RIEMPIRE IL VUOTO – ALTRE RIFLESSIONI SU QUEL CHE E’ NECESSARIO OGGI PROPORRE ALLA SINISTRA DEL PAESE

RIEMPIRE IL VUOTO – ALTRE RIFLESSIONI SU QUEL CHE E’ NECESSARIO OGGI PROPORRE ALLA SINISTRA DEL PAESE

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Forse quando si preparano le “rivoluzioni” non tutti sono contenti di farsi da parte per l’irrompere di quel “nuovo” che avanza e costringe all’improvviso a doversi confrontare con schemi diversi da quelli cui ci si era abituati. Bisogna mettere in conto che non si era del tutto pronti anche se da più parti veniva forte la richiesta di un cambiamento di metodi e di pratiche. Ma – qualcuno obietterà – è anadata quasi sempre così: dopo il nuovo – o quello che appare tale perché così si annuncia – subentra l’abitudine inveterata al reintegro delle vecchie abitudini. Non è un caso che anche nel rinnovo di esecutivi si vada parlando di “100 giorni”, di “luna di miele” con un chiaro riferimento a quanto accade nei matrimoni quando tutto è più bello e sereno rispetto a quando la vita di coppia riserva poi sorprese inattese non del tutto positive. In Italia nella pratica politica si scoprono gli “altarini” con maggiore lentezza ed a volte occorre un ventennio, che è un’eternità soprattutto quando si è giovani ed inesperti e pieni di sano idealismo ed entusiasmo. E’ accaduto nel ventennio sciagurato del “fascismo” ed è accaduto in quello “berlusconiano” che rischia per l’insensatezza che ci ha caratterizzato negli ultimi anni “renziani” di ritornare in auge ancora per qualche tempo. Eh già! Renzi e quel che chiamiamo “renzismo” finisce per essere un piccolo intervallo, caratterizzato da diffusi egoismi nella Sinistra che non sono stati però temperati a causa di altrettante forme di egoismo in quella parte di Centrosinistra riformista e moderata che si è catalizzata nel Partito Democratico sempre più rivolto ad imbarcare figure e metodi tipicamente di Destra.

Quando si preparano le rivoluzioni troppe volte non si va molto per il sottile e si prevaricano anche le migliori energie; e così accade che dopo gli sconquassi si debbano governare le macerie con tutte le difficoltà connesse. Sembrava a tanti che quello renziano fosse un movimento rinnovatore e rivoluzionario, ma già all’alba di quel percorso alcuni di noi compresero che gli sforzi che si erano prodotti per avere il nuovo davvero lavorando sui metodi nel renderli più aperti e democratici non avrebbero potuto trovare una buona accoglienza in tutti coloro che, nelle pieghe del rinnovamento, volevano inserire i propri destini e non gradivano protagonismi disinteressati, o perlomeno sedicenti tali (perché in Politica ci si fida sempre poco di ciascun altro e spesso si sente dire “ma come mai costui si dà tanto da fare, cosa nasconde, quali sono i suoi obiettivi?”). La politica “renziana” in quel Partito che ha continuato a mantenere l’attribuzione di “Democratico” è stata tutt’altra che “tale”; e non è un mistero che i Circoli si siano desertificati, in mancanza di una vera e propria sede di confronto, ed il numero di aderenti – ivi compreso tutte quelle persone alle quali piaceva partecipare pur senza iscriversi – è man mano scemato.
Occorre ricostituire questo “tessuto”: queste sono le “macerie” della pseudorivoluzione renziana.
C’è tanta gente disillusa e mortificata, che potrebbe essere rimotivata sulla base di proposte concrete e realisticamente realizzabili: non libro dei sogni, dunque! Il PD non è più in grado di dare queste risposte: la Sinistra si prepari!

Joshua Madalon

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