SCATOLE VUOTE E SCATOLE PIENE – utopia ed antiutopia

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SCATOLE VUOTE E SCATOLE PIENE – utopia ed antiutopia

Non è trascorso mica tanto tempo, ma a volte (sarà un preannuncio dell’Alzheimer?) non riesco a ricordare le date con precisione: forse febbraio, marzo? dello scorso anno. Ma ci si incontrava e, forse sull’onda del “successo” dei Comitati del NO al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, si discuteva, ci si confrontava, si producevano documenti, a partire da una Carta di Intenti e da uno Statuto. Gruppi di lavoro erano riusciti a produrre materiali costitutivi essenziali: la campagna referendaria e la persistenza di obiettivi comuni avevano prodotto un humus virtuoso facendo decantare anche i reciproci sospetti che fino a poco più di un anno prima sembravano essere una possente “palla al piede” di un’Idea comune.
Era nata “Alternativa 2019” trasformata poi (siamo nella città toscana nota per i tessuti ed i cinesi) in “Prato A Sinistra”. Poi, in apparenza inspiegabilmente, c’è stato – a Prato e non in tante altre città – una lunga “stasi”, una fase prolungata di “stanchezza” che ha portato al fallimento di ogni sforzo precedentemente profuso. L’estate ha aiutato con la tradizionale “dispersione” vacanziera ad allentare la tensione (questa attitudine tipicamente nostrana è ancora più forte in Toscana che in altre realtà: sarà per questo che il grande Goldoni ambientò dalle parti di Livorno la famosa “Trilogia della Villeggiatura”!). E a Prato poi “settembre” è mese sacro per la sua “Fiera” e non si muove foglia……….!
Il dubbio che il fallimento fosse proprio in quella connotazione “A Sinistra” inserita a maggioranza è venuto man mano crescendo con “l’apparir del vero” di alcuni “gruppi” che a tutta evidenza “tenevano” come si dice a Napoli “’o serpone dint’’o manecone”. Per non essere alla pari, parlo di coloro che – pur partecipando ad un consesso che operava per costruire l’Alternativa al Partito Democratico – intendevano privilegiare il rapporto di “collateralità” con quel Partito, aderendo a Campo Progressista. Questo scollamento ovviamente ha prodotto una dispersione di energie i cui effetti negativi si sono poi riversati sul futuro assetto in vista delle elezioni politiche. Non è stato solo quella “ambiguità” protratta a fare rompere il fronte delle Sinistre a livello nazionale con riflessi drammatici sulle realtà locali, ma è stato molto forte il suo contributo in quella direzione.
Contemporaneamente si era dato vita all’esperimento del Brancaccio cui guardavo – e non solo io – con una certa attenzione, anche se con cautela, essendo interessato ad un’operazione politica di tipo governativo rappresentativo e non essesnzialmente ideologica testimoniale. Dall’ideologia preferisco trarre i valori fondamentali irrinunciabili e fermarmi a declinarli pragmaticamente; non sono interessato ad un ruolo quasi statico e sterile, essenzialmente improduttivo di cambiamenti con una funzione di testimonianza.

Le utopie sono stupende scatole, decorate in modo variopinto ma è molto importante che non siano vuote ed al loro interno bisogna che vi siano progetti realizzabili oltre che coraggiosi e rivoluzionari. La migliore rivoluzione è nella messa in pratica dei progetti tesi a rendere la vita delle nostre popolazioni meno difficile, affinchè si possa lentamente guardare al futuro con minore preoccupazione.

Joshua Madalon

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