“UNA GIOSTRA IN INVERNO” – riflessioni su una gelida campagna elettorale

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“UNA GIOSTRA IN INVERNO” – riflessioni su una gelida campagna elettorale

In questa campagna elettorale così sgangherata e climaticamente gelida – in tutti i sensi –diventa davvero difficile spiegare le identità e le differenze. A parte tutte le bugie, le fanfaronate, le cialtronerie non è in nessun modo possibile interloquire in maniera del tutto serena e corretta, senza offendere inopinatamente i contendenti con cui possano esserci delle affinità (per “Liberi e Uguali” il PD e Potere al Popolo), con la gente. Ovviamente si tratta di affinità collegate alla “convivenza civile” per la comune matrice antifascista e costituzionale: e queste sono le principali identità valoriali cui ci ispiriamo. Ci dividiamo però poi sul metodo e sulle scelte ed il loro esito. Molti di noi vengono dall’esperienza fondativa del Partito Democratico ed in quel contesto hanno già dato! Altri provengono dal percorso precedentemente tracciato nella Sinistra. Tutti insieme non hanno condiviso molte delle scelte fatte dal Partito Democratico degli ultimi anni; forse è stato – e la Storia ce ne darà conto – un errore madornale l’aver “preteso” di mettere insieme entità politiche allora apparentemente affini, visto che i problemi di convivenza sono apparsi nell’immediatezza di ardua soluzione. C’è stato pressappochismo, sciatteria e ci si è affidati a personaggi che della Politica avevano un’idea molto individuale e di parte. Quel pressappochismo non lo assegno solo ad altri, ma in primo luogo, sentendomene responsabile, “anche” a me stesso ed a persone idealiste come me. Il tormento di quei momenti ritorna alla mia mente in modo indelebile: la passione e l’entusiasmo di una scelta democratica che si basasse soprattutto sull’unione di pensieri diversi ma contigui nel collante degli ideali costituzionali ed antifascisti venivano messi a dura prova di fronte alle tattiche delle leadership locali preoccupate non solo di non perdere potere ma soprattutto di poterne guadagnare di più nell’atto costitutivo della nuova formazione.
E’ sempre così! anche in questa nuova occasione, anche se sono pronto a giocare, scommettendo e rischiando di perdere ancora una volta.
Da parte mia, tuttavia, rilevo che un’operazione di chiarezza non sia stata ancora del tutto svolta; vista l’urgenza che ha creato la fretta di scegliere una strada che da qualche parte è apparsa ancora troppo vicina al PD. Sulla giostra della competizione elettorale ad ogni modo ciascuno ha scelto la propria location e, per motivi di sicurezza, non si può scenderne in corsa. Personalmente, non ci penso nemmeno un attimo: ho scelto un “trenino” composto da tre vagoni e sono in buona compagnia. Mentre la “giostra” gira si discute, ci si confronta, si approfondiscono i temi con la giusta animosità ma un dato è certo: ciascuno di noi e gran parte di coloro che osservano il nostro “trenino” con attenzione e partecipazione quasi certamente avrebbe, partecipando al voto, assegnato la propria preferenza al “nullo” o a formazioni populistiche e demagogiche solo apparentemente – o parzialmente – vicine alla Sinistra. Non lo dico la prima volta, e quindi nessuno dovrebbe scandalizzarsi: anche il voto alla Sinistra radicale sarebbe un voto perduto. La tassatività dogmatica di “Potere al Popolo” non è in grado di fornire un utile contributo alla soluzione dei problemi che quella forza denuncia. Abbiamo bisogno di “governo” non di attestazioni testimoniali idealistiche. Fare “opposizione” non ha una valenza progettuale: in quel modo PaP si sterilizza e non può essere preso in considerazione. Questo è stato e può essere il limite di un rapporto futuro.

Joshua Madalon

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