RITORNO A POZZUOLI estate 2018 parte 3

 

 

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RITORNO A POZZUOLI estate 2018  parte 3

3.

Un’ellissi falsh-forward ci porta a qualche giorno di distanza. La vacanza inaspettatamente si è prolungata. Altrettanto sorprendentemente abbiamo potuto dormire in modo sereno e tranquillo. Di sopra i rumori sono felpati; anche di notte li avvertiamo ma c’è un passo leggero e soprattutto la buona educazione della convivenza in ore notturne. C’è stato un solo unico episodio nel quale la ragazza del piano di sopra, tornata alle prime ore della giornata, intendo dire le “3”, si è prodigata in una lunga agitata conversazione telefonica. A senso unico, ho detto. La mia sordità “lieve” non mi consente di capire ma avverto rumori, e quelli erano fastidiosi, prolungati e provenivano da un solo interlocutore: lei, la nostra condòmina, la “figlia”. L’altro interlocutore non aveva diritto di replica: lei da sola  era un fiume in piena, a tutta evidenza. Che stesse fingendo a se stessa; e perché coinvolgere l’intero condominio? Altri meno sordi di me avrebbero capito; ma quasi certamente dormivano sereni, o forse fingevano di farlo. E’ toccata a me il compito di lanciare un urlo di disapprovazione. Vuoi vedere che hanno sentito me? Può darsi.

Quel caso è rimasto unico; ma la vacanza della padrona di casa è volta al termine e quindi la nostra curiosità era diventata molto forte. Sarà, al suo ritorno, più attenta ai bisogni notturni degli altri condòmini? Il “ritorno” era stato annunciato da un attivismo intenso; la giovane si era un po’ di più impegnata nei mestieri casalinghi. L’ipotesi che negli ultimi due giorni vi sia stato un lavorio domestico ci è stata peraltro confermata involontariamente da una telefonata ascoltata semplicemente fatta en plein air sul terrazzo e con voce abbastanza distinta per essere avvertita con chiarezza da uno come me (vedi sopra). La signora al suo rientro tesseva ad un interlocutore a noi giustamente sconosciuto le lodi della ragazza per la cura che aveva avuto in tutti quei giorni nel tenere in ordine l’appartamento.

Noi in verità speravamo che il comportamento della giovane derivasse da un mutamento sostanziale del comportamento di tutta la famiglia. Dicevamo tra noi: “Forse qualche altro condòmino ha fatto notare come nelle ore notturne non si dovesse sbattere la porta dell’ascensore facendo tremare i vetri delle finestre sui ballatoi; o come non si dovessero srotolare a valanga le tapparelle; o come non ci si dovesse impegnare in attività domestiche come se fosse giorno,  andando avanti ed indietro forsennatamente (“più veloce si fa prima finisco” forse lei pensa?) ahimè e ahinoi con scarpe con tacco. Noi dopo tutto sappiamo anche quante volte si siede sul water, perché utilizza con veemenza la tavoletta sbatacchiandola, facendola precedere da sonore “piss” e seguire da impetuosi sciacquoni.

Quanto ai rumori tecnologici di cui accenno in coda alla parte 2, si trattava di un sifone idraulico che emetteva un sibilo penetrante ad ogni apertura di rubinetto. Di giorno si sentiva ma non era particolarmente noioso, anche perché si è svegli, ci si muove anche noi ed a volte non si sta neanche in casa troppo a lungo; ma di notte, all’una alle due alle tre era un tormento. Si sopportava un pochino, si diceva “ma va, ora va anche lei a dormire”. Macchè! Si mandavano segnali soft, con un bastone sotto il nostro solaio. Macchè! E così in quell’occasione decisi di scrivere un messaggio e lasciarlo nella buca della posta, accennando a fastidiosi rumori tecnologici.  La signora non era a tutta evidenza di norma attenta a controllare l’arrivo della “posta”, perché  il foglietto con il messaggio rimase là dentro per alcuni giorni, poi qualcuno lo ritirò ed alcuni giorni dopo trovammo a nostra volta un messaggio nella  buca della posta, con il quale la signora si scusava, promettendo di far aggiustare quanto prima il sifone. Il “quanto prima” tuttavia non lo potemmo quantificare perché la nostra vacanza finì, senza che il fastidio cessasse.

 

…continua….

 

J.M.

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