COSA PASSA IL CONVENTO – a partire da quello che si vede, si legge e si sente a Prato QUATTRO SALTI DI GRILLO a Prato

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COSA PASSA IL CONVENTO a partire da quello che si vede, si legge e si sente a Prato

QUATTRO SALTI DI GRILLO a Prato

Ieri i cittadini pratesi hanno avuto l’onore di ricevere la visita del nuovo Ministro della Salute, Giulia Grillo. Alfiere del cambiamento pare si sia presentata utilizzando un tweet e comunicandolo attraverso Facebook ai suoi diretti sostenitori. “Pare” ma non ne sono di certo sicuro allorché leggo che ad accoglierla all’Ospedale Santo Stefano c’erano, oltre ai “suoi” anche alcune personalità istituzionali di alto prestigio: oltre al Prefetto, ovviamente avvertito dagli uffici preposti alla Sicurezza di un qualsiasi Ministro, e oltre al Direttore Amministrativo forse anche avvertito dallo stesso Prefetto, che ha compiti istituzionali di collegamento c’era l’Assessore Regionale di riferimento. Il codazzo di sostenitori politici (M5S uber alles e Lega) non mancava ed è strano che “invece” in nome del cambiamento così strombazzato si voglia negare che vi sia stata una “passerella” classica come quelle delle altre edizioni di “Repubblica”. Oh Dio, mancava il Sindaco, il quale si è lamentato di non averne saputo nulla “in tempo”! Ormai Biffoni ci ha abituati a questo stile e ce ne stiamo facendo una ragione. Indubbiamente se non fosse stato avvertito si tratterebbe di una sgrabo istituzionale di cui chiedere conto allo stesso Prefetto. Sarebbe stato perlomeno logico, se d’altra parte si fosse saputo di questa visita, peraltro riservata anche a Firenze, di fronte ad impegni improrogabili (Biffoni ne ha tantissimi), fosse stato inviato un ViceSindaco o l’Assessore alle Politiche Sociali. Invece si è preferito polemizzare e basta.
Certamente questo Governo “nuovo” presenta delle differenze anche nei livelli culturali e di rispetto istituzionale (lo si è compreso in varie occasioni) ma tocca a chi possiede superiori qualità politiche mostrarle coram populo. Assentandosi non si fa di certo il bene della città.
Detto questo, ben poco c’è da attendersi da questo Governo in tema di politiche sanitarie. Diciamocela tutta: quella di ieri a Prato (lo si voglia riconoscere o no) è stata una vera e propria PASSERELLA “pe ‘ffà verè”.

Joshua Madalon

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UN’ANTICIPAZIONE “CONDIZIONATA” DI “Cambridge-London 2018”

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UN’ANTICIPAZIONE “CONDIZIONATA” DI “Cambridge-London 2018” (fuori sacco)

Volevo trattare delle mie impressioni sul viaggio in Gran Bretagna più in là, così come sono solito fare allo scopo di far decantare emozioni sia positive che negative, ma…avverto il dovere di anticiparle anche se in modo “parziale” di qualche giorno, a causa di un increscioso seppur (forse) atteso intervento del neo Ministro dei Beni Culturali del Governo grigio-nero(!)-verde di questo sempre più disgraziato e culturalmente disastrato Paese. Il signore in questione è Alberto Bonisoli, targato 5 Stelle, ma…con un curriculum “culturale” di indubbio valore: traggo da Wikipedia (al netto delle fake) “è direttore della Nuova accademia di belle arti di Milano; è presidente, dal 2013, dell’Association of Italian Fashion Schools[1] e dal 2017 dell’Association of Italian Art and Design Accredited Higher Education Institutions.Nel 1986 si è laureato presso la Università Bocconi[2] dove poi è stato professore di Innovation Management.E’ stato anche Decano, dal 2008 al 2013, della Domus Academy, scuola di design di Milano.”
Tante parole “inglesi” che sono di moda, alla faccia del sovranismo (e questo è un merito), ma “zero capacità” di collegarsi alla straordinaria imprenditorialità britannica nel settore dell’Arte e della Cultura. Il nostro eroico rappresentante dei Beni Culturali ha appena ieri (più o meno, pare, se non mi sbaglio o se è una “fake”) affermato che si deve dire “basta” all’ apertura gratis per i Musei (non tutti ma tanti) ogni prima domenica del mese. Va bene quella di agosto (il prossimo 5) ma da settembre, non più! Semmai si voglia derogare, lo decideranno liberamente i Direttori.
Ora questo signore con un tal curriculum nulla ha imparato da uno sguardo oltre Alpi.
Era il 22 luglio, sì, era una Domenica ma poteva essere anche un lunedì, un martedì o un venerdì o un sabato: dalle 10.00 alle 17.00 con la mia famiglia – 4 persone adulte – saremmo comunque entrate gratis. E non solo: dopo la mattina al British nel pomeriggio dopo un pranzo di cui tratterò perchè molto particolare, tutti e quattro siamo andati “anche” alla Tate Gallery “gratis”. E non perchè noi si sia speciali: tutt’altro, è la norma che vale per tutti senza distinzioni di casta, colore – della pelle e politico – di appartenenza nazionale. In Gran Bretagna la Cultura è di tutti,è “per” tutti. E non solo nei “grandi” Musei. In effetti è una gran cosa: immaginate cosa ci sarebbe costato un ingresso per 4 persone se avessimo dovuto pagare. Prendiamo ad esempio la Galleria degli Uffizi: il biglietto minimo è di 20 euro, che per 4 fa 80. Hai voglia di corrispondere “redditi di inclusione o cittadinanza” a chicchessia; se ne ha effettivo bisogno, dovrà necessariamente rinunciare alla Cultura. Con il risultato (forse voluto?) di impoverire la nazione. L’esempio albionico sarebbe invece da imitare e “migliorare” in terra italica: dietro quella modalità di fruizione ci sono famiglie potenti e professionisti mecenati che hanno sovvenzionato le arti e le culture senza mai chiedere nulla in cambio tranne che la “memoria”.
Il nostro Paese rischia di essere ancor più povero. Fermiamo questi “barbari”! e non considero questo epiteto offensivo, visto che oggettivamente ci si va muovendo in quella direzione, ammantando l’operatività politica di parole come “rinnovamento”, “rivoluzione”, “cambiamento”.
Ho scritto in altra occasione che queste parole sono ambigue, e per questo la loro interpretazione è varia e contraddittoria.

Joshua Madalon

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