DOPO l’ 8 marzo – viva le donne!

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Ieri, ma anche l’altro ieri e in gran parte dei miei post ho parlato di Cultura, di Poesia e di Letteratura valorizzando soprattutto (quasi esclusivamente) il genere femminile. D’altronde, anche la mia invenzione tipografica-editoriale riportava questa peculiarità: “POESIA SOSTANTIVO FEMMINILE”! per 12 anni ho costruito e pubblicato questa silloge.
Ma in riferimento a quel che scrivevo ieri per quel che riguarda la performance di ALTROTEATRO – “Per donna sola” – aggiungerò qualche dettaglio.

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Parlavo di Chiara De Luca e di “Nonna Irma”, una delle liriche presenti nel suo “Alfabeto dell’invisibile” che ho avuto personalmente modo di presentare a Ferrara. Eccone il testo:

Irma era la terza nonna honoris causa
nessuno lo sapeva ma lei era regina
della strada che abitavo da bambina;

con la vita fina e i fianchi danzanti
le gambe di giunchi e i gigli dei denti
e camelie di capelli cotonati con cura
attorno al capo come una corona,

Irma non perdeva un solo colpo
a bordo dalla bianca Cinquecento
quando in tacchi alti e completo elegante
le unghie laccate e il parasole sgargiante
partiva dritta e fiera verso il mare;

Irma che fingeva d’infornare
la mitica ciambella “superiore”
che dal pasticcere in segreto comprava
per noi bambini nel fine settimana;

Irma che diceva di parlare con i fiori
di non lasciarli mai nel silenzio da soli,
lei che riesumava ciclamini e spuntava
nel centro sorridente al davanzale
sporgendosi per invitarci a salire;

Irma che senza una ragione
un giorno mi ha donato il sole
giallo del mio piccolo tenore

Cippi il canarino che sapeva

scrosciare con la voce come un fiume
perdersi in onde e vortici nel mare
del suo lungo assolo che sembrava risalire
all’infinito per sfumare solo quando il sole
esausto tramontava con il capo sotto l’ala;

Irma che mi ha lasciata sola
quando ero già così lontana
da questa nostra città tanto sorda o burlona.

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E sempre ieri menzionavo un’altra figura eccellente della poesia e della canzone colta italiana – Claudia Fofi che “è umbra, di Gubbio. Scrive poesie da sempre, da quando giovane e ribelle voleva “trovare nuovi modi di scrivere nell’aria”. Studia pianoforte da bambina. Si laurea in lingue. Una notte prende un microfono in un pub…inizia a cantare. Le poesie diventano canzoni, le lezioni prese da bambina si rivelano utili alle composizioni originali.
Diventa cantautrice e vince concorsi importanti: Premio Ciampi, Grinzane Cavour è finalista al Premio Musicultura.
Franco Arminio l’ha definita “Ostetrica della Voce” per la sua capacità di far cantare chiunque.

Voglio qui accennare al suo libro d’esordio, “ODIO LE RAGIONIERE”, che di certo presenteremo qui a Prato. Riporto quel che è trascritto sulla “brochure” che mi ha inviato:
“Odio le ragioniere. Forse, ma non sono sicura. Odio è una parola grossa. Di sicuro odio le ragioniere che mi rubano il marito. Non tutte quindi, solo alcune. Amzi, solo una. La Ragioniera.”

Ma, se consultate il sito che qui sotto vi riporto vi troverete altre motivazioni in altre liriche altrettanto gustose, ironiche, icastiche e pungenti….

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/02/20/silloge-dellabbandono-di-claudia-fofi/

Cosa sia la performance che accompagna la presentazione del libro ce lo dice il testo qui sotto riportato:

ODIO LE RAGIONIERE
Concerto poetico per voce, pianoforte e loop machine.
di e con Claudia Fofi
Regia di Riccardo Tordoni

Un’azione poetica e di improvvisazione vocale dove tutto può succedere.
Piangere, ridere, far di conto, tirare le somme sulla propria vita e sui propri amori naufraghi.
Questa performance può servire a curare, a passare un balsamo sulle proprie ferite, a riderci sopra, a scoprire di non essere soli.
Alla fine si può decidere di acquistare il libro. Rileggerlo a casa. Ed usare la propria. Di voce.

E, dunque, buon dopo 8 marzo a tutte le donne ed agli uomini che le amano e che da queste sono amati!!!

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