– RACCONTO D’AUTUNNO – parte 1

c’è un Teatro al quale si accede gratis in un luogo stupendo dove di tanto in tanto duellano con le parole, sprecandole sovrabbondanti ed inutili, semplicemente per auto convincersi che hanno un ruolo. Quel che è strano è che non sempre ciò che si dice vuol dire quel che una persona normale crede di capire….
In un’Aula di Consiglio comunale si discute di un Ordine del giorno e Alfonso, un ragazzino vispo ed intelligente cerca di capire. Ce la farà mai?

– RACCONTO D’AUTUNNO – parte 1

“…ha detto che loro sono pienamente d’accordo con il testo e che vogliono aggiungere degli elementi per migliorarla…Buono, no?”.

Un marziano che fosse per caso piombato in quell’Aula, a parte il fatto che non ci avrebbe capito un gran che, si sarebbe convinto di quanto espresso dal giovane Alfonso che accompagnava la madre ed un gruppo di sostenitori dell’ANPI.
Si trovavano in Consiglio comunale ed assistevano ad un dibattito su un Ordine del giorno presentato dalla maggioranza relativo al divieto di concessione di spazi pubblici ad Associazioni, gruppi e singoli che non dichiarassero nel loro Statuto apertamente di ispirarsi ai valori esplicitati nella Carta costituzionale, chiaramente antifascisti. Aveva appena finito di parlare uno dei rappresentanti dell’opposizione di Centrodestra e ad Alfonso era parso che fosse d’accordo con i contenuti dell’Ordine del giorno ma chiedeva che venissero approvate delle integrazioni. Tra l’altro appariva quasi offeso dal fatto che quelli che gli erano di fronte si considerassero “antifascisti” lasciando intendere che, dunque, dall’altra parte fossero “fascisti” o “filofascisti”.
La madre di Alfonso, Rebecca De Vivo, presidente dell’ANPI, cercò velocemente di spiegare ad Alfonso “Guarda, molte volte quel che si dice qui dentro non significa quel che a te sembra…quello lì semplicemente vuole annacquare tutto, metterci ancor più elementi per rendere impossibile poi la vera applicazione di quel che si chiede…alla fine non sarà possibile concedere spazi a nessuno per cui…li si concederanno a tutti….Sei troppo giovane ancora…”. Alfonso con tutti gli sforzi possibili cercò di capire ma non ci riusciva: perché mai uno per dire una cosa ne deve dire una che è esattamente il contrario?
Tra l’altro aveva sentito anche interventi della maggioranza che anche loro non capivano perché mai quegli altri non capissero ma ci aggiungevano tutta una serie di riferimenti a fatti orrendi che si erano verificati settanta anni prima ed esprimevano l’orrore verso alcuni che inneggiavano a coloro che li avevano commessi, accusando l’opposizione di volerli proteggere e fiancheggiare. Si parlava anche di una ripresa delle forze di Destra e del pericolo che correva la Democrazia.
Tra i banchi dell’opposizione ad Alfonso parve di intravedere la figura di Agathe Clery; lo disse a Lucio, che era tra i rappresentanti più giovani dell’Associazione, e questi “Ma no! Agathe Clery è un personaggio inventato…quella è solo una consigliera!”. Eppure aveva le stesse sembianze di quella dirigente d’azienda che odiava dal profondo dell’anima la gente dal coloro scuro e che era stata colpita da una rara malattia che progressivamente le avrebbe fatto cambiare la pelle rendendola simile alle persone che disprezzava.
Intervenne poi una donna dai banchi dell’opposizione, seduta in fondo quasi a volersi distinguere dagli altri e si diffuse in un intervento pedagogico facendo l’elenco dei parenti e degli amici e dei valori comuni a cui ella si era ispirata sin da quando era ragazza, e teatralmente aveva dato anche libero sfogo alle lacrime: un intervento che ad Alfonso apparve una lezione non richiesta di Storia in un contesto che aveva bisogno di un Si o di un NO. Aveva anche aggiunto che la Storia dell’antifascismo era ormai di dominio pubblico e che la studiavano alle elementari, alle medie inferiori ed anche a quelle superiori. Non disse “Uffà” ma poco ci mancava. Chiese lumi a Lucio mentre Rebecca si intratteneva a parlare con alcuni dei consiglieri di maggioranza. “Si tratta di una consigliera eletta nella maggioranza ma che ha lasciato quella parte non condividendone più le linee del Sindaco, lo stesso che aveva convintamente sostenuto in campagna elettorale…Alfò, è un altro dei misteri della Politica. Oggi ti stai proprio facendo una cultura…”

—fine parte 1 —

Joshua Madalon

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