AGOSTO FLEGREO 2018 – 4

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AGOSTO FLEGREO 2018 – 4

Lasciata la coda della processione ci siamo addentrati tra i vicoli stretti della città bassa. “Bella Pozzuoli. Ci vengo spesso: si mangia bene!” sembra quasi che tutti coloro che incontro a cui diciamo di essere “di Pozzuoli”  ignorino  – ma sì “ignorano”  –   la Storia di questo territorio.  Nemmeno quella legata agli eventi sismici e vulcanici, con quel “movimento lento” che gli esperti della materia chiamano “bradisisma” o “bradisismo” – il dibattito lessicale è ancora aperto. Anche se è vero che la città si è ormai dedicata più ad un turismo consumistico gastronomico che a quello di tipo culturale storico ed archeologico; per non dimenticare quello letterario etnico ed artistico che pure ha dato ottime prove. L’abbandono dei siti e l’incuria organizzativa meriterebbe una riflessione seria: mancano progettazioni e programmazione a medio e lungo termine ed è assente il coinvolgimento dei privati come sponsor di spazi strutturati. E’ teoricamente l’apoteosi del mercato senza tuttavia l’apporto imprenditoriale necessario. Che dire? A simili rilievi so già che qualcuno risponderebbe che “non è così”, altri direbbero che “ci si prova, ma…” e qualcun altro ancora incolperebbe i suoi concittadini insensibili, dimenticando che sono lo specchio della società della quale loro stessi fanno parte.

Eravamo passati a sconsolarci davanti al degrado di Piazza Rione Terra ed attraversando il Corso Vittorio Emanuele  ci imbattiamo in un altro elemento di “moderna archeologia”. Poco prima di transitare sotto l’arco del ponte che conduce verso via Matteotti il degrado è composito: da una parte c’è un ascensore che da un decennio è fermo.  A  dire il vero credo che non sia stato “mai” utilizzato, “mai” collaudato: eppure servirebbe a ridurre la fatica di chi voglia salire al Rione Terra. Ma non finisce di certo qui. Di fronte prima dell’arco ci sono delle scale che portano verso il Rione Terra incrociando però sul lato sinistro  un’altra breve rampa che conduce ad una delle Chiese del 1600, che è dedicata alla Santa Croce ed al Purgatorio.  Ormai saranno 40 anni che risulta abbandonata e distrutta completamente. Se avete occasione di andare  sul sito archeologico flegreo  www.archeoflegrei.it  vi ritroverete anche alcune fotografie dell’amico Aldo Adinolfi  che confermano  quanto qui riportato. Non posso non ricordare che le scale sono state dedicate ad un grande protagonista della Cultura flegrea in ambito accademico, il prof. Raffaello Causa; allo stesso tempo denoto l’abbandono anche di attività artistiche e culturali realizzate negli anni passati su quei gradini e non più riproposte.

I pilastri dell’arco sulle loro ampie pareti  presentano l’apoteosi dell’interventismo e dell’eroismo italico accanto a testi che si riferiscono a periodi storici collegati alla dominazione spagnola: questi risultano abbastanza curati, così come lo è  il Monumento ai Caduti di Santo D’Amico  che si riferisce ai soldati della prima guerra mondiale.

Altre sorprese sia positive che negative attendevano i nostri passi…..

 

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