LE SCUSE (e molto altro): preambolo, in ed end

esodo 2

LE SCUSE (e molto altro)

Preambolo

Non è inusuale scusarsi con persone deboli, incapaci di comprendere la propria naturale limitatezza (quella che, d’altronde, appartiene a noi umani).
Lo faccio, acquisendo progressivamente la certezza di aver sollecitato nervi scoperti.
Lo faccio, precisando che alla fin fine “chi è causa del suo mal…….”.
Se si vuole essere sempre più “marginali” non tenendo conto dei precedenti, e quindi della storia “piccola” e della Storia “grande”, continuando sulla stessa strada, a nulla valgono gli improperi stimolanti, così come a nulla valgono le “scuse”. Rischiano di rimanere soltanto delle reciproche offese ed a poco o nulla servono le “scuse”.
E non è neanche utile identificare in questo o quel modo i comportamenti individuali pseudopolitici; o ancor più, da “affine” non tocca a me sanzionarli: lo hanno fatto, e lo faranno (se le cose non cambiano) i cittadini. Ecco perché sono doverose le mie “scuse” ma non risolverebbero i problemi se non vi è reale resipiscenza della drammaticità del momento.

In

Negli ultimi mesi si è andata delineando una certa tendenza da parte di quegli irriducibili sostenitori di una Politica che operi principalmente sui valori della Democrazia, della Libertà, della Giustizia sociale per poter invertire il corso delle scelte governative degli ultimi venti-trenta anni che ha prodotto un maggior divario tra ricchezza e povertà.
Quel che è tuttavia apparso ancor più drammatico è la assoluta indifferenziazione tra coloro che al Governo hanno rappresentato la Destra e coloro che oggi nello stesso ruolo sostengono di essere la Sinistra. In questa “melassa” indistinta, questo “blob” anonimo, si sono inseriti i “dilettanti” del M5S che hanno raccolto voti da Destra, da Centro e da Sinistra, donando motivazioni provvisorie agli scontenti.
A ciascuno di noi tocca prioritariamente occuparsi del proprio territorio; pochi di noi possono vantare una Cultura ed una Conoscenza politica a livello nazionale. E dunque è su noi stessi che dobbiamo giocare il nostro futuro. Poco o nulla dovrebbero contare le scelte nazionali, e soprattutto queste ultime non dovrebbero influenzare le nostre, che richiedono riflessioni, decisioni e scelte che non hanno bisogno di un “via libera” a noi estraneo.
I tempi dovrebbero essere maturi: come accade in natura, più in là si va, ciò che oggi è maturo si decompone.
In sintesi e al di là di ulteriori metafore naturalistiche la scelta di avviare un percorso unitario delle realtà (associative, politiche ed individuali) della Sinistra pratese non può essere rinviata troppo a lungo.
“Necesse est” ritornare ad incontrarci, partendo dai documenti già approvati (Carta di intenti e Bozza di Statuto) per avviare riflessioni sul “Progetto di Alternativa 2019”.
La forte ambiguità di un Governo cittadino, vassallo di interessi estranei, incapace di operare scelte autonome ed accondiscendente alla volontà di altri, non può essere tollerata.
In questo momento appariamo anche noi ambigui ed indeterminati, probabili facili prede di sirene accattivanti (in ciò si senta offeso chi vuole ma dimostri nelle scelte il contrario). Occorre ridare nuovo vigore al Progetto.
Il nostro lavoro innanzitutto deve essere orientato a costruire un solido e ben distinto progetto di Alternativa che possa aggregare l’interesse dei tanti che dichiarano, da Sinistra, di non sentirsi rappresentati dal PD, che hanno pian piano perso la speranza e vagano nel novero delle astensioni o vengono presi da “cattivi pensieri”.
Occorre anche lavorare per costruire alleanze all’interno della società civile, professionale ed imprenditoriale, imparando a non essere pregiudizialmente diffidenti, ascoltando anche le opinioni diverse (spesso sottolineo l’esigenza di attaccare quelle che sono le ambiguità della Sinistra nella sua “prassi”: parliamo anche di questo!).

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End

Chi scrive non lo fa per ottenere riconoscimenti ma perché “osa” scrivere ciò che pensa ed è stanco, come tanti altri che invece tacciono, di questa profonda “ignavia”, questo “traccheggiamento” tattico che serve soltanto a pochi, piccoli o medi o grandi “pescecani”, e non fa nulla per risolvere i problemi.

J.M.

Foto di Agnese Morganti

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