Populismo e coerenza al tempo del “Contratto di Governo” tra M5S e Lega

 

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Populismo e coerenza al tempo del “Contratto di Governo” tra M5S e Lega

Populismo e coerenza sono due aspetti che non possono coesistere. Basterebbe fare due passi indietro nel tempo per comprenderlo.

“Non c’è differenza nella testa dei populisti pentastellati tra un contratto di Governo stretto con il PD (anche se in un momento di resisipiscenza si è aggiunto “senza Renzi!”) e un altro con la Destra “senza Berlusconi””.

La proposta al PD era forse generata da una “insufficienza” in Matematica: era abbastanza risicata “con”, si immagini “senza” Renzi. Il che in sintesi significava poco più di un “monocolore” di minoranza!

Altro elemento di incoerenza dei populisti pentastellati è da assegnare alla pretesa di voler “forse” (?!) fare un accordo con il PD dopo che all’annuncio  dei risultati elettorali avevano stretto accordi concreti con tutta la coalizione di Destra, portando a casa la Presidenza della Camera e consentendo a Forza Italia (il Partito dell’odiato Berlusconi, altra espressione dell’incoerenza del M5S) la Presidenza – molto rilevante – del Senato, seconda carica della Repubblica italiana.      Accadeva il 24 marzo 2018.

Altro elemento di incoerenza profonda è stata la scelta del Presidente del Consiglio. “Mai più un Presidente del Consiglio non eletto dal popolo!” era uno dei mantra ripetuto a iosa dal M5S. Sappiamo com’è andata.

Il rilevare questi elementi di incoerenza collegati alle forme di populismo sbandierato in modo “donchisciottesco, masaniellano” ha l’intendimento di lanciare un allarme a tutti noi, compreso coloro che hanno inteso sostenere quel Movimento, pensando di poter ottenere la pensione un po’ prima di quanto prevede l’attuale legislazione Fornero, di poter garantire un posto di lavoro semmai anche dignitoso (mica tanto, poi!) per i propri figli e nipoti o per se stessi, di poter ricevere un reddito garantito nei periodi di non lavoro, di non essere defraudato dalle banche.  E poi però c’è anche da garantire la sicurezza, occorre fare una seria lotta alla corruzione (non c’è bisogno che ce lo dica Juncker) ed all’evasione fiscale. Ovviamente se si abbassano le aliquote con la proposta della flat tax entreranno meno soldi nelle casse dello Stato, mentre avremo più pensionati con le modifiche alla Fornero e maggiori uscite per coprire i costi  delle pensioni e del reddito di cittadinanza. L’evasione continuerà, ancor più se avremo l’IVA con l’aumento dal 10% all’11,5% e dal 22% al 24,2% e non solo.

Sappiatelo: l’evasione – soprattutto in Italia – è una malattia! Anche molto grave! E non sarà debellata con l’abbassamento delle aliquote ad un’unica fascia tra il 15% proposta dalla Lega ed il 20% proposta da Forza Italia. Ci sarà soltanto un effetto: avremo ricchi sempre più ricchi e la classe media che si impoverirà a dismisura. I poveri ovviamente accresceranno le charity, i sottoponti, le baraccopoli, le mense sociali e saranno oggetto di attenzione del Ministero degli Interni.

E a quel punto,  miei cari sostenitori del Movimento 5 Stelle,  anche per voi non basterà un “Vaffa!

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Joshua Madalon

 

 

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