I GIOVANI E LA MEMORIA

I GIOVANI E LA MEMORIA

I giovani non possono avere memoria di ciò che non hanno vissuto, di un tempo in cui non hanno vissuto. Devono “fidarsi” e spesso si fidano di persone che hanno obiettivi individuali e che interpretano la realtà secondo una loro specifica obiettività. Anche io non ho vissuto il tempo delle divisioni ideologiche della parte centrale del primo Novecento; sono nato poco dopo ed ho imparato a distinguere tra le diverse ideologie orientandomi verso quella che privilegiava i valori della libertà, della democrazia, della giustizia sociale, senza conculcare con la violenza l’opinione e l’espressione di queste. Negli ultimi tempi si sono diffusi alcuni interventi istituzionali tesi a non concedere l’uso di spazi pubblici per manifestazioni neofasciste. Qualcuno ha ben pensato che, allo stesso tempo, occorresse prevedere di non concederle anche ai “comunisti”. Al di là delle “mie” personali predilezioni, non si può certo equiparare il fascismo italiano con il comunismo di questo Paese. A parte il fatto che il primo è stato sconfitto, che mi sembra debole giustificazione; certamente il secondo ha preso parte alla Resistenza alla pari dei cattolici e dei liberali, e si è distinto poi nell’elaborazione della Carta costituzionale per affermare ideali comuni a tutti gli altri Partiti. All’interno di quella Carta vi è la XII disposizione transitoria

« È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”.

Una successiva Legge, quella del 20 giugno 1952, n. 645 (cosiddetta legge Scelba) in materia di apologia del fascismo, sanziona

«chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista, e «chiunque pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».

E, poi, nessuno di noi “comunisti italiani” nega che il “comunismo sovietico” abbia fallito, comprimendo e soffocando ogni libertà personale, ogni dissenso. Non c’è in noi alcuna nostalgia: tutt’altro! Piuttosto siamo scontenti di questa Democrazia incompiuta e continuiamo a lottare per realizzarla.

Oggi, proprio in questo quadro di estrema confusione politica alcuni giovani, strumentalizzando alcune paure reali o percepite utilizzando le prerogative fondamentali della Democrazia sancite dall’art. 21 della Costituzione, che nei primi due commi afferma « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. », si organizzano in formazioni neofasciste, inneggiando ai protagonisti della storia del Novecento, che utilizzarono la violenza contro i loro oppositori. Oggi quei giovani “senza memoria” prendono quelle bandiere sporche di sangue e alzano voci minacciose contro la Democrazia. I loro sostenitori e sostentatori li sobillano, consapevoli o inconsapevoli poco importa.

Ritornando ai giovani di qualsiasi parte, continuo a dir loro che occorre “studiare, ascoltare, riflettere” senza lasciarsi prendere da emozioni fasulle costruite su miti lontani e fondamentalmente negativi. Le grandi “rivoluzioni” sono state realizzate costruendo progetti nuovi ed originali.
Diffidate dalle “imitazioni”!

Joshua Madalon

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Foto UCCA

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