TESSUTI DI PERIFERIA – 15 luglio con TRAMEDIQUARTIERE

TESSUTI DI PERIFERIA – 15 luglio con TRAMEDIQUARTIERE

CORTILE INTERNO DELLO STORICO COMPLESSO INDUSTRIALE via San Paolo 54

Venerdì 15 luglio a partire dalle 21.30 – organizzato dall’Associazione MELTIN-PO si svolgerà uno dei quattro appuntamenti previsti dal progetto TESSUTI di PERIFERIA

La serata è dedicata a TRAMEDIQUARTIERE alla quale insieme a tante altre persone ho preso parte – racconti dal quartiere San Paolo

INGRESSO LIBERO e consumazione gratuita

Concerto Live Agio Oros

La cittadinanza è invitata a partecipare

Tessuti di periferia f 001

Tessuti di periferia v 001

…e vi regalo un “racconto” in bozza, collegato in modo diretto a TRAMEDIQUARTIERE

STORYTELLING (digital) e METANARRAZIONE – proseguendo il lavoro in TRAMEDIQUARTIERE
Scrivevamo l’altro giorno: “Stamattina piove. Le prime gocce tamburellando sulle tettoie mi hanno svegliato: che ore sono? Dieci alle sette; tra qualche minuto anche il telefono sussulterà, vibrerà e poi suonerà. Decido di staccare la “sveglia”, non ne ho più bisogno e non voglio disturbare gli altri che continuano tranquillamente a dormire; mi alzo e vado in cucina a prepararmi il solito caffè. C’è meno luce del solito. Eppure siamo già al 15 di maggio. Con la tazzina di caffè fumante vado davanti all’ampia vetrage del salone attraverso la quale osservo la vasta pianura che va verso il mare, al di là delle colline pistoiesi che nascondono la piana di Montecatini e tutto il resto verso occidente. Le nuvole sono basse e continua a piovere. Ieri mattina a quest’ora la luce era così intensa e sono riuscito a fare una serie di buone riprese ed ottime foto.
Meno male, mi dico e continuo a dirlo mentre accedo al balcone esterno che guarda verso il Montalbano e si affaccia sul giardino e sulla vecchia Pieve. Sul balcone i fiori di cactus che ieri mattina erano aperti e turgidi si sono afflosciati, altri ne stanno nascendo e quando saranno pronti, come sempre faccio, li fotograferò. I colori della natura tendono in prevalenza al grigio, grigio-verdi, e la pioggia copre con il suo cadere a tratti i suoni ed i rumori della vita della gente che va a lavorare: è ancora presto per il “traffico” scolastico che tra poco si materializzerà. E continuo a pensare tra me e me: “Meno male che ieri mattina sono riuscito a fare le foto e le riprese di cui oggi avrò bisogno. Stamattina sarebbero state così cupe!”.
Da martedì insieme a pochi altri seguo un corso intensivo di soli quattro giorni: lavoriamo su “temi e storia” di questo territorio. Siamo a Prato. Quartiere San Paolo, periferia Ovest della città post-industriale. E’ piacevole ed interessante, forse anche utile. Siamo soltanto in sei suddivisi equamente quanto a genere ed età anagrafica. Il primo appuntamento è in una delle scuole della città appena alla periferia del nostro territorio. Mi sono presentato come uno scolaretto per l’appello del primo giorno. Molte le facce a me già note: in definitiva ad occuparci di Cultura ci si conosce. Sento subito che ci divertiremo, insieme. Handicap assoluto è la mia profonda impreparazione linguistica con l’inglese. La docente anche se in possesso di un curriculum internazionale di primissimo livello dal suo canto non capisce un’acca della nostra lingua: e questo mi consola ma non giustifica entrambi. C’è grande attenzione in tutti ma il più indisciplinato è colui che dovrebbe , per età soprattutto e per la professione che ha svolto, essere da esempio, cioè io. Mi distraggo, chiacchiero, insomma disturbo come un giovane allievo disabituato alla disciplina. L’americana mi guarda con severità e con quel solo sguardo impone il silenzio. Ciascuno viene chiamato poi a confessare in una sorta di autoanalisi, della quale non parlerò, le origini del proprio nome e della propria storia familiare. Io scherzo sul significato del mio cognome che richiama atmosfere donchisciottesche e sulle attività “carpentieristiche e marinare” di mio nonno paterno.

PROPOSTE

L’ESAME DI STATO (MATURITA’) NON E’ UN QUIZ – prosegue

GLI ESAMI NON FINIRANNO – e ne continuo a parlare

L’ESAME DI STATO (MATURITA’) NON E’ UN QUIZ

Re di atene consulta Pizia

Preambolo necessario – avrei preferito accennare esclusivamente agli aspetti positivi ma alcune “narrazioni” mi inducono a deviare!
Ai Commissari d’Esame – interni ed esterni – che hanno svolto il loro ruolo in modo sereno e spargendo serenità nel loro ambiente riserverò spazio in altri post (in verità avevo già avviato a complimentarmi con alcuni di quelli che ho incontrato in questi anni di lavoro)…….. ma ora devo rilevare che…..

“Sentiamo un po’, mi dica: quali erano le caratteristiche dello stuzzicadenti che Trimalcione utilizza nella celebre “cena”? Sù, sentiamo….” oppure “Qual era l’attività del padre di Umberto Saba?” o ancora “Cosa diceva Silvia a Giacomo Leopardi?”

Queste ed altre amenità sembra siano state richieste nel corso di alcuni “colloqui” d’Esame, senza che un Presidente o un Commissario esterno o interno abbiano avuto la capacità di far rileggere quanto l’ Art.21 dell’ O.M. 252 di quest’anno, fotocopia degli anni passati, riporta:

“Il colloquio tende ad accertare la padronanza della lingua, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite, di collegarle nell’argomentazione e di discutere ed approfondire sotto vari profili i diversi argomenti. Esso si svolge su temi di interesse multidisciplinare, attinenti alle Indicazioni Nazionali per i Licei e alle Linee guida per gli istituti tecnici e professionali, relativi alle Indicazioni Nazionali e alle Linee Guida e al lavoro didattico dell’ultimo anno di corso. Il colloquio si svolge in un’unica soluzione temporale, alla presenza dell’intera commissione….”

Si parla di “temi”, di “padronanza della lingua”, “di interesse multidisciplinare”. Ora, può essere importante all’interno di una riflessione sulla decadenza dell’Impero Romano inserire anche episodi come quello della Cena di Trimalcione ma occorre farlo senza indulgere nel mero ed inutile nozionismo, così come è molto importante rilevare nel contesto generale, riportato da uno dei titoli assegnati dal Ministero per la prima prova scritta, quali siano i rapporti padre-figlio ma la domanda su Saba è finalizzata esclusivamente ad un dato conoscitivo scevro dal contesto culturale e letterario rappresentato dalla figura del poeta triestino; allo stesso tempo la domanda su Leopardi appare più collegabile ad un interesse gossiparo da rotocalco rosa piuttosto che inserirsi correttamente in un approfondimento complessivo delle condizioni umane di un giovane talento in una realtà provinciale ai confini del mondo culturale dei primi decenni dell’Ottocento.

….continua….

…e lo ripeto… siete sotto tiro!

2487,0,1,0,256,282,653,1,3,24,23,0,1,146,72,2246,2225,2258,149855
2487,0,1,0,256,282,653,1,3,24,23,0,1,146,72,2246,2225,2258,149855