PIETRO GRASSO IL PARTITO UNICO DI SINISTRA e l’umiltà

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PIETRO GRASSO IL PARTITO UNICO DI SINISTRA e l’umiltà

La costituzione di un “nuovo soggetto politico di Sinistra” del tutto alternativo al Partito Democratico è la conditio sine qua non per la permanenza di una buona parte dei partecipanti all’attuale campagna elettorale in “Liberi e Uguali” dopo il 4 marzo. E’ per questo essenziale motivo che ho accolto in modo positivo l’affermazione di Pietro Grasso “Dopo le elezioni si fondi un partito unico perché i valori di sinistra vi confluiscano” come una indicazione della strada da percorrere “insieme”.

Non c’è alcuno spazio per riprendere un percorso interrotto e diversificato con il Partito Democratico, che ha evidenziato da molto tempo ed in modo precipuo dall’avvento alla Segreteria di Matteo Renzi e della sua “corte” (non solo il Giglio magico!), di non poter rappresentare in alcun modo la parte più debole ed indifesa delle persone, avendo perseguito scelte politiche soprattutto in materia di Lavoro, di Scuola, di Sanità del tutto discordanti da una linea progressista e democratica, di cui si avverte urgente bisogno.

Ho intravisto negli ultimi giorni tentativi di normalizzazione dei cosidetti transfughi dal PD e dalle sue limitrofe propaggini della prima e dell’ultima ora con un richiamo al senso di responsabilità, utilizzando davvero in modo improprio il tema dell’antifascismo. Anche a livello locale – ed è il caso cui mi riferivo – non c’è spazio alcuno per un raccordo tra chi appronterà un Progetto di Politica locale innovativo soprattutto nei metodi della partecipazione democratica. In questo senso – e solo in questo – accolgo la richiesta di “umiltà” che viene proposta da Maurizio Giardi, che avverto essere critico per l’affermazione di Pietro Grasso. Troppo spesso “soloni” locali hanno ventilato il ricorso all’umiltà, declinandola tuttavia in modo unidirezionale, dividendo dunque la platea dei partecipanti alla costruzione di un Progetto politico in “umili” di serie “A” e “umili” di serie “Z”, con questi ultimi destinati a lasciarsi fregare, raggirare ed i primi a “comandare”!

Il termine “umiltà” mi sta bene se il riferimento è all’approccio culturale, politico, democratico dal basso ma non solo: “con” il basso, intendendo con ciò quel rapporto con la gente, con le persone che è garanzia ultima e definita della costruzione di un percorso la cui principale qualità risieda nella condivisione partecipativa reale, concreta, non come quella fatta di proposte già preconfezionate preventivamente non destinate a modifiche.
Il fallimento dell’attuale Amministrazione comunale di Prato è palpabile da tempo e si palesa con chiarezza nella profonda incapacità di autonomia dai poter forti (non quelli classici spesso menzionati) della Politica toscana e nazionale. C’è un atteggiamento di sudditanza in quella direzione che ha spesso prodotto espressioni di inanità da parte sia del Sindaco che di alcuni amministratori. La vicenda “Pista parallela” e “Divieto di utilizzo spazi pubblici alle forze associative e politiche inneggianti al ventennio” ne sono la dimostrazione. Inoltre molte delle scelte strutturali hanno visto spazi di discussione fasulli, benché fossero pubblicizzati, ad uso esclusivo delle categorie professionali, dimenticando “ad arte” che i fruitori delle modifiche strutturali (nuovi spazi pubblici, viabilità) sono la maggior parte della cittadinanza, ivi comprese tutte le persone che risiedono o transitano in quei luoghi. Occorrerà un coraggio accompagnato da umiltà condivisa e non unilaterale.

Joshua Madalon

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