GIL O DELL’AMORE E PASSIONE – parte 7

Fiori

GIL O DELL’AMORE E PASSIONE – parte 7

Era allora proprio per questo motivo che decidevano la sequenza delle loro frequentazioni, soprattutto in quelle famiglie dove c’era un’abbondanza di ragazze che, all’interno di una competizione tipicamente “provinciale” venivano offerte sul mercato delle disponibilità. Nulla di male, si intende; solo un desiderio femminile materno di ricercare il miglior partito possibile. Ovvio che non appena si concludeva l’affare, le feste più o meno finivano: ma le nuove coppie poi venivano invitate alle feste anche per creare esempio ed invidia, oltre a vari gossip. Gil ed i suoi amici non si erano ancora – come dire – compromessi e dunque rimanevano sul mercato delle disponibilità come “maschi”.

Ecco, si presentavano alla festa che avevano scelto come “apertura” concordando che ad un cenno, poi, sarebbero spariti, “tanto – si dicevano – non si accorgeranno nemmeno che siamo andati via; e, se la prossima festa è più varia e ricca di occasioni, vi rimaniamo; se, invece, è più “moscia”, possiamo tornare o decidere di andare ad una “terza”!”.
Andava proprio così: sparivano ed a volte ritornavano, ed è vero che – oppure le padrone di casa fingevano a bella posta – nessuno aveva notato la loro assenza: Gil ed i suoi non comprendevano a quel tempo, tronfi della loro presunzione, che ciò fosse – laddove non finzione – una scarsa considerazione del loro valore.

Avevano centinaia di amiche ed amici, quasi tutti più grandi di loro, aggregati giorno dopo giorno, mese dopo mese, attraverso l’organizzazione di eventi, alcuni dei quali a quel tempo davvero anticipatori sotto tutti i punti di vista.

In una di queste feste Federico notò alcuni suoi allievi e si affrettò a segnalarli, affermando che però voleva evitarli: si sentiva in imbarazzo soprattutto a confondersi con loro nella ricerca vera o semplicemente immaginata o intuita di una compagnia femminile. Gil era invece incuriosito dal rivedere quei giovani che lo avevano colpito per la curiosità intelligente dimostrata in quelle due ore scarse di approccio didattico. Federico si allontanò accompagnato da Amedeo e da una nuova ragazza che avevano incontrato, decidendo di andare ad un’altra delle feste di quel fine settimana di maggio.
“Ciao, Leo! Ti ricordi di me?” “Sì, professore, anche lei conosce Silvia?”
Avrebbe dovuto dire la verità, che non la conosceva, ma che era stato invitato attraverso un passaparola ricevuto proprio da Federico ed Amedeo; però borbottò un “Sì” che era più un gesto del volto che un’affermazione vera e propria.

….continua…

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