reloaded Una “Maddalena” del Terzo Millennio intro prima e seconda parte

 

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Una “Maddalena” del Terzo Millennio

 

Sarà forse la “selva oscura” o una delle tante modalità con cui noi maschi sperimentiamo la nostra sessualità, mettiamo in gioco il nostro “appeal”, o ancor più intraprendiamo una ricerca quasi all’interno di un gioco di ruolo che nella conduzione “correct” dell’esistenza è considerata rischiosa, proibita; sarà tutto o in parte questo, ma forse sarà il bisogno naturale di aprirsi a nuove esperienze….e così nel finire dell’inverno come una marmotta o un ghiro ancora insonnolito che si risveglia ai tepori Claudio lancia un’occhiata a quegli annunci particolari attraverso i quali donne per lo più giovani si lanciano alla ricerca di maschi proponendo prestazioni meravigliose ed orribili allo stesso tempo, alcune delle quali per Claudio, che ha consapevolezza della sua forza e dei suoi limiti, sono praticamente impossibili. “Alla mia età” egli pensa a voce alta “ non bastano promesse di quel tipo, non ce ne vogliono di più, ne abbisognano di diverse!”. E allora si dà sotto a sfogliare le pagine con le offerte, gustandosi in senso estetico alcune forme femminili rotondeggianti e sinuose, scoprendo l’esistenza di sorprendenti cadeaux verso i quali Claudio prova immediato rigetto, fino a quando la sua attenzione non si sofferma sull’unica foto di un annuncio stringato e cortese nel quale una persona decide di farsi apprezzare attraverso un semplice scorcio anonimo di cosce in posizione più che casta e pudica…………………………………………..

  1. A chi abitualmente ricerca “sesso” su quei siti difficilmente quelle immagini possono bastare; ed anche l’”annuncio” nella sua stringatezza ed essenzialità dignitosa non risulta per niente carico di promesse allettanti. Claudio come un esperto giocatore di poker decide di “vedere” ma più che altro, vista l’unica foto, di sapere qualcosa di più. Innanzitutto si affida ad un indirizzo mail che non garantisce la verifica della ricezione del suo messaggio.
    Infatti passano alcuni giorni, durante i quali Claudio è preso dai suoi impegni ed ha del tutto dimenticato di controllare la sua mail riservata ed anonima, o meglio contrassegnata da un nickname improbabile; lo fa raramente anche perché vuole tenere per sè quelle storie, laddove si concretizzino. Ha anche dimenticato che nel contatto da lui richiesto ha lasciato un numero di un cellulare, anche quello riservato, che non utilizza mai ed a volte lo smarrisce, dimenticandolo nel fondo di un cassetto. E quando se ne ricorda e lo recupera, dopo aver digidato la password gli appare un messaggio laconico: “Contattami. Ci sono! Laura”. Claudio capisce che si tratta di quella ragazza: le parole e l’immagine che la presentano si congiungono. Il messaggio, però, è della sera avanti, lo ha inviato alle 23.31 ed ora sono le 19.40 del giorno dopo. Che fare? Claudio recupera il numero contando sul fatto che anche lei, Laura, avrà memorizzato il suo. E’ una domenica sera; c’è una certa tranquillità in casa: “Ciao. Sono Claudio. Laura?” “Sì” “Ti disturbo?” “Niente affatto. Sono, però…a casa di amici e…non posso parlare troppo. Mi richiami?” “…Scusami. Non accendo questo cellulare così spesso…certo che ti richiamo” “Allora sentiamoci anche più tardi verso le 23 quando sarò a casa, sola!”

«Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia», usava dire Bertrand Morane. Per tutta la vita è stato ossessionato e guidato dal fascino delle donne, e di certo gli sarebbe piaciuta la vista di tante paia di belle gambe al suo funerale…

Utilizzo come mio punto di riferimento proprio il testo collegato al film di François Truffaut “L’uomo che amava le donne” del 1977

 

Una “Maddalena” del Terzo Millennio – seconda parte

“Ma tu…dove abiti?”
Il telefono tacque…la voce, pensò Claudio, era giovanile….poteva avere l’età di sua figlia o anche di meno e non gli dispiacque di non aver accennato a contratti specifici…. e quella sera, dopo le 23, Claudio era già da più di un’ora nelle braccia di Morfeo e poi trascorse più di dieci giorni senza pensare tanto a quel contatto; dopo tutto….a quella età si diradano gli impulsi passionali e vengono sostituiti per lo più da considerazioni puramente estetiche… epidermiche ma non superficiali.
All’interno di quelle pulsioni si sviluppano in modo particolare i diversi sensi di cui gli umani dispongono fin dalla nascita ed a volte con il tempo si vanno perdendo ma non sempre capita che trovino un loro adattamento che li rende migliori e più attenti.

L’udito, innanzitutto, attraverso cui una voce e l’uso che ne viene fatto anche attraverso le scelte espressive e lessicali ti rende più familiare l’approccio: a Claudio in altre occasioni come quelle di cui ragioniamo ha dato molta noia, fino a farlo diventare ostile, quando a telefono senza conoscerlo (ma sarebbe lo stesso se a proferire tale termine con quelle modalità suadenti ed affettate fosse sua moglie) abusano del termine “a-mo-re” e si propongono apertamente con precisi e non richiesti dettagli. E poi l’olfatto che rende più gradevole il contatto umano con i profumi delicati e naturali di una pelle giovane in un ambiente sgombro di orpelli; ed il tatto, dalla prima stretta di mano sicura e forte ma non vigorosa fino alle carezze esplorative delle dolci sinuosità femminili. La vista, quella di un viso dolce, tranquillo, sereno, sorridente su un corpo aggraziato non eccessivamente abbondante nè smagrito; ed il gusto acquisito attraverso le labbra e con la lingua sin dai primi timidi, perchè non autorizzati del tutto, approcci.

Passano dunque un po’ di giorni e Claudio ritrova su uno dei fogli vaganti sui tavoli stracolmi di appunti il contatto di quella ragazza, Laura.
Forma di nuovo il numero, dopo un’iniziale titubanza.
Libero ma non risponde: c’è la segreteria ma a Claudio non piace lasciare messaggi, non lo fa nemmeno con gli amici.

E’ il tardo pomeriggio e deve uscire per raggiungere un gruppo di amici al Circolo. Come sempre fa, spenge il cellulare e lo lascia nel cassetto della sua scrivania: non ne ha bisogno, a casa sanno come fare per chiamarlo nel caso fosse necessario, ma non è mai accaduto.

 

fine intro prima e seconda parte (domani la terza)

 

J.M.

 

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