Un Progetto complessivo di Educazione declinata in ogni senso per sconfiggere le marginalizzazioni mortificanti della dignità umana – con “Liberi e Uguali”

Un Progetto complessivo di Educazione declinata in ogni senso per sconfiggere le marginalizzazioni mortificanti della dignità umana – con “Liberi e Uguali”

Dopo una serie di interventi sulla Sanità ne avevo prodotto uno ieri sui temi “ambientali”.
Stravolgendo un ordine molto diverso del Programma di “Liberi e Uguali” allego oggi la parte relativa all’Istruzione ed alla Ricerca, cui viene assegnato – come si evince dallo stesso titolo – il “primo posto”. Condivido pienamente tale scelta: essendo stato per quindici anni amministratore “senza emolumenti” e periferico (è forse questo per me un “titolo di merito” – per altri un segno di “marginalità”) e periferico in questa città (Prato) ho sempre considerato Istruzione e Cultura elementi centrali dell’agire amministrativo e politico.
Negli ultimi giorni peraltro l’Osservatorio Nazionale della Salute ha sottolineato l’incidenza del livello di istruzione sulla “speranza di vita”. In Italia si vive più a lungo a seconda del lugo di residenza o del livello di istruzione. Sulle questioni “sanitarie” ed “ambientali abbiamo già svolto alcune riflessioni, me è importante allungare il collo sulle problematiche dell’Istruzione. Una popolazione poco o – in alcuni casi – per nulla acculturata (sarà importante ad esempio rilevare, anche se ridotto, quale sia ad oggi il dato sull’analfabetismo totale o di ritorno) non possiede in generale gli strumenti per comprendere quali siano i propri diritti nei confronti di un sistema sanitario che, pur essendo nazionale, non riesce ad applicare i protocolli che, a chiacchiere, dovrebbero essere comuni e nei fatti vengono disattesi.
Anche per questi motivi sarebbe necessario un rilancio dell’Istruzione diffusa sui territori per tutte le età, tendente al recupero delle competenze minime. Occorrerà mettere in piedi un Progetto complessivo di Educazione declinata in ogni senso per sconfiggere le marginalizzazioni mortificanti della dignità umana.

Ne riparleremo. Ecco qui di seguito la parte del Programma relativo all’Istruzione ed alla Ricerca.

Joshua Madalon

Istruzione

Istruzione e ricerca: al primo posto.

Da anni siamo collocati agli ultimi posti in Europa per investimenti nel settore. Eppure, tra mille difficoltà, la scuola ha saputo affrontare sfide enormi, come quella dell’inclusione.
Dobbiamo cancellare la logica della cosiddetta “Buona scuola” e ripartire da una scuola che si fa comunità educante, che si dà l’obiettivo fondamentale di contrastare la dispersione scolastica e di creare condizioni di uguaglianza sostanziale. Una scuola ancorata ai principi costituzionali, rendendola realmente gratuita, riqualificando e ampliando il “tempo scuola”, moltiplicando l’offerta pubblica di nidi, rendendo universale la scuola dell’infanzia.
Solo una scuola felice e piena di dignità può essere buona.
Una scuola che funzioni davvero, dove gli insegnanti siano persone fiere del loro lavoro e restituiscano ai nostri figli il meglio di loro stessi. Una scuola povera, senza mezzi, con insegnanti mortificati costruisce – al di là del valore dei singoli – una società frantumata e rancorosa in cui la lotta tra poveri inizia tra i banchi di scuola perchè non tutti possono permettersi di pagare le attività sportive, culturali, ricreative, la mensa, i materiali didattici.
E’ necessario riconoscere la dignità e il valore della funzione degli insegnanti, stabilizzando i precari attraverso un piano pluriennale, dando risposte a chi (vittima di un algoritmo impazzito) ha subito una mobilità inutile e dannosa, adeguando gli stipendi di docenti e personale Ata agli standard europei.
L’alternanza scuola-lavoro è da rivedere completamente con il riconoscimento della volontarietà dell’adesione, dando agli studenti strumenti per comprendere il mondo del lavoro e portarvi elementi di innovazione, spirito critico, autonomia intellettuale.
Serve un piano per l’edilizia scolastica in linea con il progetto di conversione ecologica.
Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito al continuo sotto-finanziamento del sistema universitario e della ricerca pubblica, accompagnato dal crollo delle immatricolazioni: l’Università diventa sempre di più un club per pochi. Contestualmente, gli enti pubblici di ricerca hanno subito una razionalizzazione selvaggia, un’esplosione del precariato in spregio all’utilità strategica di molti istituti.
È irrinunciabile un investimento sul diritto allo studio e sulla progressiva gratuità dell’accesso a partire dall’abolizione delle tasse universitarie, sull’effettivo sostegno con borse di studio e residenze per gli aventi diritto, sulla qualità dell’insegnamento, sulla valorizzazione di professori e ricercatori, sulla stabilizzazione dei precari dell’Università e del sistema pubblico di ricerca, sulla valutazione seria della ricerca definendo nuovi criteri e finalità della valutazione dei singoli e delle istituzioni. Strumenti strutturali per la ricostruzione di un sistema universitario e della ricerca pubblica all’avanguardia e diffuso lungo tutta la penisola.

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