verso PRATO IN COMUNE / Assemblea pubblica sabato 6 ottobre ore 16.00 Cinema Terminale Via Carbonaia PRATO RIPRENDIAMO a frequentare le piazze, le strade, i mercati……

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RIPRENDIAMO a frequentare le piazze, le strade, i mercati……

Da alcuni giorni su questo Blog sono stato abbastanza assente. A causa di grandi disservizi tecnologici. Ho cercato di ovviare con strumenti diversi ma tutti abbastanza invecchiati e malfunzionanti. Da questo ad esempio non posso utilizzare le virgolette, le lettere accentate e qualche altra funzione. come i due punti
Non sono mancate tuttavia le mie riflessioni. Anche in quanto siamo in vista di un appuntamento importante. Quello del 6 ottobre. Ve lo ricordo, sabato 6 ottobre alle ore 16.00 al Cinema Terminale parte un nuovo progetto politico. Citt’ in comune senza la a accentata e le virgolette [ un punto di arrivo intermedio e di partenza dopo le esperienze di Prato A Sinistra naufragate a causa di divergenze assurde sulla posizione da prendere nei confronti del Partito Democratico. allo stesso tempo ed in quello stesso periodo a livello nazionale ci si lacerava nel progetto Brancaccio dividendosi in posizioni paradossali. Su quel che avvenne a fine 2017 ho raggiunto la convinzione che non vi sia spazio per chi vuole adornarsi della purezza e tantomeno ve ne sia per chi vuole confondere il proprio destino con quello del Partito Democratico pur nel nobile intento di fermare la Destra. Non ci sono dubbi che poi questa Destra sia composta elettoralisticamente da tantissime persone che avrebbero potuto votare in modo diverso e forse lo avevano fatto in precedenza affidandosi al pragmatismo utopistico del vediamo se questi ci risolvono qualche piccolo problema e soprattutto siano in grado di far lavorare con uno stipendio o un salario dignitoso i nostri figli e nipoti di far pagare le tasse a chi non le paga e non le ha quasi mai pagate….. eccetera eccetera. E a questo punto non ho bisogno di chiedermi cosa fare. Riprendiamo a frequentare le piazze, le strade, i mercati, i Circoli e le Sezioni, le Associazioni. Prenderemo altri ceffoni ma non possiamo arrenderci senza vendere cara la nostra pelle.

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ERRORI SU ERRORI

Avevamo modo di stare ad ascoltare i problemi della gente, ma come spesso accade non siamo stati in grado di occuparcene ed abbiamo lasciato il popolo in balia dei profeti da quattro soldi che hanno promesso mirabili interventi di giustizia sociale. Oggi, 29 ottobre, Salvini elenca tutto il bene che questo Governo pensa di realizzare, anche tenendo fede certamente alle promesse elettorali. Non potevano non crederci gli elettori che hanno sostenuto Lega e Movimento 5 Stelle su opposte posizioni, in quanto non avevano altre speranze. Essendo usciti da profonde delusioni dalle precedenti esperienze si affidavano con una cambiale in bianco ai nuovi populisti e sovranisti. Purtroppo ad errori si sommano errori, a quelli precedenti si aggiungono i commenti acidi della opposizione PD e quelli della minoranza dello stesso Partito che a sua volta critica la sua maggioranza. Certamente in quel Partito si va svolgendo il Congresso ma questo non giustifica le castronerie che stiamo ascoltando su quel che nella manovra economica del Governo possa essere accettabile. A costoro ricordo quel che ho scritto sopra. Il tempo per ascoltare è scaduto e la fiducia è finita. Bisogna ripartire. Una buona occasione è stata fissata da alcuni di noi per sabato 6 ottobre alle ore 16.00 al Cinema Terminale di Prato. Presenteremo un documento che abbiamo postato già on line. Nei prossimi giorni lo pubblico su questo Blog.

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Ripartiamo

https://www.facebook.com/events/733529300315260/

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RIPARTIAMO

Abbiamo bisogno di ripartire. A dire il vero, avevamo provato a farlo qualche mese fa, ma prima le elezioni politiche poi il responso delle urne ha limitato il nostro entusiasmo. Ma sin da allora avevamo come obiettivo le elezioni amministrative che saranno nel prossimo anno. Abbiamo perso del tempo tra le opposte posizioni tra una Sinistra che continuava a guardare impropriamente al Partito Democratico – forse considerandolo ancora un suo punto di riferimento comodo per ottenere qualche piccolo riconoscimento – ed una Sinistra che continuava a proporsi in modo strettamente ideologico, trasgressivo ed intransigente verso un confronto sulle questioni concrete poste dalla gente, anche e soprattutto quella che in modo sbrigativo si [ considerata razzista e di Destra, solo per il fatto di evidenziare le profonde storture costruite nel corso degli anni dalla nostra Democrazia zoppa.

E dunque ripartiamo. La proposta aperta viene presentata al Cinema TERMINALE di Prato sabato 6 ottobre alle ore 16.00

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ECCO PERCHE’…..DI CIASCUNO DI NOI

ECCO PERCHE’…..DI CIASCUNO DI NOI

Ecco perché,

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pur sospinto

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da passioni civili

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e politiche

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e da impegni familiari,

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faccio ritorno a Prato

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con qualche linea

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di malinconia.

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Questi paesaggi

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rimangono nella mente

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e nel cuore

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di ciascuno di noi.

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il mio BLOG – LA SINISTRA ed alcune domande – LA SINISTRA nel prossimo futuro – PENSO DUNQUE SONO

il mio BLOG – LA SINISTRA ed alcune domande – LA SINISTRA nel prossimo futuro – PENSO DUNQUE SONO

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IL MIO BLOG

Sin dal primo giorno in cui ho avviato ad utilizzare questo Blog a mio nome anche se contrassegnato da un “alias” riconoscibile in ogni sua forma (i miei amici degli anni Sessanta e Settanta cominciarono a chiamarmi Giosuè e nelle mie attività culturali scelsi di modificare il mio nome in Joshua Madalon) ho caratterizzato i miei interventi seguendo le mie predilezioni letterarie.
Ho parlato di altri ma anche di me, sia scrivendo recensioni sia producendo “storie” che hanno sempre l’intendimento di approfondire gli aspetti sociologici ed antropologici partendo dalla realtà.
Allo stesso tempo ho voluto raccontare spesso con molta passione le tormentate vicissitudini politiche che hanno coinvolto la mia esistenza nel corso degli ultimi dieci anni.
Oltre questo ho accompagnato per lungo tratto alcune porzioni piccole di Cultura costruendo occasioni originali o partecipando in modo costruttivo alla realizzazione di queste.

LA SINISTRA ed alcune domande

Nelle ultime settimane ho esposto alcune preoccupazioni in merito alla difficoltà che sta continuando a vivere la Sinistra, tutta insieme ma con profonde differenze tra quella che si considera “Sinistra” ma che ha privilegiato scelte più che altro centriste riservando alla parte più debole – sempre più debole – solo briciole intrise di pauperismo veterocattolico e che afferisce al PD, e quella che è sparsa in più rivoli e sigle ma che non riesce a trovare una strada maggiormente unitaria.
Vogliamo una buona volta porci qualche domanda? Per cercare di rispondere?
Esistono solo pochi e buoni rappresentanti dell’ideologia di Sinistra?
E’ davvero molto soddisfacente sentirsi depositari quasi unici dell’ideologia di Sinistra?
Ovviamente parlo di “ideologia” perché non mi trovo d’accordo con gli inventori della “morte delle ideologie” le cui affermazioni considero invece come espressione di una volontà di diffondere tale teoria, portando poi alla ”consapevolezza” che ciò che si dice e si ripete sia vero.
C’è solo un modo “unico” per interpretare le diverse realtà?
La Sinistra deve porsi come interprete e paladina dei diritti di tutti? A partire ovviamente da chi è più debole, ma senza dimenticare che la “debolezza” è insita anche in chi apparentemente non la evidenzia.
E cosa esprime la Sinistra intorno ai “doveri”? e come giudica la necessità di rapportarsi alla “legalità”?
Una Sinistra che voglia riportare l’attenzione su tutti questi temi può affidarsi ad una interpretazione acritica dei fatti, delle realtà?
Continuo ad affermare che l’illegalità, la trasgressione, a volte la violenza, non può appartenere alla Sinistra. Il rispetto delle regole deve camminare allo stesso passo della richiesta, accompagnata da iniziative anche forti, che tali regole, se considerate ingiuste, vadano cambiate in parte o in toto. Ma la Democrazia non può essere messa a rischio e quindi va praticata soprattutto da quelle persone che rappresentano storicamente il riferimento a coloro che questa Democrazia hanno contribuito a far nascere e far crescere pur attraverso tanti ostacoli.

LA SINISTRA nel prossimo futuro

Nei prossimi giorni alcuni di noi cominceranno a ritrovarsi per costruire un nuovo percorso delle Sinistre. Il mio riferimento al Partito Democratico sottintende in linea di massima la necessità di non dimenticare che in quella forza politica c’è una grande presenza di disillusi alla ricerca di uno spazio vitale nel quale cimentarsi per un cambiamento nella direzione “ostinata e contraria” rispetto a quel che oggi accade.

PENSO DUNQUE SONO

Queste poche righe possono essere un piccolo inizio di contributo. Chi mi ha seguito su questo Blog sa che non sto scrivendo nulla di nuovo. Penso dunque sono.

Joshua Madalon

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PROVE DI RIPARTENZA

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PROVE DI RIPARTENZA

Non sarà possibile un vero cambiamento politico, come più volte annunciato in modo altisonante con slogan e gesti simbolici da parte della “nuova” classe politica, che ha sostituito quella “vecchia”, senza un vero e proprio patto sociale condiviso in modo ampio nelle sue diverse e complesse articolazioni.

Abbiamo assistito spesso inerti ed inermi alla trasformazione antropologica progressiva della società italiana, debilitata ulteriormente da progressivi interventi governativi che dagli anni Ottanta del secolo scorso sono arrivati fino a noi, rendendo normale l’edonismo sospinto dalle luci mediatiche ed elevato a stile di vita principale. Con interventi permissivi progressivi sono stati praticamente sdoganati comportamenti illeciti che hanno consentito ai più furbi di farsi strada ed assurgere ad esempi considerati positivi pur nella loro palese illegalità. Il debito pubblico ha continuato a lievitare, mentre l’elusione e l’evasione fiscale assumeva livelli sempre più alti. Anche per questo, in modo sommerso l’economia ha continuato a girare indisturbata, contando su compensi praticamente “a nero”, che hanno consentito di non porre in modo eccessivo in evidenza la crisi economica. Si ricorderanno le affermazioni paradossali delle “pizzerie strapiene” e degli “aeroporti affollatissimi” portate ad esempio di una società florida, che poneva in discussione la denuncia di una sempre più diffusa sofferenza di un numero sempre più alto di cittadini.

In effetti, quando si gira nei nostri centri storici e nelle cattedrali del consumismo, stracolme di giovani spensierati e festanti, la sensazione di ritrovarsi in un mondo dorato è molto alta e viene da chiedersi da dove provengano le risorse che in ogni caso in quei contesti vengono redistribuite in modo legale. Lavoretti marginali malpagati a nero o cespiti provenienti dai risparmi delle famiglie sono spesso la base primaria per le “piccole spese nel tempo libero” dei giovani. Ma per loro, in generale e ad ogni modo, non si apre un futuro così roseo da poter prevedere di mantenere il tenore di vita degli anni verdi, sia quello loro di adesso che quello dei loro genitori sin dagli anni della loro giovinezza.

Troppe volte l’atteggiamento maramaldesco non è in grado di fare i conti con le realtà: tutto sembra possibile, tutto quello che “gli altri hanno fatto o non fatto” è da rivedere, modificare o ribaltare, tutto sembra molto facile perché dovrebbe basarsi sull’idea che per essere concreta deve invece essere posta al vaglio della realtà,ma poi così non è. Se non si cambia il modello comportamentale costruito, ad essere superficiali ed imprecisi, in quasi più di mezzo secolo, non si può modificare la struttura socio antropologica del nostro Paese.

Questo messaggio non è solo per chi governa, ma è soprattutto rivolto a chi non ha mai governato di fatti, la Sinistra, che deve mettere da parte l’impianto ideologico e scendere nel concreto delle dinamiche, rinunciando alla sua posizione su di un comodo piedistallo sterile di chi si fa forza con i valori ma non li mette a confronto con il mondo reale che continua a girare sotto i suoi piedi. Modificare i modelli comportamentali significa anche saper riconoscere il marcio che viene tante volte rappresentato da chi si trincera dietro il paravento ideologico rivoluzionario e finisce per non riuscire a distinguere la legalità dall’illegalità, il rispetto delle regole e delle leggi dall’insolenza rozza, la conoscenza dalla presunzione.

Joshua Madalon

 

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AVERE LA FACCIA COME IL ….

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AVERE LA FACCIA COME IL ….

E ‘ un modo di dire “popolare” forse un po’ troppo “popolare” forse un po’ tranchant forse un po’ rozzo e volgare ma dire che i capi e gli “ultras” del Movimento 5 stelle “hanno la faccia come il culo” mi sembra il minimo, visto i tempi che corrono. Costoro infatti non si accorgono che stanno ridiscutendo senza ammetterlo, nel pieno del fervore ipocrita del Potere raggiunto, molti aspetti che avevano fatto breccia anche tra quanti erano di Sinistra. Ma non solo: a fronte di promesse mirabolanti non riusciranno a realizzare neanche briciole minori dei progetti. Lo avevamo previsto, annotando quel che in realtà avremmo potuto realizzare con “quel che passa il convento”, anche perché sapevamo perfettamente che sia per ragioni economico finanziarie sia per motivazioni antropologiche diffuse e generali non appartenenti a fazioni politiche particolari non sarebbe stato possibile applicare un “reddito di cittadinanza” generalizzato. Praticamente sarebbe stato un intervento assistenziale non riconosciuto come tale da chi lo proponeva. Appare addirittura ridicolo l’atteggiamento critico verso il Centrosinistra dopo che, in primis, è stato coinvolto come possibile partner di un “Contratto”: a quella parte ci si rivolge con disprezzo annunciando che presto verrà distrutta non tanto come avversaria la qual cosa avrebbe la sua logica, ma come espressione della vecchia Politica. Si dimentica che oltre un terzo di quella vecchia Politica è sua attuale partner e tra una virgola ed un esclamativo di imbarazzo se ne appoggiano le scelte che, non è un mistero ormai, sembrano aver preso il sopravvento nel gruppo di Governo.

Nel 2019 si voterà anche per le Europee e ad osservare il quadro politico il Movimento 5 Stelle non ha una sua visione politica europea e la sua leadership sarà sempre più prigioniera di una visione demagogica sterile ed anche molto pericolosa per la tenuta economica e democratica del Paese.

Alla Sinistra, quella oltre il Partito Democratico che è in preda ad una profonda crisi di identità (la qual cosa è a mio parere comunque elemento positivo), tocca avviare una riflessione profonda, ricca di contenuti culturali, non succube dei potentati locali e nazionali, per evidenziare tutte le contraddizioni che sono emerse nel corso dei decenni passati oltre a quelle espresse da questi nuovi movimenti che prefigurano cambiamenti nel mentre approfittano dei vantaggi della vecchia Politica, così come ad esempio accade con le proposte miserevoli della Lega che non sa fare altro che riproporre gli strumenti dei “condoni” pur camuffandoli dal punto di vista lessicale (ma “ccà nisciuno è fesso!”) e dopo aver offeso la Magistratura, che ha portato avanti molto prima che si profilasse il successo del 4 marzo la sua indagine, va a contrattare con lo Stato dilazioni vergognose dei milioni indebitamente sottratti (vorrei che non si dimenticasse che l’attuale leadership della Lega era ben presente ed attiva in quei tempi di “vacche grasse” a spese dei contribuenti) che sono un pugno nello stomaco della gente, in particolare di quella che sulla bocca di Di Maio, espressione dell’altra parte del Governo, è onnipresente e reale, “cinque milioni di poveri”.

 

Joshua Madalon

 

 

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PASSEGGIATE FLEGREE DI META’ SETTEMBRE 2018 – parte 3

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PASSEGGIATE FLEGREE DI META’ SETTEMBRE 2018 – parte 3

Ci siamo avviati verso il centro, ripassando accanto alla Chiesa di San Vincenzo ed al Monumento ai Caduti e oltrepassando l’ampio arco sotto la strada che pota al Rione Terra. La piazza della Repubblica era già gremita di avventori seduti ai tavolini dei bar che ormai occupano lo spazio centrale in lungo e in largo, lasciando ai passanti non consumatori piccoli varchi. Anche questo è un segno della modernità sconosciuta a noi quando eravamo giovani. Qualcuno dei miei coetanei si rammarica di questi aspetti ma tende a minimizzare l’impatto che nella nostra società ha avuto l’era berlusconiana, peraltro preceduta da quella craxiana e seguita da quella renziana. Di quei periodi siamo tutti responsabili, e non possiamo fingere di non esserlo. Li abbiamo subìti tirando a campare: alcuni addirittura ne hanno usufruito ed il dilemma è se siano ipocriti o pentiti. Anche per questo motivo fino all’ultimo nostro respiro, mostrando il ravvedimento, a rischio di essere sbeffeggiati ed insultati, di non essere creduti, dobbiamo impegnarci a riprendere il cammino di una vera e propria Sinistra di Governo. Attraversiamo dunque una parte del Corso della Repubblica e svicoliamo per via Cosenza, detta ‘O canalone, perché fino ai primi anni del secolo scorso a causa dei fenomeni bradisismici Pozzuoli poteva sembrare una piccola Venezia, attraversata come era dal mare. Oltre a qualche foto antica di repertorio cartolinesco ci sono dei frame nel film muto “Assunta Spina” del 1915 che riprendono proprio questa strada invasa dall’acqua e corredata di ponteggi per l’attraversamento: non proprio la Venezia dei ponti ma quella dell’acqua alta.

 

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Decidiamo di dirigerci poi verso le rampe San Giuseppe, più agevoli di altre per portarci verso casa in collina. Si attraversano i binari della ferrovia Cumana, vetusta linea che da Torregaveta, frazione di Monte di Procida, porta a Napoli Montesanto, luogo centrale che attraverso la base dei Quartieri spagnoli e Pignasecca esce verso Piazza Salvo d’Acquisto e via Toledo, centro vitale della città di Napoli. Si cominciano a salire le scalinate lunghe che lasciano tempo anche al riposo, aiutate da un panorama eccelso di una parte del centro flegreo e del golfo fino a intravedere Monte Nuovo e il castello aragonese di Baia.

Le pareti delle rampe che portano poi alla Chiesa del Ss Nome di Gesù nota tuttavia come San Giuseppe ed all’ingresso secondario della Villa Avellino, che prende il nome da un archeologo Francesco Maria Avellino che la possedette a partire dal 15 marzo 1836, sono state decorate dalla fine del 2014  con murales da artisti locali come Stefania Colizzi, Aida Guardai, Antonio Isabettini, Bianca Ida Gerundo. Rappresentano con riferimenti locali i quattro elementi della natura Acqua, Aria, Terra e Fuoco. Gli elementi della natura sono anche accompagnati da riferimenti leggendari mitologici ed epici. Anche se un po’ invecchiate con il tempo sono forme gradevoli che rendono ancor meno faticoso il procedere. Salendo inoltre si incrocia la parte occidentale del complesso di palazzo Toledo, quella però meno pubblica. In alto poi si raggiunge la Chiesa e viale Capomazza per riprendere, passando accanto alla splendida chiesa barocca di San Raffaele, la strada che conduce al complesso di Villa Avellino-De Gemmis e si inerpica verso la Solfatara.

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PASSEGGIATE FLEGREE di metà settembre 2018 – parte 2

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PASSEGGIATE FLEGREE di metà settembre 2018 – parte 2

 

Abbiamo deciso di scendere verso via Napoli attraverso le rampe Cappuccini sul far della sera per godere dell’ultimo sole d’estate rinfrescato però dalla brezza marina attenuata, quel caldo ma non tanto, piacevole frescolino serale. Lavi è scesa indossando un paio di infradita che hanno deciso di interrompere la loro collaborazione ed una dopo l’altra in diverse parti l’una dall’altra si sono rotte. Scegliere di utilizzare la pianta nuda dei piedi in un ambiente come quello di Pozzuoli non è proprio l’optimum e  allora dopo un tentativo di Mary, fallito, di riaggiustarle alla meglio, mia moglie stessa decide di andar in uno dei negozietti cinesi della città, che di certo è aperto nonostante sia domenica e per giunta di sera, a cercare un paio di ciabatte per sostituirle. Lavi ed io siamo rimasti seduti alla prima panchina libera che abbiamo trovato sul lungomare.

Si sorride del caso, rilevando che ogni volta che si decide di venir fuori qualche caso strano ci accade. Ricordiamo l’episodio dell’ape sulla spiaggia di Acquamorta che ci ha costretti a cambiare programma e temiamo possa accadere qualcosaltro di nuovo. “Questa è mia figlia Lavinia!” dico ai due amici gentili che si sono avvicinati. Gentili anche per un cortese passaggio serale di qualche giorno prima, quando eravamo scesi giù Mary ed io e li avevamo incontrati sullo stesso percorso. Spiegato l’accaduto, la gentilezza si ripete: “Se avete bisogno, questo è il mio numero di cellulare! Chiamateci e vi riportiamo volentieri su, più tardi”. “Grazie, ad ogni modo vi aggiornerò brevemente”.

Di lì a poco, un messaggio whatsapp di Mary ci annuncia che ha trovato un paio di ciabatte e che arriva, noi di risposta diamo indicazione del luogo dove ci troviamo.  Sono buffe le ciabatte, tipicamente cinesi, che ci porta Mary, ma dopotutto Lavi le utilizzerà. Annunciata da una telefonata, appare anche Teresa, la zia e la cognata, che ci ha raggiunto per fare una passeggiata. Finalmente. Ci fermiamo sul Lido che è stato strutturato quest’anno  sulla scogliera ed argomentiamo intorno alla difficoltà di poter nuotare lì davanti con le onde che battono sulle impalcature: pensiamo anche ai bambini che non sanno ancora nuotare e ci chiediamo anche come si possa investire in strutture turistiche marine in assenza di balneabilità, accertata e palesata con cartelli diffusi su tutta la linea della riva. So che potrebbero rispondere che lo spazio, piuttosto elegante, opera come “solarium” e la discesa a mare attraverso delle ampie e sicure scale in legno serve esclusivamente per bagnarsi senza immersione.

In questo scorcio di fine estate la sera, prefestiva e festiva, gli spazi vengono utilizzati come bar esclusivo, il cui accesso è sorvegliato da un giovanotto che facendo passare chi lo desidera comunica agli addetti al servizio del locale quanti posti sono necessari preparare. Un segno, questo, di professionalità che fa piacere scoprire e che, tutto sommato, rende meno severa la critica. Non è il mio mondo, questo; non lo è mai stato. Ma ne conosco l’esistenza e non mi ergo a giudice sulle scelte libere soprattutto dei giovani.

Ci si muove per procedere. La serata è calda piacevole, come si era annunciata.

Joshua Madalon

 

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PASSEGGIATE FLEGREE DI META’ SETTEMBRE 2018 – ‘o Valione

 

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PASSEGGIATE FLEGREE DI META’ SETTEMBRE 2018 – ‘o Valione

L’impatto è devastante; il Valione è uno dei luoghi dove Mary ed io andiamo frequentemente. Ci sono molti motivi che ci spingono a farlo. Nei prossimi post ne parleremo. Tornando in questi luoghi nel settembre 2018 dopo una mia breve assenza da Pozzuoli abbiamo visto che non è accessibile più “per lavori”. E ci siamo chiesti: Qual è il Piano alternativo per la fruizione anche parziale dello spazio detto “O Valione” da parte dell’Amministrazione comunale di Pozzuoli ora che stanno per partire i lavori di risistemazione di quella parte? Come sarà possibile accedere alla Chiesetta della Madonna Assunta ed al Laboratorio Vallozzi? E come si pensa di rendere meno complicata la vita dei pescatori che avevano accesso per trasportare tutto ciò che era necessario per il loro lavoro?

Non penso di potermi ergere a loro interesse e difesa, non ne ho il diritto né le competenze. Ma ho la sensazione che tutto sia stato ordinato senza concordare preventivamente le soluzioni. Da un giorno all’altro sono state sistemate delle  alte recinzioni che hanno delimitato il perimetro della darsena e  ne hanno limitato l’accesso.

 

 

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Abbiamo incontrato qualche giorno fa Antimo Vallozzi, l’ultimo rappresentante di una famiglia di Maestri d’ascia, davanti al suo Laboratorio; aria stanca che tuttavia sparisce quando lo si coinvolge nel racconto di quello che è stato il suo lavoro. Ha davanti a sé un modellino di nave: è del nipote e lo sta restaurando.      Ci parla anche delle caratteristiche della barca “puzzulana” (di Pozzuoli)  della cui costruzione è specializzato tecnico e descrive la differenza tra questa e quella “sorrentina”. . Ci racconta del progetto “ultima barca” preparato da alcuni anni e mai avviato a causa di vari eventi e condizioni sfavorevoli. Ne volevano fare un documentario che seguisse le varie fasi; poi sono morti un fratello ed uno degli organizzatori locali ed il documentario è stato realizzato solo in parte attraverso interviste e documentazioni  (“Una città in barca” è il lavoro di Dario Antonioli del 2014 contornato ancora da un lieve ottimismo relativo al futuro)  ma l’ultima barca non è stata costruita.      Antimo Vallozzi rammaricato ci dice che tutta la legna che doveva servire per quel progetto è accatastata là dentro il casotto e non ha più né la forza né la voglia di metterci  mano:  avverte la stanchezza e la solitudine. Tra l’altro l’Associazione che avrebbe dovuto sovraintendere a quel lavoro “si è sfasciata” come una vecchia barca. Inoltre denuncia gli atti di vandalismo subiti e lo scarso rispetto che i giovani hanno per quel luogo, utilizzato spesso come bivacco notturno dove ubriacarsi e far trascorrere “allegramente” la serata. Antimo Vallozzi è forse anche disilluso dalla trascuratezza vissuta anche umiliazione da parte delle istituzioni che non sono state in grado di valorizzare le sue competenze aiutando a trasmetterle a nuove generazioni. Vita difficile e grama, con scarsi risultati economici ma vita sana certamente e aiutata da interventi pubblici e privati di sostegno culturale a questa attività. Ma purtroppo non c’è la giusta sensibilità verso il passato tale da poter traghettare al futuro la conoscenza tecnica di quel mestiere.

Ci siamo andati insieme a nostra figlia Lavinia, curiosa osservatrice degli aspetti sociologici ed antropologici della terra di origine dei suoi genitori. Ci siamo arrivati dopo un sopralluogo alla ricerca dei ricordi, così come qualche giorno prima ci eravamo andati, Mary ed io.

“Ah, mastu Peppe era proprio nu scassacazzo! T’’o ricuorde?” e chi era Mastu Peppe? La prossima volta ne parleremo.

 

 

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