LIBERI E UGUALI – il Programma (da “L’uguaglianza nei diritti”)

Barcone-immigrati

LIBERI E UGUALI – il Programma (da “L’uguaglianza nei diritti”)

Poche parole chiare sul tema dell’Immigrazione nel suo complesso nel progetto programmatico di “Liberi e Uguali”.
Un avvio di riflessione ad uso comune per un progetto della Sinistra unita che si occupi delle problematiche connesse all’incessante movimento di popoli dai Paesi più poveri e martoriati dalla povertà e dalle guerre che ne sono causa e conseguenza è urgente. Viviamo in un Paese all’interno del quale siamo protagonisti, a volte involontari, di contraddizioni stridenti tra una parte che con generosità promuove accoglienza volontaria ed una parte che ha creato intorno a queste tragedie il proprio tornaconto, il “business”. E poi ve ne è un’altra di parte, che di fronte a questi scenari, aiutata sospinta da scelte inadeguate dei Governi a fornire le dovute necessarie risposte alla legittima richiesta di legalità, utilizza forme di razzismo indistinto, che finiscono per creare drammi. Diventa urgente una serie di interventi legislativi che, mettendo al centro la dignità di ciascun “uomo”, garantiscano la convivenza civile nel pieno rispetto di tutti i cittadini, sia quelli autoctoni che quelli in transito che vogliano partecipare civilmente alla crescita culturale ed economica del nostro (che possa essere da subito considerato “il loro”) Paese. Occorre superare le ambiguità e le sottovalutazioni reali connesse al sistema degli SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).

Gruppi di migrati riuniti per l'identificazione dalle forze dell'ordine a Lampedusa, oggi 29 marzo 2011. Nell'isola i migranti presenti sono 6.200, il dato e' fornito dall'ufficio della Regione siciliana. ANSA / FILIPPO VENEZIA
Gruppi di migrati riuniti per l’identificazione dalle forze dell’ordine a Lampedusa, oggi 29 marzo 2011. Nell’isola i migranti presenti sono 6.200, il dato e’ fornito dall’ufficio della Regione siciliana. ANSA / FILIPPO VENEZIA

“Sulle politiche di accoglienza è aperta una faglia in tutta Europa. Dobbiamo rigettare accordi con Paesi in cui non siano garantiti i diritti umani, promuovere reali occasioni di sviluppo nei Paesi di provenienza e non permettere che si continui a depredarli.
Dobbiamo gestire le migrazioni con razionalità, abolendo la Bossi-Fini, introducendo un permesso di ricerca lavoro e meccanismi di ingresso regolari, promuovendo la nascita di un unico sistema di asilo europeo che superi il criterio del paese di primo accesso e che comprenda canali umanitari e missioni di salvataggio.
Va costruito un sistema di accoglienza rigoroso, diffuso e integrato, sulla base del modello Sprar, adeguatamente dimensionato, superando la gestione straordinaria che troppi scandali e distorsioni ha generato in questi anni, stroncando ogni forma di speculazione e invece generando nuove opportunità di inclusione e sviluppo.
Con la stessa forza va affermato che riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia da genitori stranieri, o è arrivato in Italia da piccolo e ha completato almeno un ciclo di studi, non è un atto di solidarietà, ma un riconoscimento doveroso che si deve a chi nei fatti è già italiano.”

Occorre cooperare in modo sinergico tra le nostre comunità, ivi compresi rappresentanti delle autorità civili (Comune, Regioni e Prefetture, Associazionismo laico e non) e religiose (Parrocchie, Curie), per costituire una rete propositiva di reciproco riconoscimento, che sia in grado di recuperare il tempo perduto, che allontani la parte più debole degli immigrati dalla pratica dell’illegalità e della violenza. Tale propensione, come peraltro accade nelle nostre aree periferiche con tanti dei nostri giovani (vedansi a tale scopo il fenomeno delle “baby gang” che di recente ha avuto spazio nelle cronache) è accentuata soprattutto dalla emarginazione culturale.

Joshua Madalon

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