PICCOLE (ma signifIcative) INEFFICIENZE parte 2

 

Attese

 

– la prima parte è stata pubblicata lo scorso 8 giugno –

 

PICCOLE (ma signifIcative) INEFFICIENZE

2.

“Santa pazienza!” penso ma so di averne anche se non sempre riconosciuta. “Le scrivo anche il numero di telefono…non so se a quest’ora ci sono; in ogni caso sono nei piani alti dove c’è la Direzione!” aggiunge, nel mentre che si infila in una delle porte.

Anche la signora ascolta ma quando le faccio cenno del mio disappunto, mi rivela che lei non è interessata ai buoni per i celiachi; deve fare uno striscio! “Mondo confuso!”  ripenso ma ancor non mi esprimo. Passano alcuni minuti e la signora dal càmice bianco non riappare e temo che sia stata ingoiata da altre incombenze. Decido di affacciarmi, chiedendo innanzitutto il permesso rassicuratore ai numerosi astanti in trepida attesa, non so di che cosa perché a questo punto non capisco cosa sia questo ufficio.

Non vedendo la mia ipotetica e potenziale benefattrice pongo il quesito ad un’altra signora “in borghese”; mentre anche lei mi ripete che “Non è qui!” riappare la prima che un po’ stizzita mi consegna un foglio con una scritta per ipovedenti con un numero di telefono, ripetendo che “Le ho già detto che è dall’altra parte, dove c’è la Direzione. Telefoni perché non vi è accesso ai privati!”. “Strano! Sarà quel che dicono loro i Dirigenti!” pensai “ma io, da privato, in quegli spazi ci sono stato già in un’altra occasione. C’è anche il “Centro per i Diritti del Malato”. Potrei ritornarci, proponendo che tra i Diritti sia prevista anche quello di poter essere informati in modo preciso. Molto spesso, come sta accadendo a me, essendo in forma, pur settantenne e blablabla…, non è per niente piacevole per una persona, semmai anziana ed in difficoltà economiche e fisiche,  dover essere sballottato da una serie di “Non è qui!”.

Mentre penso, trotto di ritorno verso la sede principale dell’Ospedale. Ho ben capito dove andare e mi ci dirigo senza perdere tempo, anche perché sono già le 11.30 e vuoi vedere che tra una corsa e l’altra arrivo fuori tempo massimo?

Per non sbagliare prendo l’ascensore. La Direzione è per l’appunto al terzo piano in uno splendido e dorato isolamento. Il “memory” del marchingegno mi ferma al primo piano dove una coppia di mezza età mi fa presente che, anche se lo hanno chiamato per scendere, mi concedono di farsi scarrozzare al terzo, forse perché notano il mio volto concitato dal caldo estivo. “Grazie!” dico loro e abbozzo un sorriso. Al terzo piano ci sono dei reparti per degenti sulla destra, ma io devo andare di fronte sul lato sinistro. La porta è chiusa, me lo ricordo, anche perché le altre due volte che ci sono stato lo avevo sperimentato. In effetti, è vero che non vi è “accesso” e la porta a vetri non è dotata di maniglie, ma decido di agire: c’è una signora, sola nel lungo corridoio, busso sul vetro e mi faccio notare, ci provo, le chiedo di aprire il varco.

Sono fortunato, stavolta. Mi apre e le chiedo subito se sa dove distribuiscono i buoni per la celiachia.

…fine parte 2…. (purtroppo) continua…..

 

Joshua Madalon

 

Attesa 2