Riflessioni sulla campagna elettorale “con uno sguardo in avanti”!

Riflessioni sulla campagna elettorale “con uno sguardo in avanti”!

Tra le argomentazioni che molto spesso emergono avverso il sostegno a “Liberi e Uguali” se ne trovano alcune contro le quali è molto importante avviare un dialogo, laddove ciò venga reso possibile.
Ci dicono che non sopportano la presenza di questo o quell’altro personaggio, cui addebitano responsabilità molto forti nella rottura del rapporto con il Partito Democratico, aggiungendo spesso rilievi sui rischi che, con questa rottura, si dia fiato alla Destra.
Argomentazioni serie frammiste a banalità generiche, anche se involontarie e frutto di pregiudizi dilaganti generici. Ovviamente il tutto nasce dalla diffusione mediatica che della contesa politica viene ad imporsi: come accade da tempo la stragrande maggioranza della popolazione riceve notizie attraverso la tv popolare, pressocchè unica fonte di informazione. Pochissimi sono coloro che riescono ad elaborare in modo autonomo una conoscenza diretta della vita politica; tra questi non sono tuttavia quelli che attingono la loro conoscenza dalla carta stampata. Saper leggere consente di poter interpretare con una propria sensibilità solo ed esclusivamente il materiale cui riesce ad accedere: sarebbe importante leggere più testate, possedendo capacità critiche, ma non è alla portata di tutti.

All’interno di “Liberi e Uguali” vi sono personaggi di primo piano che appartengono ad un passato del quale non vogliono fare a meno. Questo non è certamente un limite: abbiamo contestato il concetto di “rottamazione” come eliminazione tout court dell’avversario più coriaceo. Ma in Politica, bisognerebbe ricordarlo al buon Renzi, gli avversari o si eliminano come ai tempi di Lucrezia Borgia (e non è certamente questo il caso) oppure attraverso i mezzi della “democrazia” ma – proprio per distinguerci dalle “corti” quattro-cinquecentesche – nel pieno rispetto del pensiero e dell’agire politico degli avversari. Di fronte alle difficoltà “democratiche” del contesto piddino, alcuni – un po’ per volta – sono usciti da quel Partito ed hanno creato altre aggregazioni (Possibile – MDP Articolo 1). All’interno di queste ci sono ovviamente personalità di spicco, la cui verve polemica può non piacere a tutti, ma questo non inficia di per sè la qualità del Progetto, soprattutto se tutte le altre componenti si prefiggono il compito di non consentire democraticamente l “identificazione” in quella direzione dell’intera formazione. In “Liberi e Uguali” è confluito anche “Sinistra Italiana”, partito già preesistente anche come oppositore del maggiore partito del Centro(Sinistra).
Sarebbe bene sapere che nel quadro generale politico italiano repubblicano sin dall’inizio le forze politiche erano numerose e la frammentazione è stata da sempre una regola, risolta con la crisi della “prima” Repubblica con la formazione di due raggruppamenti-coalizioni che, alla prova dei fatti, non hanno prodotto risultati soddisfacenti. D’altra parte le ultime leggi elettorali, compreso quest’ultima pessima, hanno riportato il tutto verso un sistema solo apparentemente misto, ma tendente al massimo verso il proporzionale. Ora è evidente che con queste modalità non hanno spazio le personalizzazioni, anche se ne perdurano gli effetti pregressi.
Non possiamo fare altro che portare pazienza; dopo il 4 marzo avremo un primo responso. Sembra che possa non esserci un vincitore, ma se ci fosse comunque noi avremmo le idee più chiare per poter di là in avanti costruire un nuovo Progetto. Difficilmente il futuro però potrà prevedere un “ricongiungimento” dopo la “separazione”. Ciò sarebbe vieppiù innaturale! Siamo persone vive; ci capita anche di separarci, di divorziare: ma è molto difficile ritornare sui propri passi. Meglio guardare in avanti!

Joshua Madalon

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