PAUSILYPON E LA GAIOLA – un viaggio tra il mito ed il moderno nel ventre di Napoli di fronte al suo mare

PAUSILYPON E LA GAIOLA – un viaggio tra il mito ed il moderno nel ventre di Napoli di fronte al suo mare

In sei otto mesi traforare e – come oggi si direbbe – “mettere in sicurezza” la base di un promontorio vulcanico fatto di tufo e pozzolana è un’impresa improponibile ai nostri tempi. Non lo era – e non lo fu – per i Romani che intorno al 37 a.C. costruirono una galleria alta circa quindici metri larga almeno quattro che da Coroglio per una lunghezza di settecento metri porta, attraversando la collina di Posillipo, ad un complesso residenziale di epoca imperiale prospiciente le due isole della Gaiola nel golfo di Napoli.
Non aggiungerò molto di più, evitando sia “sfondoni” sia “sfoggio di sapienza” inutile, invitando però i lettori curiosi del mio Blog a mettersi in contatto con l’organizzazione delle visite guidate, che costano tanto poco da non consentire il dubbio che io abbia interessi personali da far valere in cambio della pubblicizzazione.

I numeri di telefono sono 081 2403235 e 328 5947790; la mail è info@gaiola.org; il sito per accedere ad altre informazioni è www.gaiola.org

La pubblicizzazione del sito è per me doverosa, dopo aver conosciuto alcune delle operatrici culturali che se ne occupano – devo dire – in modo altamente professionale con eccellente capacità di interagire con ciascuno dei visitatori.
Come ci si arriva? Bene, vi dirò come ci siamo arrivati mia moglie ed io. Negli anni passati transitando dalla spiaggia di Bagnoli verso Coroglio ed imboccando la salita che porta nei pressi del Parco Virgiliano di Posillipo (quante volte lo abbiamo fatto da fidanzati e quante altre volte da genitori alla ricerca di spazi aperti, verdi e panoramici!) sulla destra subito dopo la “sosta” del primo Belvedere a destra si intravedeva un’apertura di uno spazio profondo che può far ricordare la consimile Galleria che si chiama Piedigrotta e si trova accanto al tunnel che porta gli automobilista da Mergellina a Fuorigrotta. Bene, quella era (ed è) la Grotta di Seiano, quella di cui stiamo parlando. Sempre chiusa, però, fino a qualche mese fa, forse poco più di un anno.
L’altro giorno ci siamo fermati al Belvedere e dialogando con un cortese netturbino di mezza età abbiamo espresso l’ipotesi di visitare il sito; è stato lui stesso a dirci che anche a lui era venuta quell’idea e mentre noi girovagavamo sul bordo del Belvedere, cercando angoli di visuale inediti da fermare con la nostra Canon, era già di ritorno e soddisfatto con alcune informazioni. A quel punto noi non potevamo essere da meno, anche perché dovevamo appagarci nella nostra curiosità. E siamo andati al botteghino in legno dall’interno del quale attraverso un’apertura è spuntata la testolina castana di una giovane donna dagli occhi vivaci e ragionanti, che ci ha fornito una marea di indicazioni ed ha prenotato la nostra visita “guidata” per il giorno dopo alle 10.

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Per capire meglio la straordinarietà della visita che vi propongo occorre che siate in possesso di una cartina geografica, oppure che conosciate già le caratteristiche morfologiche del luogo.
Ad ogni modo non posso, in ciò spalleggiato da mia moglie (che non sempre è però d’accordo con me), non rilevare la straordinaria competenza professionale di Alessia, che è stata per l’occasione la nostra guida. Ed infine non mi dispiace (anche in ciò sostenuto dalla mia consorte) ricordare che il sito è protetto da Sua Maestà Gattesca il cui nome è Menelao, una splendida gattina nera che seguirà ciascuno dei visitatori una volta raggiunto il sito dopo i settecento metri di percorso in leggera salita.
Chi lo desidera ( e si ricordi di farlo presente ) può anche prenotare un giro in barca nei dintorni della Gaiola.

Joshua Madalon