe chiedersi in primo luogo quali siano le ragioni di questa “polemica eterna”, di questo fastidio assoluto che mi coinvolge soprattutto (ma non solo) di fronte all’arrogante affermazione di un Potere assoluto camuffato da “democrazia”. Qualcuno ci aveva illuso si potesse avviare un percorso di rinnovamento e democrazia, ma anche questo “qualcuno”, come Fabrizio Barca, si è poi defilato andando ad aggregarsi nella schiera dei sostenitori-critici sempre meno critici e più sostenitori forse, ma sarebbe deprimente solo pensarlo, per ottenere qualche minimo riconoscimento, le briciole della tavola del re.  Non ne parliamo più, forse non siamo noi degni di interloquire a tali massimi livelli, forse non sono essi degni di rapportarsi con la nostra “onestà culturale e mentale” che si confonde con l’Utopia. La situazione democratica del Paese è profondamente prostrata (qualcuno può anche cantar vittoria ma ne pagherà egli stesso le conseguenze “democratiche” prima o poi: qualcuno ha già cominciato a subirle e si agita; qualche altro “resiste” – verbo che in tale accezione mi fa ridere\piangere\ridere) e se ne colgono segni evidenti anche ai margini dell’Impero. Scoppiano diatribe “interne” per ora tra Ammnistrazioni “renziane” e Partito “renziano”. Le prime sentono di essere state abbandonate a se stesse ma è la nuova “forma-Partito” che è in assoluto una “non forma” a non poter funzionare, visto che gli organismi democratici “d’antan” sono stati sterilizzati di fatto: nei Circoli\Sezioni non si discute più, le Assemblee e le Direzioni non vengono convocate e quando lo sono  discutono solo in modo finto su scelte già fatte. Il secondo, appunto per tutto quello che ho appena scritto non esiste se non nelle più alte sfere, nelle leadership! E tutto questo mio riflettere può apparire una “polemica” ma purtroppo è semplicemente l’unica certa verità. E non si gongoli a Sinistra, che non si sa cosa sia, se non un guazzabuglio di velleitari le cui sigle appartengono più o meno al loro stesso nome; ma non si gongoli nemmeno al di fuori della Sinistra, dove si raccolgono in modo scomposto migliaia di scontenti ma non vi è una linea che possa essere condivisa e manca del tutto il contatto ed il rapporto con le periferie, che sono la parte più importante dei territori.