GIOVEDI’ 22 ORE 21.00 – PARLIAMO DI SANITA’ IN TOSCANA ED IN ITALIA – a partire da Prato con LIBERI E UGUALI

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GIOVEDI’ 22 ORE 21.00 – PARLIAMO DI SANITA’ IN TOSCANA ED IN ITALIA – a partire da Prato con LIBERI E UGUALI

Qualcuno dirà che mi occupo con tanta attenzione di SANITA’ avendo io superato i settanta; e quindi per interesse personale. Sarebbe normale, d’altronde; ma l’argomento mi ha attratto dal tempo in cui avevo anche meno di venti anni, seguendo vicissitudini familiari e, dunque, anche in quel caso per “interesse personale”. I temi della Sanità non possono essere declinati in relazione a chi sta male; ma occorre farlo principalmente in relazione a chi sta “ancora” bene! Si parla in questo caso di “prevenzione”; ma come è possibile applicare tale intervento se non si cambia in modo copernicano l’approccio scientifico ed economico alle cure sanitarie?
Sul comparto complessivo della Medicina si sono via via succeduti tagli macroscopici che hanno fatto ridurre progressivamente le possibilità di accesso da parte della popolazione alle cure mediche. Il combinato disposto tra crisi e tagli ha prodotto un gap sempre più largo nella società tra chi possiede mezzi per fronteggiare alle spese e chi non ne possiede ed è costretto ad attendere il proprio turno, di fronte a liste di attesa sempre più lunghe con il rischio sempre più alto di non ricevere le cure nei tempi necessari alla risoluzione delle problematiche sanitarie personali.
Ci si scandalizza in modo ipocrita del ricorso apparentemente improprio all’intervento del “Pronto Soccorso”, senza avere la minima sensibilità di comprenderne il significato: chi non ha i mezzi ed è condizionato, anche se fosse solo psicologicamente, ad un’attesa di mesi (non sempre pochi), non ha altre scelte: o rischia di ammalarsi ancor più seriamente o si reca al Pronto Soccorso. E qui vorrei sottolineare che gli “autopeana” cantati e suonati da parte di personaggi come il Sottosegretario alla Sanità Federico Gelli che decantava i grandi successi della Sanità toscana nel corso di una trasmissione de “La 7” – “Tagadà” – nel pomeriggio del 7 dicembre scorso, sono del tutto fuori luogo. Gli scrissi “in diretta”, sottolineando alcune inconguenze molto ma molto serie “e ripetute” da parte della Sanità toscana (se questa è al “top” lascio immaginare come siano le altre): non mi ha risposto. E posso ben immaginare il perché: è molto gratificante farsi bello senza contraddittorio!
Continuerò a scrivere di Sanità anche nei prossimi giorni. Qui di seguito riporto la parte del Programma di “Liberi e Uguali” decicato a questo argomento.
Giovedì prossimo, 22 febbraio, alle ore 21.00 ci vediamo per approfondire questi argomenti al Circolo San Paolo di via Cilea 3 a Prato.

Una sanità pubblica, davvero.

Un numero crescente di persone non riesce ad avere accesso alle cure, a causa di costi sempre più elevati, di ticket che sono più elevati del prezzo delle prestazioni, di liste d’attesa sempre più lunghe, della mancanza di servizi di prossimità.
Dobbiamo rovesciare il sistema puntando sulla prevenzione ed evitare la malattia, riducendo i fattori di rischio legati all’ambiente di vita e di lavoro oltre che alla reale accessibilità di analisi preventive, perché solo in questo modo si possono scoprire i problemi prima che diventino gravi. Un esame può salvare una vita, ma molti oggi non se lo possono permettere e rimandano all’infinito il momento di farlo. Siamo decisamente contro gli sprechi, in primis di vite umane.
Serve un forte rilancio del finanziamento della salute e dell’assistenza sanitaria, per riallineare progressivamente la spesa sanitaria pubblica italiana alla media dei paesi dell’Europa occidentale e garantire investimenti pubblici per il rinnovamento tecnologico e l’edilizia sanitaria, da finanziare con 5 miliardi in 5 anni.
È necessario inoltre porre un freno alla diffusione delle polizze sanitarie nei contratti integrativi, attraverso regole più precise e/o evitando di sostenerla con la fiscalità generale che rischia altrimenti di portare progressivamente ad un indebolimento del sistema pubblico. Vogliamo mettere in campo un piano triennale di rafforzamento del personale dipendente, che passi anche per la riduzione del lavoro precario, delle collaborazioni esterne e dell’appalto di servizi.
Proponiamo: di superare l’attuale sistema dei ticket, già previsto dal Patto per la Salute del 2014 e l’abolizione dei superticket; un Piano d’azione per la salute mentale; una nuova politica del farmaco attraverso la promozione dell’uso dei farmaci generici (l’Ocse ci posiziona nel 2015 al penultimo posto su 27 paesi); l’informatizzazione del settore sanitario; un’attenzione specifica alla promozione del diritto alla salute delle donne, garanzia dei diritti sessuali e riproduttivi, attraverso il sostegno e il finanziamento della rete dei consultori; il rilancio dei programmi di educazione sessuale e contraccettiva nelle scuole; l’applicazione della legge 194 intervenendo sul problema del numero eccessivo di medici obiettori.

Vi ricordo ancora l’appuntamento di giovedì 22 febbraio

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Joshua Madalon

reloaded de GLI ATTACCHI A CHI INTASA IL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE SANTO STEFANO DI PRATO (quello nuovo) sono intollerabili. UNA RIFLESSIONE SULLO STATO DELLA SANITA’ TOSCANA, a partire da Prato ed in particolare da SAN PAOLO, quartiere Ovest di quella città. (15 gennaio 2018)

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GLI ATTACCHI A CHI INTASA IL PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE SANTO STEFANO DI PRATO (quello nuovo) sono intollerabili. UNA RIFLESSIONE SULLO STATO DELLA SANITA’ TOSCANA, a partire da Prato ed in particolare da SAN PAOLO, quartiere Ovest di quella città.

C’è un virus letale che sta corrodendo la Democrazia e sta portando danni inqualificabili “a vista”. Non so se se ne rendono conto questi amministratori che si fregiano di essere democratici, di Sinistra e per giunta anche a volte credenti e “cristiani”!
So molto bene di essere ancora una volta “tranchant” nei modi, ma non se ne può più di ricevere “lezioncine” da chi dovrebbe invece difendere i diritti proprio dei più deboli, dei bisognosi, di coloro che non riescono più ad assicurare ai propri familiari ed a se stessi la minima dignità umana.

I dati sulla povertà non possono che confermare quello che vediamo quotidianamente in diretta; ma di fronte a queste evidenze cosa fanno gli amministratori? Riducono gli interventi sul sociale, riducono la spesa sanitaria senza tuttavia ridurre i costi della gestione amministrativa: riducono tout court il welfare. Questo ovviamente è nelle carte, nelle scelte amministrative della Regione ed in quelle legislative dello Stato: in Italia è così; a Prato, poi, che è il territorio su cui insiste il mio sguardo, si è operato il taglio maggiore, riducendo non solo i posti letto in un Ospedale nuovo che non può riuscire a soddisfare le utenze ( in netta e progressiva crescita ed in controtendenza agli investimenti sempre più ridotti ), ma non prevedendo strutture intermedie se non in maniera insufficiente e provvisoria.

Dopo aver sostenuto, approvato e difeso le scelte sanitarie attaccando chi criticava la loro evidente inadeguatezza, cosa fanno questi “signoroni”? per motivi elettoralistici e di posizionamento al loro interno (ossia per difendere in primo luogo solo se stessi) fingono di accorgersi finalmente che chi criticava aveva buone ragioni. Ma non solo! C’è financo chi, di fronte a questo deserto sanitario, accorgendosi che il Pronto Soccorso è oberato di richieste, anche da considerare banali, non trova di meglio che attaccare gli utenti, sbeffeggiandoli anche.

E’ intollerabile!

Peraltro trovo che sia ancor più intollerabile che a lanciare questi attacchi siano amministratori che ben conoscono i limiti non solo strutturali ma anche prescrittivi che vengono forniti ai medici di base, che spesso si ritrovano nelle condizioni di dover suggerire ai loro pazienti di rivolgersi al Pronto Soccorso per poter usufruire di esami diagnostici che, diversamente, laddove prescritti, potrebbero essere soddisfatti tre-quattro-sei e più mesi dopo; oppure, poiché si potrebbe trattare di malattie croniche, si va incontro a dei limiti sulla ripetitività di questi e, dunque, la soluzione è poi la stessa: rivolgersi al Pronto Soccorso!

Sono stato da tempo molto attento nel seguire le vicissitudini dell’unico Distretto sanitario che dovrebbe (!) essere costruito sul territorio in cui risiedo, quello di San Paolo, ed avverto il dovere di rilevare che tale struttura, laddove venisse costruita, deve molto ai cittadini di quella frazione, in primo luogo di Fernando Masciello e degli ex iscritti al Circolo PD Sezione Nuova San Paolo – alcuni dei quali guardano con rinnovata e costante attenzione alla costituzione di soggetti “alternativi” di Sinistra.
Essi in prima linea si sono battuti energicamente innanzitutto per difendere il vecchio Distretto di via Clementi e poi affinchè fosse rapidamente costruita la nuova struttura in uno spazio prescelto sullo stesso territorio. La rapidità non è prerogativa degli amministratori; per ora lo spazio su cui costruire la nuova struttura è stato scelto. Poco di più! Anche se insistenti voci parlano di “prime pietre” in concomitanza di eventi elettorali. Non si impara mai ad essere seri: credo che dalla prima all’ultima pietra ne passerà ancora di tempo ed il pronto Soccorso con buona pace degli amministratori sarà oberato di lavoro.
Si dia uno sguardo a quel che scrivevo sul mio Blog utilizzando le stringhe sopra riportate.

Joshua Madalon

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Riflessioni sulla campagna elettorale “con uno sguardo in avanti”!

Riflessioni sulla campagna elettorale “con uno sguardo in avanti”!

Tra le argomentazioni che molto spesso emergono avverso il sostegno a “Liberi e Uguali” se ne trovano alcune contro le quali è molto importante avviare un dialogo, laddove ciò venga reso possibile.
Ci dicono che non sopportano la presenza di questo o quell’altro personaggio, cui addebitano responsabilità molto forti nella rottura del rapporto con il Partito Democratico, aggiungendo spesso rilievi sui rischi che, con questa rottura, si dia fiato alla Destra.
Argomentazioni serie frammiste a banalità generiche, anche se involontarie e frutto di pregiudizi dilaganti generici. Ovviamente il tutto nasce dalla diffusione mediatica che della contesa politica viene ad imporsi: come accade da tempo la stragrande maggioranza della popolazione riceve notizie attraverso la tv popolare, pressocchè unica fonte di informazione. Pochissimi sono coloro che riescono ad elaborare in modo autonomo una conoscenza diretta della vita politica; tra questi non sono tuttavia quelli che attingono la loro conoscenza dalla carta stampata. Saper leggere consente di poter interpretare con una propria sensibilità solo ed esclusivamente il materiale cui riesce ad accedere: sarebbe importante leggere più testate, possedendo capacità critiche, ma non è alla portata di tutti.

All’interno di “Liberi e Uguali” vi sono personaggi di primo piano che appartengono ad un passato del quale non vogliono fare a meno. Questo non è certamente un limite: abbiamo contestato il concetto di “rottamazione” come eliminazione tout court dell’avversario più coriaceo. Ma in Politica, bisognerebbe ricordarlo al buon Renzi, gli avversari o si eliminano come ai tempi di Lucrezia Borgia (e non è certamente questo il caso) oppure attraverso i mezzi della “democrazia” ma – proprio per distinguerci dalle “corti” quattro-cinquecentesche – nel pieno rispetto del pensiero e dell’agire politico degli avversari. Di fronte alle difficoltà “democratiche” del contesto piddino, alcuni – un po’ per volta – sono usciti da quel Partito ed hanno creato altre aggregazioni (Possibile – MDP Articolo 1). All’interno di queste ci sono ovviamente personalità di spicco, la cui verve polemica può non piacere a tutti, ma questo non inficia di per sè la qualità del Progetto, soprattutto se tutte le altre componenti si prefiggono il compito di non consentire democraticamente l “identificazione” in quella direzione dell’intera formazione. In “Liberi e Uguali” è confluito anche “Sinistra Italiana”, partito già preesistente anche come oppositore del maggiore partito del Centro(Sinistra).
Sarebbe bene sapere che nel quadro generale politico italiano repubblicano sin dall’inizio le forze politiche erano numerose e la frammentazione è stata da sempre una regola, risolta con la crisi della “prima” Repubblica con la formazione di due raggruppamenti-coalizioni che, alla prova dei fatti, non hanno prodotto risultati soddisfacenti. D’altra parte le ultime leggi elettorali, compreso quest’ultima pessima, hanno riportato il tutto verso un sistema solo apparentemente misto, ma tendente al massimo verso il proporzionale. Ora è evidente che con queste modalità non hanno spazio le personalizzazioni, anche se ne perdurano gli effetti pregressi.
Non possiamo fare altro che portare pazienza; dopo il 4 marzo avremo un primo responso. Sembra che possa non esserci un vincitore, ma se ci fosse comunque noi avremmo le idee più chiare per poter di là in avanti costruire un nuovo Progetto. Difficilmente il futuro però potrà prevedere un “ricongiungimento” dopo la “separazione”. Ciò sarebbe vieppiù innaturale! Siamo persone vive; ci capita anche di separarci, di divorziare: ma è molto difficile ritornare sui propri passi. Meglio guardare in avanti!

Joshua Madalon

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ALLE COMPAGNE ED AI COMPAGNI, ALLE AMICHE ED AGLI AMICI che sono disponibili a comprendere

ALLE COMPAGNE ED AI COMPAGNI, ALLE AMICHE ED AGLI AMICI che sono disponibili a comprendere

Ho aderito convintamente all’APPELLO “MAI PIU’ FASCISMI” qui di seguito riportato (in calce ad esso trovate le Associazioni e le forze politiche che vi hanno aderito).

Appello a tutte le Istituzioni democratiche

Noi, cittadine e cittadini democratici, lanciamo questo appello alle Istituzioni repubblicane.
Attenzione: qui ed ora c’è una minaccia per la democrazia.
Si stanno moltiplicando nel nostro Paese sotto varie sigle organizzazioni neofasciste o neonaziste presenti in modo crescente nella realtà sociale e sul web. Esse diffondono i virus della violenza, della discriminazione, dell’odio verso chi bollano come diverso, del razzismo e della xenofobia, a ottant’anni da uno dei provvedimenti più odiosi del fascismo: la promulgazione delle leggi razziali.
Fenomeni analoghi stanno avvenendo nel mondo e in Europa, in particolare nell’est, e si manifestano specialmente attraverso risorgenti chiusure nazionalistiche e xenofobe, con cortei e iniziative di stampo oscurantista o nazista, come recentemente avvenuto a Varsavia, persino con atti di repressione e di persecuzione verso le opposizioni.
Per questo, uniti, vogliamo dare una risposta umana a tali idee disumane affermando un’altra visione delle realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, della solidarietà, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto sociale.
Per questo, uniti, sollecitiamo ogni potere pubblico e privato a promuovere una nuova stagione di giustizia sociale contrastando il degrado, l’abbandono e la povertà che sono oggi il brodo di coltura che alimenta tutti i neofascismi.
Per questo, uniti, invitiamo le Istituzioni a operare perché lo Stato manifesti pienamente la sua natura antifascista in ogni sua articolazione, impegnandosi in particolare sul terreno della formazione, della memoria, della conoscenza e dell’attuazione della Costituzione.
Per questo, uniti, lanciamo un allarme democratico richiamando alle proprie responsabilità tutti i livelli delle Istituzioni affinché si attui pienamente la XII Disposizione della Costituzione (“E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”) e si applichino integralmente le leggi Scelba e Mancino che puniscono ogni forma di fascismo e di razzismo.
Per questo, uniti, esortiamo le autorità competenti a vietare nelle competizioni elettorali la presentazione di liste direttamente o indirettamente legate a organizzazioni, associazioni o partiti che si richiamino al fascismo o al nazismo, come sostanzialmente previsto dagli attuali regolamenti, ma non sempre applicato, e a proibire nei Comuni e nelle Regioni iniziative promosse da tali organismi, comunque camuffati, prendendo esempio dalle buone pratiche di diverse Istituzioni locali.
Per questo, uniti, chiediamo che le organizzazioni neofasciste o neonaziste siano messe nella condizione di non nuocere sciogliendole per legge, come già avvenuto in alcuni casi negli anni 70 e come imposto dalla XII Disposizione della Costituzione.
Per questo, uniti, come primo impegno verso una più vasta mobilitazione popolare e nazionale invitiamo a sottoscrivere questo appello le cittadine e i cittadini, le associazioni democratiche sociali, civili, politiche e culturali. L’esperienza della Resistenza ci insegna che i fascismi si sconfiggono con la conoscenza, con l’unità democratica, con la fermezza delle Istituzioni.
Nel nostro Paese già un’altra volta la debolezza dello Stato rese possibile l’avventura fascista che portò sangue, guerra e rovina come mai si era visto nella storia dell’umanità. L’Italia, l’Europa e il mondo intero pagarono un prezzo altissimo.
Dicemmo “Mai più!”; oggi, ancora più forte, gridiamo “Mai più!”.

ACLI – ANED – ANPI – ANPPIA – ARCI – ARS – ARTICOLO 21 – CGIL – CISL – COMITATI DOSSETTI – COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE – FIAP – FIVL – ISTITUTO ALCIDE CERVI – L’ALTRA EUROPA CON TSIPRAS – LIBERA – LIBERI E UGUALI – LIBERTA’ E GIUSTIZIA – PCI – PD – PRC – UIL – UISP
ADERISCONO:
AICVAS – ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE DI MODENA – ANEI – ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA CUBA – ASSOCIAZIONE RADICALI SARDI – AUSER – CIRCOLO DI CULTURA OMOSESSUALE MARIO MIELI – DiEM25 ITALIA – FEDERAZIONE DEI CIRCOLI GIUSTIZIA E LIBERTÀ – GIOVANI DEMOCRATICI – I SENTINELLI DI MILANO – LA RETE PER LA COSTITUZIONE – LINK COORDINAMENTO UNIVERSITARIO – MEMORIA ANTIFASCISTA – MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO TOSCANA – MOVIMENTO GIOVANILE DELLA SINISTRA – PMLI – RETE DEGLI STUDENTI MEDI – RETE DELLA CONOSCENZA – UGO NESPOLO – ALDO TORTORELLA – UNIONE DEGLI STUDENTI – UNIONE DEGLI UNIVERSITARI

NON HO ADERITO ALL’APPELLO CHE UN “gruppetto” di cittadine e cittadini “di buona volontà” della città di Prato (più preoccupato del proprio specifico interesse politico che del tema in sè) HA INTESO DIFFONDERE A PRATO ritenendolo fortemente “strumentale” ed assolutamente fuori luogo.
I suoi estensori farebbero assai meglio a richiedere, come più volte ho fatto dal mio Blog, che venisse applicato il dettato costituzionale ed in ultima analisi il testo dell’Ordine del giorno che il Consiglio comunale di Prato ha approvato a larga maggioranza nei primi giorni del mese di settembre 2017 concernente il divieto di concessione di spazi pubblici ad Associazioni e Partiti che ispirino la loro attività al fascismo.
Invece di muoversi in tale direzione invece ci si auspica

“…che, all’indomani delle elezioni politiche e a prescindere dal loro risultato, le forze politiche progressiste e i cittadini che si riconoscono nei valori della Costituzione s’impegnino a fare tutti gli sforzi possibili per promuovere una grande coalizione antifascista e antirazzista che sappia, per i prossimi anni, assicurare la fedeltà dell’azione amministrativa ai valori della tolleranza, dell’accoglienza, della difesa dei più deboli, del sostegno ai diritti civili, della tutela dell’ambiente.”

Ecco l’appello di cui parlo “nella sua interezza”.

APPELLO
A meno di un mese dall’appuntamento elettorale, l’aria che si respira nel Paese si fa sempre più brutta. Un clima di crescente intolleranza razziale che non di rado si tramuta in violenza, intolleranza cavalcata da molti, sottovalutata da altri e non sufficientemente combattuta da altri ancora e che si aggiunge a una situazione economica tuttora difficile, con larghi strati della popolazione, soprattutto giovanile, condannati a vivere una precarietà che rischia di diventare cronica. Di fronte a tutto ciò il fronte progressista si presenta alle elezioni diviso e litigioso, troppo spesso più occupato a polemizzare al suo interno che a contrapporsi al suo avversario naturale, una destra a trazione leghista sempre più aliena dai valori costituzionali e sempre più incline a strizzare l’occhio alle peggiori pulsioni provenienti dal suo interno.
Questo quadro rischia di ripresentarsi tra un anno, quando saremo chiamati a scegliere chi amministrerà la nostra città fino al 2024. Auspichiamo che, all’indomani delle elezioni politiche e a prescindere dal loro risultato, le forze politiche progressiste e i cittadini che si riconoscono nei valori della Costituzione s’impegnino a fare tutti gli sforzi possibili per promuovere una grande coalizione antifascista e antirazzista che sappia, per i prossimi anni, assicurare la fedeltà dell’azione amministrativa ai valori della tolleranza, dell’accoglienza, della difesa dei più deboli, del sostegno ai diritti civili, della tutela dell’ambiente. Mai più saluti romani in Piazza del Comune.

Joshua Madalon

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INVITO AD UN VIAGGIO NUOVO sulla assenza dei leader del PD a Macerata ed alcune farneticazioni – una sola speranza: ricostituire la Sinistra!

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…con un breve preambolo!

Avevo preparato questo post per la mattina del 12 febbraio. Poi sono partito per Roma e ci sono rimasto fino ad ieri. Il 12 era il mio compleanno. Insieme a Mariella, siamo andati da Lavinia, nostra figlia. Roma è una città magnifica con quasi quattro milioni di abitanti e migliaia di pendolari e turisti; il centro storico è splendido, le periferie non sono peggiori di tantissime altre meno popolose. Non me la sento di scagliare strali contro quell’Amministrazione anche se non me la sento di sostenerla perché non sono stati in grado di modificare lo “status quo” dell’apparato amministrativo.

La riflessione che avevo fatto qui di seguito avrei potuto cancellarla; invece è accaduto che nei giorni in cui ero a Roma qualcuno ha ben pensato di “strumentalizzare” in modo miserabile gli eventi di Macerata invitando ad unire le forze antifasciste locali in chiave amministrativa per la prossima competizione del 2019, dimenticando del tutto che con una parte della Destra – a livello personale – nella campagna elettorale l’allora candidato Sindaco del Centro(Sinistra) non disdegnava di stringere accordi e dimenticando lo stesso Sindaco allo stesso tempo di far applicare l’Ordine del giorno approvato ai primi di settembre 2017 che impedisce a quei gruppi chiaramente filofascisti di ottenere spazi sul territorio pubblico.

Ora un invito come questo in assenza di un riconoscimento pieno delle responsabilità da parte del Partito Democratico nell’aver creato le condizioni per il proliferare di tali realtà non può essere da me accolto. Sono poca cosa, ma io “sono”!

J.M.

INVITO AD UN VIAGGIO NUOVO

sulla assenza dei leader del PD a Macerata ed alcune farneticazioni – una sola speranza: ricostituire la Sinistra!

Un atto di resipiscenza, potrebbe essere almeno questo il senso – quantunque sospettato da strumentalismo – di una scelta da parte del Partito Democratico di partecipare alla manifestazione di Macerata.
Ma lo pensavo, poteva! Ma non lo ha fatto! E continua a sottovalutare il pericolo di una Destra non solo in ripresa ma anche trionfante. Lo ha sottovalutato, benché una parte considerevole del Popolo della Sinistra lo avesse più volte richiesto, forse quello stesso Popolo che aveva avvertito il PD del rischio grossissimo che la nostra Democrazia rischiava di correre con quello sciagurato Referendum del 4 dicembre 2016, del quale la leadership non ha mai riconosciuto la pericolosità, sostenendo le ubbìe del leader e dei suoi più stretti collaboratori. Per fortuna, quel rischio non si è del tutto corso (“del tutto” perché il desiderio di rivincita non si è sopito e questo è molto pericoloso), grazie all’apporto di una maggioraza consistente favorevole al NO, a fronte di una partecipazione confortante.
Non solo il PD ha rinunciato a camminare “insieme” sul cammino dell’Antifascismo, ma uno dei suoi leader “locali” ha pensato bene di denigrare i partecipanti con laconiche irridenti frasi non dissimili da quelle pronunciate da esponenti della Destra. Di certo non diverse da quelle espressioni violente che leggiamo su Facebook e che ipocritamente alcuni stigmatizzano. Sparare nel mucchio con quella modalità offende la stragrande maggioranza della gente che manifesta per i propri ideali e non per proprie miserabili convenienze: allo stesso modo di coloro che minacciano espulsioni di massa, inserendo nello stesso calderone migliaia (se fossero 600 mila centinaia di migliaia) di stranieri per bene, rispettosi delle regole e disponibili a confrontarsi culturalmente con la gente. Non mitigano il nostro giudizio su quelle cialtronate alcuni episodi riprovevoli accaduti a Piacenza ed a Torino, nei quali una teppaglia di delinquenti sedicenti di Sinistra, che vanno fermati allo stesso modo di quelli di Destra, hanno fatto violenze sotto bandiere che inneggiano alla Pace. Non sono per giudizi di doppiezza: la Violenza è Violenza e va sanzionata!
Ora, diciamocela ancora tutta ed a modino! Non tutti sono così: la stragrande maggioranza dei militanti e dei potenziali elettori di quel Partito non condivide quel pensiero e man mano se ne va accorgendo o perlomeno comincia a decidersi di fare il passo, di andare via. Ci sono ancora dei “resistenti” che nicchiano ma – si ricordino che un Partito è uno strumento per affrontare e risolvere le problematiche della gente, per noi quella parte di gente che appartiene agli ultimi, agli emarginati, agli sfruttati quelli di prima e quelli in corso – (ma) non stiano a rimpiangere tutto il tempo speso intorno alla creazione di quel Partito e, resosi conto del fallimento di quel Progetto, fallimento voluto da chi avrebbe dovuto invece sostenerlo e rinvigorirlo nel solco della Democrazia, lo abbandonino per ricominciare un cammino verso Sinistra, quella vera, quella negata in realtà ma sostenuta con l’ipocrisia della perversione, quella che può, anche grazie ad un considerevole e sincero apporto, ridare speranza. Ecco ad aiutarci l’incipit introduttivo del Programma di “Liberi e Uguali”:
Il progetto di Liberi e Uguali nasce per restituire speranza nella democrazia a milioni di cittadine e cittadini che oggi non si sentono più rappresentati da nessuno.Vogliamo radicare questo progetto nella società italiana per riaprire una prospettiva di governo di segno autenticamente progressista.
Diamoci forza insieme!

Joshua Madalon

CAMPAGNA ELETTORALE Politiche 2018 con “Liberi e Uguali” al Mercato di San Paolo – venerdì 9 febbraio 2018

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CAMPAGNA ELETTORALE Politiche 2018 con “Liberi e Uguali” al Mercato di San Paolo – venerdì 9 febbraio 2018

Al mercato di San Paolo c’eravamo già stati tante altre volte: l’ultima è stata nel corso del Referendum del 4 dicembre 2016. In quell’occasione lo scontro era palpabile tra i sostenitori del SI e noi del NO e c’era partecipazione emotiva in un senso o nell’altro.
Venerdì scorso ci siamo stati per “Liberi e Uguali” in un contesto climatico abbastanza simile a quello di cinque anni fa, quando si votò addirittura qualche giorno prima mentre imperversavano tempeste. L’altro venerdì infatti non ci si andò perché pioveva e faceva anche freddo, ma in questo sì.
Ci avevano annunciato la presenza di gruppi di Destra e del PD; avevano prenotato due postazioni e ci eravamo preparati: per le Destre ad evitare di rispondere a provocazioni o comunque di non attivarne; per il PD mantenere la distanza per non intralciare il loro impegno. Noi non avevamo avuto la possibilità di prenotare un “banchino” ma sapevamo per esperienza che la propaganda la si può svolgere deambulando oppure mantenendosi in luogo diverso distante dagli altri “contendenti”.
Quando siamo arrivati tuttavia abbiamo trovato un altro Gruppo, “Potere Al Popolo”; siamo passati a salutarli, abbiamo chiesto se vi fossero altri ma non ne erano a conoscenza. Volantinando abbiamo attraversato il mercato nella sua lunghezza e non abbiamo intravisto alcun altro.
La gente ci è apparsa stanca, piegata su se stessa, assolutamente distratta dai propri problemi. Non è certo il “clima” atmosferico ad infierire ma i morsi della crisi che perdurano da troppo tempo in concomitanza con le affermazioni, anche per questo irrifenti ed umilianti, di gaudio di un Governo sedicente di Sinistra che vanta miracoli. Di questi ultimi non c’è traccia tra le persone che incontriamo: è un mercato di popolo, anche se è lo stesso degli anni passati. La crisi ha proseguito a colpire i più poveri, avvicinandoli alla soglia minima di sussistenza; ha impoverito il ceto medio, anche perché lo ha impegnato a sostenere per intero le spese della parte più giovane, inoccupata e di quella meno giovane che ha conosciuto la disoccupazione senza riuscire ad intravedere l’arrivo del pensionamento.
Molti si negano con dignità, altri lo fanno con un certo disprezzo, scorgendo in noi una complicità con il mondo politico e le battute tra i denti riguardano soprattutto l’omologazione tra tutti i politici, pronti ad approfittare di benefit e vantaggi lussuosi alla faccia della povera gente. Altri ancora accusano di responsabilità nell’avvantaggiare la Destra proponendo divisioni nella Sinistra. Pochi sono quelli che interloquiscono e per lo più lo fanno per criticare presenze da loro ritenute inopportune, soprattutto in virtù del fatto che preannunciano di essere preponderanti nelle scelte successive. Ciascuno di noi afferma in ogni caso che si tratta di una lista nuova e che, dopo il 4 marzo, sarà necessario un “tagliando” meno, lo si spera, in presenza di una legge elettorale sconclusionata, (meno) affrettato rispetto a quello di partenza. In quel momento dovremo far valere le nostre idee: non le abbiamo ancora finora portate all’ammasso.
Il prossimo venerdì si replica; ma lo spettacolo non credo che sia diverso. Intanto, però, ci siamo e dobbiamo impegnarci fino in fondo.

Joshua Madalon

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ANTIFASCISMO: riprendere il cammino assumendosene la responsabilità – la Legge Mancino e l’Introduzione al Programma di “Liberi e Uguali”

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà […] senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, […] di ricchezza, di nascita, o di altra condizione. […]
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà […] senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, […] di ricchezza, di nascita, o di altra condizione. […]

ANTIFASCISMO: riprendere il cammino assumendosene la responsabilità – la Legge Mancino e l’Introduzione al Programma di “Liberi e Uguali”

Ieri mi sono preso una vacanza; da qualche mese non avevo mai lasciato giorno che non riflettessi su qualcosa che ritenevo importante ricordare. A volte sono state le iniziative culturali messe in piedi in circa quaranta anni di lavoro altre volte mi sono riferito al contingente sociale e politico, ma sempre “culturale”.
Ieri la giornata è stata caratterizzata da un “tourbillon” di impegni tra familiari e politici, con un contorno di “diverticoli” fastidiosi che mi hanno impedito nella tarda serata di recuperare la tranquillità e l’ispirazione.

Avevo da scrivere sulle questioni sociali e politiche che ci preoccupano da qualche anno ma ho fatto bene – stavolta – a riflettere un po’ di più.

La Destra estrema, quella dal volto duro violento nei ghigni e nei cuori, quella che istiga all’antidemocrazia in modo non solo provocatorio, che plaude a chi ritiene di potersi fare giustizia in modo folle e personale, va fermata. Ma non lo si può fare con opposte azioni simili nella forma anche se distinte dal punto di vista ideologico.

L’errore fondamentale consiste nell’occuparsi di problematiche civili, sociali, politiche con modalità violente. Troppo spesso anche le espressioni di coloro che si sipirano alla pratica “democratica” sono intrise di violenza. Con questi presupposti si va solo allo scontro ed il “Male” si concretizzerà diviso in opposte fazioni.

Ho sempre pensato che la “responsabilità” della “violenza” è nella disponibilità della Democrazia.

Se si abbandonano gli strumenti di quest’ultima si abdica complessivamente e progressivamente ci si allontana dalla pratica del confronto dialettico.

Negli ultimi tempi è accaduto che le forze politiche avamposto della Democrazia abbiano preferito abdicare per conseguire vantaggi poco più che personali. L’abbandono di luoghi del dibattito popolare ha lasciato sempre più soli i cittadini, in modo particolare i più deboli ed indifesi bisognosi di rassicurazioni ideali.

Alle rimostranze di quella parte che sottolineava il rischio di un imbarbarimento civile si è risposto che “i tempi erano cambiati” e che “loro non capivano!”, ventilando ipotesi di solitudini infinite come panacea per i fulgidi futuri.

Ad ulteriore risposta ai quesiti preoccupati le classi dirigenti maggioritarie di questo Paese hanno contrapposto un ulteriore tentativo, fortunatamente fallito, di centralizzazione dei Poteri, attaccando la Costituzione.
Il fallimento della Democrazia non è inarrestabile; non lo è ancora; non lo sarà però per molto tempo “ancora”.
Chi mi segue sa che non mi appassionano soltanto le parole, ma queste “contano” e come! La Sintesi programmatica della lista “Liberi e Uguali” può essere utile a riprendere il cammino della Democrazia, attraverso il quale potremo impedire nei modi leciti – costituzionali – la formazione ed il consolidamento di gruppi politici antidemocratici di chiara matrice fascista. Qui di seguito agli “smemorati” (molti non sanno, non ricordano) trascrivo la parte più ruilevante della Legge 25 giugno 1993, n.205 mai abrogata.

Il pm di Busto Arsizio (Varese), Mirko Monti aprirà un procedimento sui cori razzisti che ieri hanno causato la sospensione dell'amichevole Pro Patria-Milan. L'ipotesi di reato sarà quella di violazione della legge Mancino che punisce l'istigazione all'odio razziale. I contenuti della legge Mancino
Il pm di Busto Arsizio (Varese), Mirko Monti aprirà un procedimento sui cori razzisti che ieri hanno causato la sospensione dell’amichevole Pro Patria-Milan. L’ipotesi di reato sarà quella di violazione della legge Mancino che punisce l’istigazione all’odio razziale. I contenuti della legge Mancino

L’art. 1 (“Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”) dispone quanto segue: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, […] è punito:
• a) con la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;
• b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
È vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Chi partecipa a tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi, o presta assistenza alla loro attività, è punito, per il solo fatto della partecipazione o dell’assistenza, con la reclusione da sei mesi a quattro anni. Coloro che promuovono o dirigono tali organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da uno a sei anni.”
L’art. 2 (“Disposizioni di prevenzione”) stabilisce che “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi” come sopra definiti “è punito con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da lire duecentomila a lire cinquecentomila.” Inoltre lo stesso articolo vieta la propaganda fascista e razzista negli stadi, disponendo che “è vietato l’accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche alle persone che vi si recano con emblemi o simboli” di cui sopra. “Il contravventore è punito con l’arresto da tre mesi ad un anno.”
L’art. 4 punisce con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000 “chi pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche. Se il fatto riguarda idee o metodi razzisti, la pena è della reclusione da uno a tre anni e della multa da uno a due milioni.”

E qui di seguito una parte del testo dell’Introduzione del Programma di “Liberi e Uguali”:

“Il progetto di Liberi e Uguali nasce per restituire speranza nella democrazia a milioni di cittadine e cittadini che oggi non si sentono più rappresentati da nessuno.Vogliamo radicare questo progetto nella società italiana per riaprire una prospettiva di governo di segno autenticamente progressista.
La crescita delle diseguaglianze è oggi il principale fattore di crisi dei sistemi democratici. La lunga crisi, assieme a un processo di globalizzazione non regolato, ha enormemente accresciuto le diseguaglianze, ha svalutato il lavoro e compresso i suoi diritti, ha costretto alla chiusura tante piccole e medie aziende, ha condannato i giovani a una disoccupazione di massa e una precarietà endemica, ha indebolito l’istruzione, la sanità e la previdenza pubbliche, ha colpito il ceto medio e ha allargato l’area di povertà e di insicurezza sociale. Il progetto di Liberi e Uguali nasce per contrastare queste tendenze, riaffermando l’attualità del modello sociale ed economico disegnato dalla Carta costituzionale.”

Joshua Madalon

Un suggerimento programmatico a “Liberi e Uguali” per un aspetto urgente che(in parte) manca: il ruolo dei “giovani” (e delle donne)

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Un suggerimento programmatico a “Liberi e Uguali” per un aspetto urgente che (in parte) manca: il ruolo dei giovani (e delle donne).

Un altro aspetto colpevolmente assente nel Programma di “Liberi e Uguali” è quello dei “giovani”.
Certamente i frettolosi estensori – per motivi oggettivi e contingenti – del Programma cercheranno una giustificazione proprio nelle urgenze con cui si è dovuto procedere in poco meno di dieci giorni a redigere un “Progetto” acquisendo in fretta e furia alcuni pareri in poche riunioni organizzate in varie parti d’Italia. Personalmente ho partecipato a quella di Firenze e la media degli anni dei partecipanti si aggirava intorno ai cinquanta e più.
Altro rilievo che potrebbe essere addotto per convincerci che “i giovani” siano presenti e tenuti in debito conto sarebbe quello che la loro categoria risulti essere spalmata nei vari temi come l’Istruzione, la Cultura, l’Ambiente. Questi aspetti indubbiamente ci sono e afferiscono a tutte le generazioni ed alle categorie; ma occorre, in senso critico, affermare che non possiamo, non dobbiamo, continuare ad arrogarci l’onere ed il carico di stabilire quali siano i temi che debbano appartenere alle nuove generazioni e le relative declinazioni di questi.
Una lista nuova, quella di “Liberi e Uguali”, che con affetto paragono ad un “seme” che deve ancora del tutto germogliare, può davvero rappresentare un modello nuovo (espresso di già più volte ma con molta ipocrisia da tantissime altre forze politiche) di raccordo tra le diverse generazioni: una delle regole che ho imparato a rispettare è che “tutti” non nasciamo “imparati” (la forma erronea dal punto di vista sintattico tuttavia attiene alla mia “napoletanità”) e che quindi tutti abbiamo da capire, da imparare e soprattutto non possiamo pensare di essere sempre e ancora giovani, anche se “diversamente”!
Nella nostra realtà (la città di Prato ed il suo distretto) abbiamo alcuni vantaggi, nell’avere i tre coordinatori “giovani”, ma per adesso sono soffocati dagli impegni, che da qui ai primi di Marzo correranno a più non posso. Altro vantaggio è dato dai candidati, che per diversi motivi hanno collegato il loro specifico impegno lavorativo ai “giovani” ed anche loro affannano nella ricerca di fare il meglio possibile, senza mai essere stati attori politici di Partito.
Non si può essere autosufficienti, anche per quella maledetta fretta di cui accennavamo.
Ci piacerebbe, allora, avviare un momento di riflessione, che possa poi proseguire fino ed oltre al 4 marzo; un momento di aiuto critico a comprendere meglio l’universo giovanile.
Sarebbe molto opportuno avviare un dialogo un confronto anche in questa fase con contributi esterni (non sappiamo ancora, in questo momento, quale saranno gli esiti e non possiamo darci degli obiettivi realistici: siamo “in prova”!) con alcuni giovani che andiamo intercettando.
Si segnalano altri temi, come ad esempio quello “delle donne”, ma pian piano recupereremo anche in questo settore; cercando ovviamente, così come per i “giovani” di non costituirne aspetti di “separatezza” e di autonomia. In tale direzione tuttavia va la proposta netta di “parità salariale” di cui si accenna sinteticamente ma in modo netto e chiaro nel capitolo dedicato a “DIGNITA’ E DIRITTI PER TUTTI I LAVORATORI”.
“Puntiamo ad annullare il divario salariale tra uomini e donne, ad introdurre misure strutturali di sostegno alla genitorialità.”
Ma di questo, e di altri temi, parleremo nelle prossime ore.

Joshua Madalon

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reloaded “LA COERENZA”

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LA COERENZA

La coerenza è quasi sempre la copertura per tutte le nostre azioni.
Ma c’è un limite alla decenza che dovrebbe eseere applicato: se chi ha degli obiettivi e per perseguirli piega gli eventi a tale scopo, è di certo “coerente” sempre con se stesso, ma non può paragonare la “sua” coerenza a quella di coloro che agiscono senza pensare che quel che dicono o fanno sia o meno vantaggioso per i propri fini.

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Un suggerimento programmatico a “Liberi e Uguali” per un aspetto urgente che manca: l’emergenza abitativa

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Un suggerimento programmatico a “Liberi e Uguali” per un aspetto urgente che manca: l’emergenza abitativa

Il tema della povertà incombente a causa di una crisi prolungata non è solo “locale”. Ma a Prato è ancora più urgente intervenire.

Pochissime settimane fa, il 18 gennaio, a Prato le tre maggiori sigle sindacali locali hanno rivolto un appello al primo cittadino per richiedere con urgenza l’avvio di una fase di confronto sulla stesura del bilancio di previsione 2018. A tale richiesta, formulata con l’auspicio di un’attenzione che nel corso degli anni, dopo la sottoscrizione nel settembre del 2014 di un protocollo d’intesa, è venuta man mano mancando, si attende un riscontro.
Il protocollo d’intesa è ancora oggi considerato dalle forze sindacali “utile alla definizione di un sistema di regole condivise per l’attivazione di procedure di informazione, consultazione e concertazione relative all’attività cui è chiamato Istituzionalmente il Comune medesimo, ovvero gli atti che attengono a tematiche che possono interessare tutti i cittadini del territorio, nell’intento di favorire un più fattivo e costruttivo rapporto e di dare luogo ad un metodo di confronto tra Amministrazione Locale ed Organizzazioni Sindacali.”

Le forze sindacali nella stessa lettera esplicano le motivazioni fondamentali nell’intento di rappresentare nella loro contrattazione in particolare “interventi di politiche di welfare territoriale ispirati a criteri di equità e solidarietà”.

A corredo di questa corrispondenza veniva inviato anche un documento sintetico, ma chiaro e lucido nella sua esposizione drammatica. Il suo titolo è “Piattaforma provinciale per la contrattazione sociale” e questo è l’incipit:

“Nel distretto industriale pratese la crisi economica internazionale si è stratificata su quella precedente, senza soluzione di continuità, aggiungendo ad un più generale problema di
disoccupazione uno specifico fenomeno di precarizzazione e di conseguenza un aumento complessivo della povertà e delle diseguaglianze ed un impoverimento dei ceti medi, con un continuo ricorso al sistema degli ammortizzatori sociali ed a misure di sostegno al reddito…..”.

Il tema della “povertà” con una forbice sempre più divergente tra chi molto e chi meno o nulla possiede si collega anche alle problematiche connesse al settore abitativo. Nel corso degli ultimi anni sempre più famiglie hanno dovuto lasciare la loro abitazione a causa di morosità incolpevole che ha portato a pignoramenti o provvedimenti di sfratto, eseguiti o in esecuzione.
Prato risulta poi essere, a causa delle successive e succitate crisi, in testa ai dati toscani per rapporto tra provvedimenti e famiglie residenti. Allo stesso tempo la città è al penultimo posto per numero di unità immobiliari di Edilizia Residenziale Pubblica.

Sarebbe opportuno affrontare tale problematica in modo politico, avanzando proposte, in attesa di interventi legislativi che riaprano il comparto dell’Edilizia Residenziale Pubblica per aggredire l’emergenza abitativa con una valutazione generale sulla presenza in città di numerose unità abitative invendute e non affittate. Sarebbe quanto meno opportuno fare uno “screening” il più accurato e scientifico possibile anche sugli spazi pubblici e su immobili abbandonati per valutare le migliori soluzioni, senza trascurare il social housing particolarmente riferito a soggetti anziani, soprattutto singoli ed autosufficienti; così come potrebbero essere utili i progetti di “Abitare solidale” che coordinano interventi su realtà sovradimensionate mettendo in relazione bisogni diversificati.

Ovviamente, occorreranno mediazioni utili al soddisfacimento delle reciproche esigenze, rispettando i bisogni di chi necessita di un’abitazione a costi calmierati e con specifici interventi sociali e coloro che ne sono proprietari che non possono rinunciare alla garanzia di un rispetto del loro bene, nella cura e nel giusto riconoscimento economico.

In relazione stretta all’impoverimento generale progressivo della popolazione andranno necessariamente e con urgenza calibrati gli interventi in materia di Sanità pubblica, ma di questo tema tratteremo nelle prossime ore.

Joshua Madalon

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