CASE – 14

San Domenico

CASE – 14

Quando si cominciò a pensare a costruire il nostro futuro (avevamo sui trenta anni) l’orientamento era di trasferirci o verso il mare o in Toscana.
Il mare ci mancava (la prima “casa” di Marietta era stata il “faro” del porto di Pozzuoli) ma ci mancavano anche i grandi “flussi” culturali. Nei nostri viaggi italiani non ci dispiaceva l’atmosfera di Rimini ma non escludevamo nemmeno la costa livornese.
Napoli ci aveva deluso, anche se quelli erano anni (eravamo tra il 1975 ed il 1982) connotati da grandi speranze di rinnovamento e la città capoluogo era stata amministrata per la prima volta da un esponente del PCI, uomo di grande cultura, Maurizio Valenzi, il cui cognome per errore anagrafico venne modificato in Valenzi.
E preferivamo l’esilio.
Ma – come ho scritto – “quando si cominciò a pensare”…..

E sì perché non era ritenuto facile trasferirsi essendo appena entrati in ruolo ordinario. Invece l’Amministrazione ci sorprese e dovemmo scegliere rapidamente. E così scegliemmo la Provincia di Firenze: la Cultura vinceva sul desiderio del “mare”.
La scelta cui noi aspiravamo non era essenzialmente quella di Prato: questa ci fu imposta dal Ministero. La prima abitazione fu “diversa” per Marietta e per me; in una prima fase mia moglie venne a Prato da sola e fu “ospite” della “Casa della giovane” nel complesso del Monastero di San Vincenzo: si trattava di un luogo nel quale avevano difficile accesso i maschi (solo per brevi visite) ma la responsabile del servizio, dotata di particolare ed acuto humour, mi aveva proposto, quando fossi venuto a trovarla, di alloggiare in uno spazio “esterno” in un sottoscala (l’ho sempre interpretata come una “boutade” e non so se corrispondesse al vero) ma ella stessa si impegnò a cercarmi una soluzione ben diversa e più accogliente allorquando ottenni anche io un’assegnazione “provvisoria” a Empoli.

Fui ospite di una famiglia di immigrati interni formata da una “terremotata irpina” ed un artigiano romano, con i quali ancor oggi manteniamo ottimi e riconoscenti rapporti.
Quindi il primo tetto pratese per Marietta fu quello accogliente ma rumoroso di via San Vincenzo mentre il mio era in quest’appartamento al secondo piano di un condominio anonimo prospiciente via dell’Autostrada al “Soccorso”.
Nel frattempo ci impegnavamo a ricercare un “tetto comune” che trovammo in un primo tempo in condivisione con una coppia di coniugi di Latronico parenti di parenti di Marietta; e poi nei tempi liberi andammo alla ricerca di un appartamento da affittare (ma i prezzi erano esorbitanti anche in rapporto alle proposte molto spesso in condivisione con spazi artigianali molto rumorosi) o da acquistare (le proposte erano molto varie e complessivamente più interessanti), per cui in quei giorni visitammo moltissimi locali, fin quando non ci si accordò per la nostra prima abitazione di proprietà in Viale Galilei 79.

fine CASE 14…. continua

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