ORFEO, EURIDICE “LA GRANDE SOGNATRICE” parte 3

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L’INSTALLAZIONE DI LUCE E OMBRA “GRANDE SOGNATRICE” DI
FABRIZIO CORNELI
OPERA PERMANENTE DELLA CITTÀ DI PRATO
Piazza Santa Maria in Castello.
La scoperta di questa installazione è stata per me illuminante; ho
immediatamente pensato a questi due personaggi della mitologia
classica; ho pensato ad un amore “eterno” struggente; ho pensato alla
dolcezza della “morte”.

ORFEO, EURIDICE “LA GRANDE SOGNATRICE” parte 3

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Decise di scendere all’altezza del “Fabbricone”, una vecchia
megastruttura industriale adibita sin dalla fine degli anni
Sessanta come sede supplementare del più vetusto e glorioso
“Metastasio”, e vi si avvicinò: notò una grande confusione
ma comprese immediatamente dal modo in cui era vestita la
gente che non si trattava di pubblico del teatro ma di clienti,
soprattutto donne, di alcuni supermercati. Decise di non
inoltrarsi nella stradina che portava al Teatro e, tornato
indietro, proseguì verso il Centro.

Anche le strade erano più nervosamente ed intensamente
trafficate e la gente faceva a gara con il vento che a Prato è
intenso ed a volte furioso, impetuoso: la gente sia a piedi che
in auto sembrava impazzita, correva correva ed Orfeo non
capiva il senso di questa frenetica fretta. Era innervosito da
tutto questo e, procedendo come in un sogno, non riusciva
nemmeno più a comprendere le ragioni di quella sua discesa;
che c’era venuto a fare dopo tanti anni? O che non stava
bene lassù vicino ad alcuni dei suoi ricordi più belli seppur
lontano da altri legati alla sua infanzia, alla sua adolescenza,
alla sua giovinezza, al suo “amore”? nessuno avrebbe potuto
riportare indietro il suo tempo.
Ora spettava ad altri scoprire
la dolcezza dell’amore, sentire il profumo dei capelli e la
morbidezza della pelle e così mentre si muoveva quasi furtivo
in mezzo alle folle osservava le mani di ragazze e ragazzi che
si toccavano, i volti che si annusavano e si avvicinavano, le
labbra che si socchiudevano nell’attesa, i corpi che si
toccavano. Lui tutto questo lo aveva vissuto ma poi il destino
lo aveva voluto segnare con crudeltà.

Superato il Serraglio, percorrendo Via Magnolfi in Piazza
Duomo ci arrivò ma era stracolma di bancarelle dove si
vendeva di tutto: questa delusione non gli impedì per un
attimo di ricordare quella notte di tanti anni prima, una notte
magica; era inverno e da qualche ora nevicava in modo
intenso; le strade erano coperte di un candido manto,
soffice e profondo, i passi crocchiavano lenti e i rumori erano
attenuati e la luce dei lampioni emanava una serenità profonda
nel silenzio quasi totale.

…fine parte 3 …..

neve4

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