MALDIFIUME di Simona Baldanzi – giovedì 23 marzo ore 21.00 Spazio AUT di via Filippino 24 a Prato

maldifiumecopertina

MALDIFIUME di Simona Baldanzi – giovedì 23 marzo ore 21.00 Spazio AUT di via Filippino 24 a Prato

Sin da bambini si “impara” ad ascoltare, a parlare ed a camminare. All’inizio tutto è molto incerto, si balbetta e si incespica nella lingua e negli arti, si casca e ci si risolleva ma non ci si arrende mai se non per stanchezza: “in collo!” ci dicono i pargoli quando sono stanchi, abbisognano di coccole o – forse è la verità più vera – vogliono cambiare la prospettiva del loro sguardo e…conoscere meglio il mondo che li circonda. Ed è così che inizia il nostro viaggio ed il viaggio dei pargoli che crescono accanto a noi. Attratto dai viaggi o meglio dal “viaggio” anche il recupero delle mie “storie” avviene attraverso la memoria in un viaggio che più archetipico di così non potrà mai essere. E le ragioni dello stesso Blog da cui scrivo sono riferibili ad un viaggio tra i paesaggi, le cose e gli esseri animati che hanno partecipato alla mia vita ed alle quali la mia vita ha partecipato. Mi sono (in)consapevolmente avvicinato all’antropologia per interpretare e comprendere, cercare di interpretare e comprendere le diverse realtà.
La lettura di molte – e diversissime – opere di scrittura delle persone a me contemporanee è una forma di curiosità che ho mantenuto e che ho insegnato a conquistare e mantenere a quelle generazioni di allieve ed allievi che hanno arricchito il mio “viaggio”. Ed è in questo modo che, quando mi accade di poter operare un recupero di “altre” memorie per inteposte persone mi immergo volentieri in esse, in un tentativo di acquisizione “aliena” di conoscenze e di metodologia per la loro elaborazione.
E mi sono tuffato in una notte, anche per l’ausilio insperato del primo sorprendente ronzio di zanzara, nel libro di Simona Baldanzi, “Maldifiume”.
L’ho fatto con la solita già propagandata curiosità, aiutato dal fatto che giovedì 23 marzo (tra due giorni) alle ore 21.00 l’autrice lo presenterà allo Spazio AUT in via Filippino 24 qui nella città di Prato.

Simona scrive molto bene, ha il possesso pieno delle sue facoltà descrittive, è profonda nell’analizzare la realtà nella quale si è immersa; è una sua scelta distintiva, sin dai suoi primi passi, una prerogativa assoluta che quasi certamente risiede nella volontà di ricercare perennemente le sue profonde radici. Procede portandosi dietro le sue conoscenze letterarie senza rinunciare ad acquisirne in un moto perenne che si accresce dalla sorgente alla foce attraverso vari affluenti. Come i fiumi anche gli umani lungo il loro corso incontrano altre figure e da queste acquisiscono nuove storie, fatte di vicende tristi, drammatiche ma anche allegre e divertenti, accumulando nuove conoscenze con la lettura dei segni della natura e degli uomini sui loro territori e nelle loro ricerche letterarie, scientifiche, antropologiche.
Non mancano momenti di puro lirismo, che riconciliano gli umani nel loro rapporto reciproco tra se stessi e con la natura, tra il corpo ed il fiume, che nel caso di “Maldifiume” è l’Arno. In particolare proprio nello scollinamento tra la parte montana, pedemontana e collinare e quella pianeggiante da Firenze in poi fino alla foce, subentra una sorta di rilassamento lirico che accomuna le sorti dei corpi e delle acque, apportando serenità proprio laddove il caos e la confusione potrebbero indurre a ben altre riflessioni. Quel capitolo è peraltro “centrale”, baricentrico posizionato tra i quaranta capitoli a concludere e ad aprire contestualmente con una modalità scenica forse voluta forse non, così come tante volte accade all’interno di narrazioni naturali dall’esito epifanico. Il fiume, lento nel suo corso piano, diventa un compagno di strada:

“La città si prende già gioco di noi. Guardo te, che te ne freghi. Il tuo andamento è a passo di acqua e non si misura perché cambia sempre. Non cerco di imitarti, però ti guardo e sento il mio di corpo, il sudore, i muscoli che si comprimono e si rilassano, il mio respiro. Ti guardo ed è più facile sentirmi. Come se tu lavassi ogni cosa inutile e sporca depositata su di me.”

mulino

LUNA signature_1

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *