UN INTERESSANTE DIBATTITO SUL REFERENDUM AUTUNNALE

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DEDICATO AL MIO AMICO GIUSEPPE (Giosué) MADDALUNO
RAGIONI DEL SI E DEL NO – DIFFERENTE APPROCCIO DA PARTE DEI CONTENDENTI ALLA QUESTIONE.
Voglio soffermarmi su di un piccolo evento che riguarda me e un mio amico. Parlo in pubblico di un “piccolo” fatto personale solo perché paradigmatico di come (molti) fautori del NO alla riforma costituzionale e (alcuni) fautori del SI stanno affrontando questa disputa (almeno sulla Rete). Potevo servirmi del mio piccolo blog ma, poiché l’evento paradigmatico è avvenuto su Facebook, ho preferito questo mezzo. Poiché il significato (a mio modesto parere) pubblico si confonde con quello privato (tra me e il mio amico) mi scuserete e capirete se talvolta sembro rivolgermi al mio amico e talaltra ai fautori del NO e perdonerete qualche (apparente ma voluto) confusione sintattica. Ho condiviso un post favorevole al SI al Referendum sulla riforma costituzionale. Il tema è molto sentito da entrambe le parti e, spontaneamente, senza che il sottoscritto ne avesse l’intenzione in quella specifica sede, ne è nato una sorta di lungo e appassionato Forum. Vi ha partecipato il mio amico di gioventù Giuseppe Maddaluno, un caro amico col quale ci siamo per un pò persi di vista causa il suo trasferimento, per ragioni professionali, da Pozzuoli a Feltre prima e poi, penso in maniera definitiva, a Prato. Io tiro per il SI e lui per il NO al referendum di novembre. Più che normale. Siamo stati entrambi un pò duri (io ritengo non per colpa mia … ma sono parte in causa per cui non insisto su questo tema che, del resto, penso non interessi nessuno). Però una cosa la devo dire, perché la ritengo emblematica di come ci si sta approcciando a questa disputa referendaria da parte di tutti ma non in egual misura. I fautori del NO (in maggioranza) tendono a non discutere ma ad asserire, tenendo in non cale le argomentazioni, giuste o errate che siano, dell’interlocutore. I loro ragionamenti riguardano molto meno se il biparlamentarismo perfetto sia giusto o sbagliato, se sia preferibile il monocameralismo radicale al punto dal votare NO alla riforma etc. etc. ma si soffermano solo sul fatto che questa riforma è pessima perché voluta da Renzi, perché da lui non può venire nulla di buono, perché con la Boschi è asservito ai poteri forti e bla bla bla. Tutto legittimo. Forse però questo atteggiamento ha poco a che fare con la democrazia che è disputa, controargomentazione, confutazione del parere altrui (comunque rispettato). Il mio amico dice: ergo tu non la hai fatta in modo serio e per questo il tuo parere vale – almeno un pò – di meno! Sarò all’antica … ma pensavo che la democrazia fosse: “una testa=un voto” … ma sarà cosa da radicali inglesi dell’800, un pò demodé. Se poi si chiede al nostro amico del NO di entrare nel merito, la risposta è irridente, poi si parla di un merito, magari definendolo tale ma senza entrarvi, poi alla fine lo si sfiora e, come calando un bel 3 a tressette (sicurissimi di avere ragione inconfutabile) si dice ” e ora rispondimi”. Rispondo con argomentazioni (sempre giuste o sbagliate) ma la controrisposta è “non mi hai risposto”. E’ tale dunque la consapevolezza di aver calato il famoso 3 a tressette che la risposta, data almeno tre volte, non viene manco letta, per cui l’atteggiamento non è quello laico “non mi hai convinto per questo o quest’altro motivo” ma, “sono così sicuro (dogmaticamente) di esser nel giusto che non ti leggo nemmeno”! Fin qui tutto è criticabile ma sempre legittimo. Poi è avvenuto qualcosa, a mio parere, di disdicevole (da un punto di vista democratico). Come tutti sapete, poichè quel link lo ho postato io, Facebook mi da la possibilità di cancellare i commenti sgraditi. Mi sono ben guardato dal farlo, perché a me piace discutere e nessuna voce discorde dalla mia risulterà mai sgradita (chissà, al termine di una discussione convincente potrei anche cambiare parere, non sarebbe la prima volta ed è uno dei più profondi significati della libera e franca discussione). Però, si da il caso, il mio amico è titolare di diversi blog. Mi è capitato di commentare in calce ad uno di essi, favorevole al NO, in maniera critica. Per farlo ho dovuto lasciare la mia email, il mio sito web etc. etc., tutte cose cui ho ottemperato … salvo che la mia risposta non è stata pubblicata … legittimo! … ma anche poco democratico e poco rispettoso delle opinioni altrui! Amici del NO, sicuramente avrete dei buoni motivi nel merito per votare NO, perché evitate la discussione? Perché non contrapponete le vostre ragioni a noi del SI? Forse il mio amico Giosué non risponderà … e sarà un silenzio molto eloquente … o forse risponderà … si spera riparando anche all’errore commesso!

Risposte di interlocutori (amiche ed amici di Facebook) contrassegnati dalle iniziali ed ai quali invierò direttamente il post pubblicato – Li ringrazio per aver partecipato a questo interessante dibattito

M.R.P.

Atteggiamenti, quelli evidenziati e criticati in questo post, che hanno la loro origine ‘antica’ nella cultura tradizionale della sinistra radical chic di una volta. Ora che non esiste più una destra ci si esercita all’interno della sinistra stessa, divenuta litigiosa e confusa, incapace anche di riconoscere in un momento così importante come questo quale sia il meno peggio e il vero nemico da combattere. Condivido in pieno il concetto base del post senza entrare nel merito della diatriba tra i due amici, di cui non conosco i particolari.

N.M.

e mentre a Roma si discute il mondo brucia, mi verrebbe di parafrasare…senza entrare nel merito, perché sono distante dal renzismo quanto dalla sinistra conservatrice e fallimentare pre-Renzi, (e mi sarà difficile votare al referendum senza tra l’altro che si corregga la legge elettorale), trovo incredibile, e su questo so di concordare profondamente con te Lucio, che la polemica ovviamente legittima dentro il Pd, il centro-sinistra, la sinistra, assuma toni laceranti e di contrapposizione, come se fuori dal nostro recinto non ci fossero non solo i 5 stelle, che a questo punto diventano perfino il meno peggio, ma i Salvini, il voto austriaco e il referendum ungherese di ottobre, Trump, la Le Pen e chissà chi altro in Olanda, in Germania e altrove…Sanders finite le primarie pare si sia schierato con un candidato di ‘apparato’ come la Clinton avendo ben presente che battere Trump è a questo punto fondamentale, mentre a chi segua il dibattito politico-mediatico in Italia Renzi e il Pd appaiono quasi come il nemico principale della sinistra, il che insieme ad un antico vizio settario e perdente implica una sottovalutazione dei rischi della democrazia oggi

M.P.

Chi si definisce democratico dovrebbe avere come faro comportamentale la imprescindibile capacità ad accettare il confronto dialettico, la dote di esporre convintamente le proprie argomentazioni soprattutto con chi la pensa diversamente. Ma non c’è vera democrazia se non c’è una conseguente reale attitudine a misurarsi attraverso argomentazioni contrastanti tra di loro. A volte capita però che ci si innamora talmente tanto delle proprie idee e delle proprie convinzioni che diventa insostenibile il semplice pensare che altri siano orientati diversamente da noi su una determinata problematica. Questo atteggiamento snobistico, che di democratico ha poco o nulla, determina in automatico la predisposizione a rifiutare il dialogo, a chiudersi talmente a riccio sui propri convincimenti, che alla fine mette, chi si approccia in tal modo, spalle al muro con la presunta capacità di guardare, anche se in maniera critica, ad altri che la pensano diversamente. Ma è atteggiamento snob o autocelebrazione di una propria presunta superiorità morale o più semplicemente mancanza di veri argomenti di controdeduzione?

LA MIA RISPOSTA

Rispondo, e sì che rispondo, perché come in un “gioco delle parti” potrei senza sbagliarmi rigirare tutto (la classica “frittata”) e modificare i nomi, laddove c’è Lucio metterci Giuseppe e laddove Giuseppe inserire Lucio. Le critiche sono sempre ben accette, ma – quando si arriva ad insistere nel voler demolire le idee – occorre saper fermarsi, se non altro per il rispetto degli altri interlocutori che finiscono per non capirci una “mazza” (tanto per essere chiari). Poiché ci si confronta anche con la speranza “sottile” di convincere chi non la pensa come noi, ad un certo punto quando si comprende che ciò non è possibile da una parte e dall’altra bisogna “staccare”. Io peraltro ho solo interrotto sul mio “account” (questo di Facebook) il dibattito, proprio perché ho ritenuto sterile il suo proseguimento (ciascuno di noi ha tantissimi e vari impegni e non ha tempo da dedicare alle “sedute” chilometriche di dibattiti utili fino ad un certo punto: la ripetitività dei rispettivi e simili “mantra” del “non scendere nel merito” sta ad evidenziarlo). L’altra questione riguarda il mio Blog http://www.maddaluno.eu/ sul quale arrivano decine di messaggi “spam” che di solito elimino senza neanche leggerli. Non ho nella maniera più assoluta letto il tuo, Lucio D’Isanto. Ma tu sai bene che mi piace utilizzare le argomentazioni dei sostenitori del SI come la migliore propaganda per votare NO; soprattutto trovo molto divertente la ripetitività del “mantra” “NON SCENDETE NEL MERITO” perché è il segnale che non si vuole discutere al di là dei convincimenti acquisiti. D’altronde è nel gioco della Politica: la maggioranza propone – l’opposizione risponde. Ma in Democrazia la maggioranza dovrebbe ascoltare le controproposte dell’opposizione ed accoglierle. Infatti, carissime/i tutte/i che interloquite in questo post, ho sempre detto che Renzi dopo la vittoria del NO deve rimanere al “servizio” del Paese per approntare le modifiche alla Carta costituzionale così come emergeranno dal dibattito pre-referendum. Se va via per me non è una persona coerente ma un vigliacco che non sa ascoltare la voce del Paese. Poiché lo conosco da molto tempo di voi temo che porterà via la “palla” così come faceva da bambino ai giardinetti. P.S.: Lucio D’Isanto lo sa. Il mio Blog ospita le idee degli “altri” che non la pensino come me, anche se io ho quel sottile perfido obiettivo da perseguire, di cui accennavo sopra. E così pubblicherò tutto questo dibattito.

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