CHE FARE? FARE! (piccole riflessioni sul “passato” e sul “presente” per costruire un grande “futuro”)

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CHE FARE? FARE! (piccole riflessioni sul “passato” e sul “presente” per costruire un grande “futuro”)

Le contraddizioni all’interno della Sinistra da sciogliere sono moltissime, ma non sono rinviabili se si ha l’intendimento di costruire un vero e proprio “polo culturale-politico”.
L’attuale Sinistra – quella vera i cui obiettivi sono la riduzione massima delle ineguaglianze (il che non vuol dire la negazione delle differenze anche di natura economica ma un riequilibrio che consenta alle cittadine e ai cittadini che vivono di reddito dipendente di rientrare in possesso della dignità umana nel rispetto dei primi articoli della Costituzione) – non può limitarsi al ruolo di “testimonianza” e deve dedicare la sua “mission” a conquistare la piena rappresentanza degli interessi dei lavoratori, quelli salariati e stipendiati, siano collegati alla esclusiva manodopera o ai settori del servizio ed a quelli professionali liberi, costruendo tuttavia un arpporto forte con quella parte di imprenditoria capace di comprendere che la felicità dei dipendenti arricchisce quella dei produttori e genera maggiore ricchezza.

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“The Mediator Between Head And Hands Must Be The Heart!” dice la principale didascalia del grande capolavoro di Fritz Lang “Metropolis” del 1927.

Per realizzare tutto questo occorre un grande impegno. Nelle ultime settimane il dibattito è molto acceso ed a volte più che incontrarci ci si scontra e ci si divide. Uno degli elementi divisivi è sul rapporto con il Partito Democratico. Personalmente sono contrario a prescindere dall’intrattenere rapporti con quel Partito, all’interno del quale vi sono migliaia di persone onestamente convinte che si tratti ancora di una forza di Sinistra: e questo convincimento spesso limita le scelte autonome di coloro che “invece” vorrebbero costruire un soggetto chiaramente di Sinistra indisponibile a scendere a compromessi mortificanti per il mondo del lavoro, così come ampiamente sopra descritto. E’ del tutto evidente che d’altra parte quel Partito non ha alcun interesse a trattare alla pari con chi considera semplicemente dei “vassalli” o addirittura “servitù della gleba”; e non si ha alcuna intenzione di rivedere scelte portate avanti convintamente all’interno di un rapporto condizionato dalla presenza di larghe parti di Destra (AD e ALA) e da quel Patto del Nazareno mai negato e mai rotto, visto l’esito dell’approvazione della Legge elettorale chiamata “Rosatellum”.
A livello locale l’interesse del PD è quello di “neutralizzare” parte (o il tutto) della possibile composizione del nuovo soggetto di Sinistra che nei mesi scorsi ha provato a costituirsi. Lo ha fatto invitando singolarmente le diverse anime della Sinistra: c’è chi ha accolto l’invito, affermando che il PD non è certo un nemico e chi, coerentemente con il processo in corso, ha scelto di non confrontarsi in attesa di poterlo eventualmente fare (l’eventualità è nelle “cose” ed attiene alle scelte “comuni”). In tutto questo “traccheggiare” si producono divisioni utili per rendere meno forte il nuovo soggetto (laddove veda la luce) acquisendo semmai anche qualche servigio. La leadership locale del PD ha certamente grande interesse a vanificare un “progetto” della Sinistra, verso la quale non ha avuto la stessa attenzione nel corso dei quattro anni di Amministrazione a guida PD nella città. Ora che intravede la concreta possibilità di andare verso un probabile insuccesso davanti alla desertificazione progressiva dei luoghi di aggregazione che avevano costruito il consenso negli anni passati mostra interesse verso quella parte della società che aveva trascurato.
Che fare? Certo, ciascuno è padrone del proprio destino, ma non pretenda di decidere per gli altri.

Joshua Madalon

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