GIL O DELL’AMORE E PASSIONE – parte 6

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GIL O DELL’AMORE E PASSIONE – parte 6

Gil mostrò ai suoi amici, anche agli altri che, oltre a Federico ed Amedeo, erano seduti ai tavolini contigui, alcuni suoi appunti. Qua e là aveva tracciato su fogli volanti i nomi degli studenti come se fosse un piccolo “registro” e poi, accanto a questi, aveva anche stilato dei profili sia sotto forma di sottile ironia con disegnini rapidi e stilizzati sia con qualche nota sul carattere, perlomeno quello che era apparso in poco meno di due ore. “Curiosa”, “Attento”, “Sospettosa”, “Timido” ed accanto al nome di Lisa aveva aggiunto un asterisco e “Simpatica…molto” ma non si spinse oltre ed avviarono a parlare di questioni organizzative: progettavano di costituire un’ennesima Associazione culturale ed avevano anche in mente di allestire uno spettacolo teatrale.

Il loro era un Gruppo, non sempre aperto ma non del tutto chiuso, di amici tutti maschi che si occupavano di Cultura e che si ritrovavano spesso a confrontarsi anche per mostrare la loro preparazione; ed allora partiva una gara alla quale Gil non amava partecipare, preferendo più il “fare” che il “sapere”. Si estraniava allora, mentre era sempre molto partecipe quando si dovevano trattare temi politici, civili e culturali, particolarmente di tipo pratico ed organizzativo.

In quegli anni alla Rai molto seguite erano le “Tribune politiche” e Gil con i suoi amici ne avevano organizzate sul loro territorio ed avevano avuto un grande successo: in una di queste occasioni il “successo” aveva prodotto anche un furioso litigio di cui aveva parlato non solo la stampa locale.

In quegli anni i giovani maschi potevano incontrare le ragazze in diversi modi: in Parrocchia, al termine delle funzioni religiose del giorno di festa; all’uscita di scuola; ed alle feste organizzate nelle dimore familiari, non sempre “dependance” e troppe volte sotto gli occhi vigili di genitori e parenti vari.
Nei Circoli le ragazze non si vedevano tanto spesso e, se accadeva, o era semplicemente per un “tocca e fuggi” per evitare di essere etichettate come poco di buono o era in occasioni nelle quali potevano essere accompagnate da qualche fratello o sorella che potesse poi riferire.

Gil era in un gruppo di maschi che però ricevevano molti inviti il sabato sera o la domenica pomeriggio e molto spesso, poiché erano tra i più conosciuti, Gil, Amedeo e Federico ricevevano più inviti e non ne rifiutavano alcuno…….

….continua….

Foto mia

VERSO IL REFERENDUM AUTUNNALE – VOTA “NO” – Un ennesimo “ricatto morale”

VERSO IL REFERENDUM AUTUNNALE – VOTA “NO”

Un ennesimo “ricatto morale”

Utilizzo la “sintesi” per aprire una discussione: mentre si va verso il Referendum di autunno i proponenti del SI accusano una parte dei fautori del NO che appartengono a quelli che considerano della loro stessa area (Sinistra o Centrosinistra) di volersi “apparentare” alla Destra di FI e ai “demagoghi” del M5S. Sono “patetici” ed “ipocriti” oltre che “ricattatori morali”: non si scandalizzavano affatto quando stringevano accordi con Berlusconi nel cosiddetto “Patto del Nazareno” e non si scandalizzano troppo di avere dalla loro parte Denis Verdini; e non si scandalizzerebbero affatto se una parte della Destra o del M5S votasse SI: lo considererebbero del tutto “normale”.

La maggioranza del Partito Democratico sta imponendo sui suoi un ennesimo ricatto morale attraverso una proposta di riforma costituzionale che limita in modo irreparabile l’esercizio della Democrazia. Sento già le voci delle “comari” gracchianti sottolineare la presunta eresia da me profferita, ma è del tutto evidente che l’attuale legislatura “renziana” sia stata contrassegnata da un’assenza progressiva di “partecipazione diffusa” come sarebbe stato naturale attraverso gli organismi territoriali fino a pochi anni fa, tanto è che i dati numerici degli aderenti al PD sono in calo progressivo.
Devo tuttavia aggiungere che non mi fido dei miei attuali “compagni di viaggio” (la Destra ed il M5S) di cui non riesco ancora ad intravedere un vero e proprio impegno nei diversi Comitati per il NO.

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reloaded UNA PROFONDA VERITA’ perché voterò NO al referendum

reloaded UNA PROFONDA VERITA’ perché voterò NO al referendum

UNA PROFONDA VERITA’

SE E’ VERO – COME E’ VERO – CHE LA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE (QUELLA INTOCCABILE – e vorremmo vedere!) NON E’ MAI STATA APPLICATA O – TUTT’AL PIU’ – E’ STATA PIEGATA AGLI INTERESSI PARTICOLARI DELLE CLASSI DIRIGENTI – CHE FIDUCIA PUO’ AVERE IL POPOLO ITALIANO CHE LE NUOVE REGOLE PROPOSTE CON IL REFERENDUM AUTUNNALE (per il quale il Governo chiede di votare SI, considerandole essenziali per il suo personale concetto di “Democrazia”) POSSANO DAVVERO ESSERE APPLICATE?

LE PROPOSTE REFERENDARIE CHE CI VENGONO SOTTOPOSTE ABBASSANO ULTERIORMENTE E MORTIFICANO IL LIVELLO DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

Io non rispondo – risponda il POPOLO

VOTATE NO

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PER SORRIDERE INSIEME – ecco una delle argomentazioni-approfondimenti dei sostenitori del SI al referendum di autunno

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PER SORRIDERE INSIEME – ecco una delle argomentazioni-approfondimenti dei sostenitori del SI al referendum di autunno

CONVINTO DI FARE UN BUON SERVIZIO DI TIPO CIVILE, PUBBLICO SUL MIO BLOG UN DOTTO E PRECISO APPROFONDIMENTO DA PARTE DI CHI SOSTIENE CHE LA PROPOSTA DI MODIFICA COSTITUZIONALE SULLA QUALE IL POPOLO ITALIANO E’ CHIAMATO AD ESPRIMERSI E’ PER DAVVERO “COSA BUONA E GIUSTA”.

CON LA RIFORMA IL SENATO SARA’ “NOMINATO” DAI CONSIGLI REGIONALI (LA SCELTA PREVISTA E’ TRA DUE SINDACI ED ALCUNI CONSIGLIERI REGIONALI) ED ALTISSIMA E’ LA POSSIBILITA’ DI DISOMOGENEITA’ TRA MAGGIORANZA DELLA CAMERA E MAGGIORANZA DEL SENATO – PERALTRO ANCHE LA CAMERA SARA’ COMPOSTA PER LO PIU’ DA “NOMINATI” DESIGNATI DALLE FORZE POLITICHE – INTANTO E’ DEL TUTTO EVIDENTE LA FARRAGINOSITA’ DELLA MATERIA (in corsivo pubblico l’articolo 70) CHE COMPORTERA’ DISSIDI E RITARDI – NON DIMENTICHIAMOCI CHE IL VERO PROBLEMA DELLA POLITICA ITALIANA NON RISIEDE TANTO NELLE REGOLE MA NELL’ASSENZA DI UNA FUNZIONE ETICA DELLA PRATICA POLITICA TROPPO SPESSO PIEGATA AD INTERESSI MOLTO LIMITATI SE NON INDIVIDUALI O CONNESSI A LOBBIES – I RITARDI CON CUI SI APPROVANO LE LEGGI SONO COLLEGATI AD UNA PROFONDA FRATTURA TRA ELETTORI ED ELETTI COSICCHE’ I PRIMI MOLTO SPESSO SI ASSENTANO – SFIDUCIATI – DAL PARTECIPARE

QUESTA RIFORMA HA UN DIFETTO PROFONDISSIMO – PER GARANTIRE EVENTUALE VELOCIZZAZIONE DEI PROVVEDIMENTI MORTIFICA LA DEMOCRAZIA

Art. 70
La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali.
Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati.
Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato delle Autonomie che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato delle Autonomie può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati, entro i successivi venti giorni, si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato delle Autonomie non disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata.
Per i disegni di legge che dispongono nelle materie di cui agli articoli 57, comma terzo, 114, comma terzo, 117, commi secondo, lettere p) e u), quarto, sesto e decimo, 118, comma quarto, 119, 120, comma secondo, e 122, comma primo, nonchè per quelli che autorizzano la ratifica dei trattati relativi all’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, la Camera dei deputati può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato delle Autonomie solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Idisegni di legge di cui all’articolo 81, comma quarto, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato delle Autonomie che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione. Per tali disegni di legge le disposizioni di cui al comma precedente si applicano solo qualora il Senato delle Autonomie abbia deliberato a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Il Senato delle Autonomie può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonchè formulare osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati.

ECCO LA RIFLESSIONE PROFONDA DI UN SOSTENITORE DEL SI

Il mito dei troppi procedimenti legislativi della riforma

I sostenitori del No affermano spesso che la riforma costituzionale introduce “troppi” procedimenti legislativi, che potrebbero addirittura portare al blocco del Parlamento. In realtà, il sistema non è così complicato. Vediamo quali saranno i procedimenti legislativi:
Leggi bicamerali (Costituzionali e non): come abbiamo visto qui, con la riforma le leggi bicamerali rappresenteranno una percentuale bassissima sul totale; il procedimento resterà identico a quello attuale.
Leggi non bicamerali: le leggi diverse da quelle bicamerali saranno esaminate dal Senato solo se questo, su richiesta di un terzo dei suoi membri, deciderà di farlo entro 10 giorni dalla trasmissione del testo approvato dalla Camera. In questo caso, il Senato avrà poi 30 giorni per fare le sue proposte. L’ultima parola spetterà alla Camera, che potrà accoglierle o respingerle a maggioranza semplice.
In alcuni specifici casi, facilmente identificabili, si applicheranno piccole varianti procedurali.
Procedimento “a data certa”: la Camera, su richiesta del Governo, potrà deliberare di esaminare un disegno di legge in via prioritaria in quanto essenziale per il programma di Governo. In questo caso, i termini per l’intervento e l’esame del Senato saranno ridotti rispettivamente a 5 (anziché 10) e 15 (anziché 30) giorni. La Camera dovrà deliberare in via definitiva entro 70 giorni.
Conversione dei decreti legge: per le leggi di conversione, considerata l’urgenza, il Senato dovrà disporre di esaminare il testo entro 30 giorni dalla presentazione del ddl alla Camera e avrà 10 giorni dalla trasmissione da parte della Camera (anziché 30) per formulare proposte di modifica.
Leggi a esame “necessario”: l’esame del Senato sarà automatico e non “su richiesta” in due casi:
– quando lo Stato, con legge approvata dalla Camera su proposta del Governo,interverrà su materie non rientranti nella sua competenza esclusiva, esercitando la cosiddetta clausola di supremazia. In questo caso, se le modifiche proposte dal Senato saranno adottate a maggioranza assoluta, anche la Camera, per non accoglierle, dovrà deliberare a maggioranza assoluta;
– per la legge di bilancio; in questo caso il Senato avrà 15 giorni (anziché 30), per mandare le proprie proposte di modifica alla Camera.
Riassumendo, a tutte le leggi non bicamerali si applicherà lo stesso procedimento, con tre possibili varianti, semplici da applicare e riguardanti casi specifici e ben identificati:
– accorciamento dei termini in cui il Senato si deve esprimere (leggi con voto “a data certa”, leggi di conversione dei decreti, legge di bilancio);
– maggioranza assoluta e non semplice perché la Camera possa non accogliere le proposte del Senato (proposte adottate dal Senato a maggioranza assoluta in caso di esercizio della clausola di supremazia);
– esame del Senato obbligatorio e non facoltativo (esercizio della clausola di supremazia e legge di bilancio).
Esiste un rischio di blocco del sistema? Assolutamente no. Le regole sono semplici e chiare.
C’è chi dice che “le leggi saranno molto più lente perché il Senato potrà avocarle a sé e mantenerle per 40 giorni”. E’ purtroppo mera disinformazione. Infatti, con la riforma il passaggio al Senato durerà appunto 40 giorni (e anche meno in alcuni casi). Oggi le letture delle leggi ordinarie al Senato durano, secondo le statistiche ufficiali, tra 117 e 227 giorni, quindi da 3 a 5 volte di più.
Fonte: andreamazziotti.eu

SE SIETE SOPRAVVISSUTI ALLA LETTURA RIFLETTETE SU COME SIA POSSIBILE CHE SINDACI E CONSIGLIERI REGIONALI RIESCANO A CONTEMPERARE LE LORO FUNZIONI “PRIMARIE” (Comune e Regione) CON QUELLE “SECONDARIE”

SE SI VOTA NO SI FA UN BUON SERVIZIO ALLA DEMOCRAZIA

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MI FANNO SORRIDERE – parte terza

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MI FANNO SORRIDERE – parte terza

A qualcuno che ha provato a chiedere l’apertura di un dibattito più ampio e concentrato sui temi costituzionali, attraverso una fase costituente, si è risposto che ciò avviene – come è avvenuto – solo in casi eccezionali (a tutta evidenza, un pretesto), tipo un “dopoguerra”.
Ma quel che si è chiesto e che si chiede e si chiederà con una voce collettiva è la necessità – quando si predispone un cambiamento cui si vuole dare rilevanza ed importanza – di un coinvolgimento popolare realmente diffuso.
D’altronde va riaffermato (il bisogno di farlo è commisurato alla strumentale sottovalutazione che questo Governo contrappone al rilievo) che questo Parlamento è, se non del tutto illegittimo (la Corte costituzionale non è andata a fondo di questo tema e si è limitata a garantire soltanto la minima governabilità del Paese), scarsamente titolato a produrre una Riforma, fosse anche essa la soluzione concreta dei problemi annosi che dovrebbero essere affrontati e portati a soluzione.

Chiudo questa parte con la consapevolezza che solo con la vittoria del NO al referendum di autunno (ottobre o novembre 2016) potremmo davvero andare ad una successiva rapida ma costruttiva fase costituente, con la quale incidere sui metodi dell’agire politico, operando sull’etica di un servizio civile e non personalistico.
Il cambiamento infatti va prodotto sul serio e solo attraverso la partecipazione democratica – che non sia un vago riferimento ad uso propagandistico, come lo è stato purtroppo finora – e che è mancata e manca in particolar modo nell’anima di questa proposta sulla quale ci si chiede di esprimerci, una proposta che si configura come una sorta di peronismo mediterraneo.

Ai detrattori di mestiere mi piace rilevare come si sforzino a voler dimostrare l’indimostrabile (ecco perché nella parte seconda ho aggiunto in calce la favoletta fedriana). Costoro accusano noi – che siamo per il NO – di essere in modo pregiudiziale contrari non tanto alla Riforma (che addirittura dicono “che non l’abbiamo letta”, “che non scendiamo nel merito” e bla bla bla) quanto a Renzi. Mi chiedo: perché a noi non sarebbe consentito affermare che siano loro succubi di Renzi e che forse non hanno ben compreso la gravità della proposta referendaria? Vogliono arrivare forse allo scontro?

…fine parte terza….

MI FANNO SORRIDERE parte seconda

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MI FANNO SORRIDERE – e come – anche se non lo accettano quelle persone che si ergono in maniera assoluta nel distribuire giudizi di parte sulla querelle “costituzionale” che ci vede impegnati in questi tempi.

MI FANNO SORRIDERE…suvvia e non potrebbe che essere – per me – così soprattutto quando avverto lo sforzo che compiono per giustificare la loro scelta.

Altro elemento su cui riflettere – in questi frangenti – è legato al ruolo dei “social” che solo apparentemente svolgono una funzione comunicativa utile: ciascuno dei partecipanti ritiene di poter dispensare quasi sempre in buona fede le proprie idee con la convinzione che ciò garantisca di per sè l’acquisizione di proseliti. Sono di certo annoverabile tra questi, anche se sono consapevole della limitatezza della platea web a mia disposizione, a meno che – per l’appunto – non si sia appartenenti ad una rete ben diversamente organizzata.

E’ molto semplice conoscendo i propri “limiti”, entrare nel “merito” (utilizzo questo termine inserito nel “mantra governativo” in senso oppositivo per evidenziare con presunzione che “gli altri” non siano in grado di arrivare al nocciolo della questione) delle “critiche” che vengono rivolte a coloro che rifiutano il “dono” che una ristretta maggioranza del Parlamento fortemente condizionata dal Governo (tanto che si può ragionevolmente parlare di “eterodirezione” e di “ricatto morale”) ci vuole rifilare.

Ed è molto utile seguire le “sintesi” pubblicitarie dei Comitati per il SI per far veicolare le ragioni e la necessità di votare NO.
Facciamo subito un esempio: dicono che questa (?) Riforma sia attesa da tanti anni (chi dice “venti”, chi “trenta”, “quaranta” o “settanta”, fate vobis!). Ed aggiungeranno che chi vuole fermare questa (!) Riforma è un conservatore indisponibile al cambiamento.

NON è una buona ragione per votarla, proprio perché si entra nel merito. Basterebbe intanto riflettere sui motivi per cui in tutti questi anni non sia mai stata approvata alcuna modifica “costituzionale” attraverso i referendum. Ci hanno provato con il solito “metodo” ma non hanno mai imparato la lezione! E poi se andassimo ad aprire il Pantheon di coloro che ci hanno provato – dal di fuori – e che non vengono riconosciuti come “padri costituenti”, perché “impresentabili” e pericolosi, ci troveremmo davanti ad una parte della Storia del nostro dopoguerra: Randolfo Pacciardi, Edgardo Sogno, Luigi Cavallo, Giovanni Di Lorenzo, Junio Valerio Borghese, Licio Gelli e compagnia bella.

—- fine seconda parte —-

Un anticipo per la seconda parte ed una favoletta che molti conoscono e che va reinterpretata…..

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Alcuni amici mi hanno inviato una riflessione di un grande uomo del passato, un costituente, un cattolico, don Dossetti. “Si tratta di impedire a una maggioranza, che non ha ricevuto alcun mandato al riguardo, di mutare la Costituzione: si arrogherebbe un compito che solo una nuova Assemblea costituente, programmaticamente eletta per questo e a sistema proporzionale, potrebbe assolvere come veramente rappresentativa di tutto il popolo. Altrimenti sarebbe un autentico colpo di Stato”.
Giuseppe Dossetti in un discorso del 1994.

La favoletta è quella di Fedro – “Lupus et agnus” (Il lupo e l’agnello)

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Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l’agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: “Perché osi intorbidarmi l’acqua?”
L’agnello tremando rispose: “Come posso fare questo se l’acqua scorre da te a me?”
“E’ vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole”.
“Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato”.
“Allora” riprese il lupo “fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie”. Quindi saltò addosso all’agnello e se lo mangiò.
Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.

MI FANNO SORRIDERE

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MI FANNO SORRIDERE

Mi fanno sorridere e mi inducono alla tenerezza coloro, donne ed uomini, che in questi ultimi tempi assumono atteggiamenti pieni di saggezza nello spiegare che la riforma della Costituzione così come ci viene propinata è la migliore “possibile” nel garantirci risparmio e governabilità. E così quando io scrivo che “forse” vi sarà risparmio ma non è poi così sicuro (la riduzione del numero dei senatori è contemperata dal fatto che non diminuiranno le spese per i loro viaggi, le diarie e le permanenze in sede romana: a ciò si potrebbe obiettare che i senatori non avranno gli stessi impegni di ora e ne avranno ben più sui loro territori, essendo sindaci e consiglieri regionali), visto che non saranno bloccate le spese per Palazzo Madama, qualcuno risponde che “non entro nel merito” e lo ripete, senza minimamente mettere in discussione quel che scrivo. Ed allo stesso modo quando rilevo che, per rispettare (ma si sa la Costituzione non è abituata ad essere rispettata) gli impegni che toccherebbero al nuovo Senato delle autonomie, i senatori (sindaci e consiglieri regionali) dovrebbero essere stanziali, per cui delle due l’una: o la loro funzione sarà esclusivamente rappresentativa con un “vulnus” ancora più profondo nel cuore della Democrazia oppure l’approvazione delle leggi che competono a quel ramo del Parlamento rischierà di subire molti rallentamenti.
Mi fanno sorridere e mi spingono ad interrogarmi seriamente quelle persone, donne ed uomini, che ritengono di poter conoscere il mondo della Politica soltanto perché leggono il quotidiano o spiluccano sui siti web qua e là o frequentano saloni di barbieri e di parrucchieri. E mi fanno sorridere quando si inalberano ritenendosi “alla pari” di coloro i quali la Politica l’hanno praticata dal di dentro per anni ed anni, organizzando (o semplicemente partecipando a) seminari e convegni, correndo e soffrendo per chilometri e chilometri per campagne elettorali ed amministrando per anni parte della “cosa pubblica” senza interruzione di sorta. Mi ricordano le centinaia di tifosi che si impegnano, pur non essendo titolati come allenatori (ma ne hanno diritto ed io non mi spertico a negarglielo), a mettere su la Nazionale di calcio, e ci bevo su!
Mi fanno sorridere e mi sollecitano a risponder loro tutte le persone che si ostinano a sottolineare che “però la Riforma ha degli aspetti positivi anche se….” e mi permetto di ricordar loro che anche la comune minestra, composta da ottime vedrure del nostro orto potrebbe essere irrimediabilente rovinata ed immangiabile se – per una distrazione – le si aggiunge un pezzettino di prosciutto irrancidito o del formaggio ammuffito.

E così mi fanno sorridere tutte/i coloro che vorrebbero sterilizzare i sostenitori del NO ed in primo luogo quelli che del PD hanno fatto – o ne fanno ancora – parte insistendo come delle piattole sul fatto che la loro contrapposizione sia esclusivamente pregiudiziale verso Renzi. Ed io rispondo loro: “e se pure così fosse?” La sfiducia verso l’attuale PdC comporta anche una sfiducia su ciò che egli difende, specialmente quando è contrassegnata da una diminuzione del livello democratico diretto a vantaggio di quello indiretto ed un abbassamento verso il minimo storico del livello di partecipazione attiva.

Care amiche ed amici di cui sopra stampatevelo bene in testa: non vi voglio convincere. Ma allo stesso tempo, le mie convinzioni credo siano molto chiare (forse per qualcuno non è così, ma poiché mi sono ripetuto, penso abbia la “testa dura”).

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UN INTERESSANTE DIBATTITO SUL REFERENDUM AUTUNNALE

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DEDICATO AL MIO AMICO GIUSEPPE (Giosué) MADDALUNO
RAGIONI DEL SI E DEL NO – DIFFERENTE APPROCCIO DA PARTE DEI CONTENDENTI ALLA QUESTIONE.
Voglio soffermarmi su di un piccolo evento che riguarda me e un mio amico. Parlo in pubblico di un “piccolo” fatto personale solo perché paradigmatico di come (molti) fautori del NO alla riforma costituzionale e (alcuni) fautori del SI stanno affrontando questa disputa (almeno sulla Rete). Potevo servirmi del mio piccolo blog ma, poiché l’evento paradigmatico è avvenuto su Facebook, ho preferito questo mezzo. Poiché il significato (a mio modesto parere) pubblico si confonde con quello privato (tra me e il mio amico) mi scuserete e capirete se talvolta sembro rivolgermi al mio amico e talaltra ai fautori del NO e perdonerete qualche (apparente ma voluto) confusione sintattica. Ho condiviso un post favorevole al SI al Referendum sulla riforma costituzionale. Il tema è molto sentito da entrambe le parti e, spontaneamente, senza che il sottoscritto ne avesse l’intenzione in quella specifica sede, ne è nato una sorta di lungo e appassionato Forum. Vi ha partecipato il mio amico di gioventù Giuseppe Maddaluno, un caro amico col quale ci siamo per un pò persi di vista causa il suo trasferimento, per ragioni professionali, da Pozzuoli a Feltre prima e poi, penso in maniera definitiva, a Prato. Io tiro per il SI e lui per il NO al referendum di novembre. Più che normale. Siamo stati entrambi un pò duri (io ritengo non per colpa mia … ma sono parte in causa per cui non insisto su questo tema che, del resto, penso non interessi nessuno). Però una cosa la devo dire, perché la ritengo emblematica di come ci si sta approcciando a questa disputa referendaria da parte di tutti ma non in egual misura. I fautori del NO (in maggioranza) tendono a non discutere ma ad asserire, tenendo in non cale le argomentazioni, giuste o errate che siano, dell’interlocutore. I loro ragionamenti riguardano molto meno se il biparlamentarismo perfetto sia giusto o sbagliato, se sia preferibile il monocameralismo radicale al punto dal votare NO alla riforma etc. etc. ma si soffermano solo sul fatto che questa riforma è pessima perché voluta da Renzi, perché da lui non può venire nulla di buono, perché con la Boschi è asservito ai poteri forti e bla bla bla. Tutto legittimo. Forse però questo atteggiamento ha poco a che fare con la democrazia che è disputa, controargomentazione, confutazione del parere altrui (comunque rispettato). Il mio amico dice: ergo tu non la hai fatta in modo serio e per questo il tuo parere vale – almeno un pò – di meno! Sarò all’antica … ma pensavo che la democrazia fosse: “una testa=un voto” … ma sarà cosa da radicali inglesi dell’800, un pò demodé. Se poi si chiede al nostro amico del NO di entrare nel merito, la risposta è irridente, poi si parla di un merito, magari definendolo tale ma senza entrarvi, poi alla fine lo si sfiora e, come calando un bel 3 a tressette (sicurissimi di avere ragione inconfutabile) si dice ” e ora rispondimi”. Rispondo con argomentazioni (sempre giuste o sbagliate) ma la controrisposta è “non mi hai risposto”. E’ tale dunque la consapevolezza di aver calato il famoso 3 a tressette che la risposta, data almeno tre volte, non viene manco letta, per cui l’atteggiamento non è quello laico “non mi hai convinto per questo o quest’altro motivo” ma, “sono così sicuro (dogmaticamente) di esser nel giusto che non ti leggo nemmeno”! Fin qui tutto è criticabile ma sempre legittimo. Poi è avvenuto qualcosa, a mio parere, di disdicevole (da un punto di vista democratico). Come tutti sapete, poichè quel link lo ho postato io, Facebook mi da la possibilità di cancellare i commenti sgraditi. Mi sono ben guardato dal farlo, perché a me piace discutere e nessuna voce discorde dalla mia risulterà mai sgradita (chissà, al termine di una discussione convincente potrei anche cambiare parere, non sarebbe la prima volta ed è uno dei più profondi significati della libera e franca discussione). Però, si da il caso, il mio amico è titolare di diversi blog. Mi è capitato di commentare in calce ad uno di essi, favorevole al NO, in maniera critica. Per farlo ho dovuto lasciare la mia email, il mio sito web etc. etc., tutte cose cui ho ottemperato … salvo che la mia risposta non è stata pubblicata … legittimo! … ma anche poco democratico e poco rispettoso delle opinioni altrui! Amici del NO, sicuramente avrete dei buoni motivi nel merito per votare NO, perché evitate la discussione? Perché non contrapponete le vostre ragioni a noi del SI? Forse il mio amico Giosué non risponderà … e sarà un silenzio molto eloquente … o forse risponderà … si spera riparando anche all’errore commesso!

Risposte di interlocutori (amiche ed amici di Facebook) contrassegnati dalle iniziali ed ai quali invierò direttamente il post pubblicato – Li ringrazio per aver partecipato a questo interessante dibattito

M.R.P.

Atteggiamenti, quelli evidenziati e criticati in questo post, che hanno la loro origine ‘antica’ nella cultura tradizionale della sinistra radical chic di una volta. Ora che non esiste più una destra ci si esercita all’interno della sinistra stessa, divenuta litigiosa e confusa, incapace anche di riconoscere in un momento così importante come questo quale sia il meno peggio e il vero nemico da combattere. Condivido in pieno il concetto base del post senza entrare nel merito della diatriba tra i due amici, di cui non conosco i particolari.

N.M.

e mentre a Roma si discute il mondo brucia, mi verrebbe di parafrasare…senza entrare nel merito, perché sono distante dal renzismo quanto dalla sinistra conservatrice e fallimentare pre-Renzi, (e mi sarà difficile votare al referendum senza tra l’altro che si corregga la legge elettorale), trovo incredibile, e su questo so di concordare profondamente con te Lucio, che la polemica ovviamente legittima dentro il Pd, il centro-sinistra, la sinistra, assuma toni laceranti e di contrapposizione, come se fuori dal nostro recinto non ci fossero non solo i 5 stelle, che a questo punto diventano perfino il meno peggio, ma i Salvini, il voto austriaco e il referendum ungherese di ottobre, Trump, la Le Pen e chissà chi altro in Olanda, in Germania e altrove…Sanders finite le primarie pare si sia schierato con un candidato di ‘apparato’ come la Clinton avendo ben presente che battere Trump è a questo punto fondamentale, mentre a chi segua il dibattito politico-mediatico in Italia Renzi e il Pd appaiono quasi come il nemico principale della sinistra, il che insieme ad un antico vizio settario e perdente implica una sottovalutazione dei rischi della democrazia oggi

M.P.

Chi si definisce democratico dovrebbe avere come faro comportamentale la imprescindibile capacità ad accettare il confronto dialettico, la dote di esporre convintamente le proprie argomentazioni soprattutto con chi la pensa diversamente. Ma non c’è vera democrazia se non c’è una conseguente reale attitudine a misurarsi attraverso argomentazioni contrastanti tra di loro. A volte capita però che ci si innamora talmente tanto delle proprie idee e delle proprie convinzioni che diventa insostenibile il semplice pensare che altri siano orientati diversamente da noi su una determinata problematica. Questo atteggiamento snobistico, che di democratico ha poco o nulla, determina in automatico la predisposizione a rifiutare il dialogo, a chiudersi talmente a riccio sui propri convincimenti, che alla fine mette, chi si approccia in tal modo, spalle al muro con la presunta capacità di guardare, anche se in maniera critica, ad altri che la pensano diversamente. Ma è atteggiamento snob o autocelebrazione di una propria presunta superiorità morale o più semplicemente mancanza di veri argomenti di controdeduzione?

LA MIA RISPOSTA

Rispondo, e sì che rispondo, perché come in un “gioco delle parti” potrei senza sbagliarmi rigirare tutto (la classica “frittata”) e modificare i nomi, laddove c’è Lucio metterci Giuseppe e laddove Giuseppe inserire Lucio. Le critiche sono sempre ben accette, ma – quando si arriva ad insistere nel voler demolire le idee – occorre saper fermarsi, se non altro per il rispetto degli altri interlocutori che finiscono per non capirci una “mazza” (tanto per essere chiari). Poiché ci si confronta anche con la speranza “sottile” di convincere chi non la pensa come noi, ad un certo punto quando si comprende che ciò non è possibile da una parte e dall’altra bisogna “staccare”. Io peraltro ho solo interrotto sul mio “account” (questo di Facebook) il dibattito, proprio perché ho ritenuto sterile il suo proseguimento (ciascuno di noi ha tantissimi e vari impegni e non ha tempo da dedicare alle “sedute” chilometriche di dibattiti utili fino ad un certo punto: la ripetitività dei rispettivi e simili “mantra” del “non scendere nel merito” sta ad evidenziarlo). L’altra questione riguarda il mio Blog http://www.maddaluno.eu/ sul quale arrivano decine di messaggi “spam” che di solito elimino senza neanche leggerli. Non ho nella maniera più assoluta letto il tuo, Lucio D’Isanto. Ma tu sai bene che mi piace utilizzare le argomentazioni dei sostenitori del SI come la migliore propaganda per votare NO; soprattutto trovo molto divertente la ripetitività del “mantra” “NON SCENDETE NEL MERITO” perché è il segnale che non si vuole discutere al di là dei convincimenti acquisiti. D’altronde è nel gioco della Politica: la maggioranza propone – l’opposizione risponde. Ma in Democrazia la maggioranza dovrebbe ascoltare le controproposte dell’opposizione ed accoglierle. Infatti, carissime/i tutte/i che interloquite in questo post, ho sempre detto che Renzi dopo la vittoria del NO deve rimanere al “servizio” del Paese per approntare le modifiche alla Carta costituzionale così come emergeranno dal dibattito pre-referendum. Se va via per me non è una persona coerente ma un vigliacco che non sa ascoltare la voce del Paese. Poiché lo conosco da molto tempo di voi temo che porterà via la “palla” così come faceva da bambino ai giardinetti. P.S.: Lucio D’Isanto lo sa. Il mio Blog ospita le idee degli “altri” che non la pensino come me, anche se io ho quel sottile perfido obiettivo da perseguire, di cui accennavo sopra. E così pubblicherò tutto questo dibattito.

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PROMEMORIA PER GLI ITALIANI: un “clandestino” al Governo

PROMEMORIA PER GLI ITALIANI: un “clandestino” al Governo

La Democrazia è un metodo attraverso il quale, all’interno di un Gruppo ben preciso ed in circostanze altrettanto chiare e definite (Camera dei deputati, Senato della Repubblica, Base elettorale, Consiglio comunale, Assemblee condominiali, Consiglio d’Amministrazione, etc etc etc), si prendono delle decisioni e si perviene a delle scelte significative per l’organismo di riferimento. In un’Assemblea condominiale, in un Consiglio comunale, in un Consiglio d’Amministrazione partecipano alle votazioni i membri di quei consessi (i condomini, i consiglieri comunali ed i consiglieri d’amministrazione): non è prevedibile e non è concesso che chiunque passi da quelle parti partecipi al voto!
Forse occorre ricordarlo ai nostri interlocutori: nel novembre 2013 si svolgono le elezioni Primarie riservate agli iscritti, che – a parer mio – fotografano perfettamente il livello di gradimento “interno” che, pur favorevole a maggioranza relativa alla figura di Renzi, evidenziano un sostanziale equilibrio….

Candidati Voti %
Matteo Renzi
133 892 45,34
Gianni Cuperlo
116 454 39,44
Giuseppe Civati
27 841 9,43
Gianni Pittella
17 117 5,80
Totale 295 304 100,00
Schede bianche e nulle 1 341
Totale votanti 296 645

Ben diverso è il quadro allorquando nel dicembre del 2013 si svolgono le elezioni primarie “aperte” a tutte quelle persone che, a prescindere dalla loro posizione politica (Centro, Destra o Sinistra) riescono ad avere “accesso” (attraverso un “certificato” rilasciato molto spesso in modo illegale: ho più volte fatto l’esempio di un “Albo” assegnato ad un Circolo che si trovava presso uno studio notarile qui a Prato, grazie ad una fedelissima protorenziana in carriera progressiva). In questo modo venivano effettivamente superati molti degli ostacoli che sarebbero emersi nel caso in cui l’iscrizione avrebbe dovuto – come di regola – essere perfezionata all’interno di un Circolo PD.
Una maggioranza assoluta, ottenuta – come è ovvio dai numeri a confronto – con una partecipazione “aliena” garantisce a Renzi di sentirsi “padrone” del PD, condizionando dunque quel 54,66% degli iscritti (una maggioranza assoluta) che non avevano votato per lui. L’anomalia ulteriore è data dall’assegnazione dei delegati sulla base dei voti delle Primarie “aperte”.

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Candidati Voti % Delegati
Matteo Renzi 1 895 332 67,55 657
Gianni Cuperlo 510 970 18,21 194
Giuseppe Civati 399 473 14,24 149
Totale 2 805 775 100,00 1 000
Schede bianche e nulle 9 106
Totale votanti 2 814 881

PROMEMORIA per gli smemorati: ecco come Renzi è diventato Segretario del PD e poi Presidente del Consiglio.

Personalmente, “stia sereno!” Presidente del Consiglio – in autunno glielo diremo in tanti!

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J.M.

PERCHE’ VOTARE NO AL REFERENDUM DI NOVEMBRE

PERCHE’ VOTARE NO AL REFERENDUM DI NOVEMBRE

Si vuole cambiare per migliorare ed invece accade che la soluzione peggiori in tutto l’attuale problematicità.
Si dice che si vogliono ridurre i costi, ma questi saranno ulteriormente aggravati proprio dalla precarietà dei rappresentanti istituzionali nel nuovo Senato. La struttura del Senato (ambienti, funzionari, impiegati, commessi etc etc) permarrà con i suoi costi “storici”.
Si dice che verrà velocizzato l’iter legislativo ma se si leggono gli artt.70 segg. si comprende come ciò non sia vero ed anzi emergono ad ogni rigo le insidie che rallenteranno i percorsi e/o creeranno conflitti di tipo politico che si ripercuoteranno sui lavori della Camera, anche a causa della pretesa prescrittività temporale delle decisioni.
Permangono peraltro i numerosi benefit di casta per deputati e senatori, che sono alla base della richiesta popolare di cambiamento.

E, dunque, “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” lo diceva già Tancredi a don Fabrizio ne “Il Gattopardo”.
I cittadini NOn sono disponibili a questi trasformismi.
E non ci si venga a dire che non scendiamo nel merito: a differenza di chi per sostenere il SI presagisce “sfracelli” vari, “apocalissi”, “invasioni di alieni”.

Suvvia, siamo seri! La cosa più facile da capire, leggendo quelle modifiche è ad essere buoni che avete lavorato male, ad essere malevoli è che lo avete fatto sotto dettatura ed in un momento di stato confusionale!