PRIMO CIAK (un racconto) – prima parte –

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PRIMO CIAK (un racconto) – prima parte –

“Ragazzi state fermi! E fate silenzio” Andrea riprese per un attimo il suo ruolo di professore, anche se solo due di quei giovani erano suoi allievi. Erano più di quindici, diciotto per l’appunto, a partecipare a quell’esperienza, che per loro era la “prima”. In verità lo era anche per Andrea. Solo che “quelli” avevano dai 16 ai 18 anni e “lui” 35.
Il cinema però ce l’aveva avuto nel sangue, come spettatore, sin da bambino e poi man mano negli anni come cultore; Andrea aveva visto, aveva letto, aveva scritto; mai però aveva vissuto da vicino la “fabbrica” del Cinema. Ne conosceva i fondamentali ma solo in teoria. Da docente utilizzava in modo costante il Cinema come riferimento e supporto didattico e così molte volte aveva partecipato ad incontri e corsi di aggiornamento che utilizzavano in modo precipuo le tecniche audiovisuali. Ne aveva organizzato qualcuno anche lui ed in quelle occasioni aveva progettato per le scuole una serie di incontri con i vari “mestieri” del Cinema ai quali avevano preso parte grandi personaggi. E gli era man mano cresciuta la voglia di provare a costruirlo, un film!

Quel giorno ci sarebbe stato, dunque, il battesimo per quella nuova esperienza. Andrea era emozionato sin dai giorni precedenti ma non voleva mostrarlo; si era affidato ad un amico esperto che aveva già realizzato molti video ma costui si sarebbe occupato essenzialmente delle riprese e poi del montaggio, ma tutto il resto….avrebbe dovuto deciderlo lui!
La fase preparatoria era stata entusiasmante; anche la “sceneggiatura” era stata scritta progressivamente su “fogli” volanti. Erano state accuratamente scelte le “locations”, coinvolgendo amici ed amici degli amici: era stato uno degli aspetti più interessanti del progetto insieme alla ricerca dei “protagonisti”, anche questi “amici” ed “amici di amici”. Il “tutto” una vera e propria “troupe” all’opera, una piccola “armata culturale”! ma il primo ciak fu davvero sorprendentemente “disastroso”!

Il luogo prescelto era un “ristorantino” sul lato sinistro del Bisenzio all’imbocco del Ponte Mercatale. Quando Andrea lo aveva adocchiato si era presentato con le credenziali del Comune ed aveva ottenuto il consenso ad utilizzarne le strutture nel giorno di chiusura: non gli era parso così piccolo come al momento del primo ciak. Cinque tra operatori e tecnici, diciotto tra ragazze e ragazzi giustamente curiosi ed entusiasti di prendere parte ad un’impresa artistica, cinque attori da gestire, sistemare e coordinare creavano non pochi problemi ad un neofita come Andrea.
L’ambiente risultava molto piccolo e stretto; è lo scotto che bisogna pagare quando si scelgono location in assenza di risorse per costruire scenografie adatte per il testo sceneggiato.
“Ragazzi, vi prego: state fermi e fate silenzio!”
Andrea aveva sistemato personalmente due tavoli, quelli piccoli per due sole persone, due “coppie”. In primo piano, con vista “Ponte” e “Porta” al di là del finestrino, quello con il protagonista e la sua cugina e più in là in secondo piano quello al quale è seduto un altro signore in compagnia di un’amica. Poi aveva fatto collocare le “luci” e posizionare la telecamera per la migliore inquadratura. Le riprese prevedevano la registrazione “in diretta” ed occorreva il massimo silenzio. Prima di iniziare a registrare si fecero delle prove.
“Possiamo andare! Vi raccomando, silenzio. Non possiamo nemmeno sentire il minimo calpestio e trattenete il respiro”. Tavoli e sedie “inutili” erano stati accatastati alle spalle o nei lati fuori campo: il resto era occupato dall’armamentario tecnico e da presenze aliene curiose di quel che accadeva.
Ciak si gira. Sulla lavagnetta uno dei giovani allievi a ciò assegnato da Andrea aveva trascritto numero romano di scena e numero arabo di ripresa. Era come il primo bagno di stagione, quando si teme di più il contatto con l’acqua fredda ma poi si sguazza piacevolmente in essa…..

fine prima parte

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