LA RACCOLTA PORTA A PORTA funziona? Direi che la città (di Prato) non se n’è accorta

 

32078360_10213277653668304_4898787110238027776_n

Girando per la città non si vedono più i cassonetti e le campane collocate in spazi comuni. In effetti dava noia vederli a volte stracolmi e circondati da altri residui “indifferenziati”. Quegli spazi poi diventavano maleodoranti via e via più con l’avanzare della stagione calda.

Sono, questi, ricordi ormai superati. Ora c’è il porta a porta! Siamo nella modernità; non ci sono più luoghi comuni intercondominiali. No, ora ogni condominio ha il suo spazio e con molta frequenza quello spazio ha sostituito in tutto e per tutto i precedenti, distribuendo a tappeto il sudicio.

Se interpellate il servizio pubblico, che qui a Prato si chiama ALIA, vi dirà che devono essere le assemblee condominiali a redarguire i reprobi ed eventualmente stabilire le regole. Bisogna dire tuttavia che, in assenza di un intervento condominiale, dovrebbero essere vigenti le “regole” istituzionali, quelle presenti nelle “Istruzioni” che sono state inviate a ciascun cittadino molto prima che il “porta a porta” fosse avviato.

Come sempre accade, dunque, il cittadino virtuoso è vittima dei cittadini irrispettosi dell’ambiente. Bisognerebbe mettere in atto un’attività pedagogica educativa diffusa sul territorio. Se qualcuno avanza l’obiezione che tali interventi sono stati già prodotti poco prima dell’inizio di quel servizio mi permetto di replicare evidenziando una profonda incapacità da parte dei “docenti”: infatti ho sempre pensato che se gli studenti non raggiungono risultati perlomeno sufficienti (anche se non basta la mera “sufficienza”) la responsabilità sia proprio da addebitare ai docenti.

E non si venga a dire che “è colpa dei cinesi!”. In quota parte certamente sì, ma laddove ci fosse un’adeguata sorveglianza e venissero comminate davvero delle “multe” ( e non isteriche marginali ed estemporanee ripicche) noi davvero saremmo in grado di svolgere una funzione positiva.

Inoltre, in un rapporto più diretto tra Istituzione, servizi e cittadinanza, si creerebbero energie cooperanti sui territori che potrebbero risolvere non soltanto i problemi dei rifiuti, ma anche molti altri, come quelli che si riferiscono alla insicurezza ed alle solitudini.

Joshua Madalon

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *