La rozzezza e l’improvvisazione – Il paese di Pulcinella

 

 

La rozzezza e l’improvvisazione – Il paese di Pulcinella

Sono le due caratteristiche grossolanamente evidenti rappresentate nella compagine di Governo di questo Paese dopo il 4 marzo 2018. La prima è stata antropologicamente il tratto distintivo dei fondatori della Lega, a partire da quell’Umberto Bossi, le cui espressioni “colte” sono state fondamento del successo. Un florilegio analizzato con una certa accuratezza è presente in questo articolo di Fulvio Sguerso  e quindi non mi dilungo troppo su questi aspetti, rimandando tuttavia i lettori alle puntate successive, non le mie, ma quelle del rude Salvini che a tutta evidenza raccoglie consensi nella parte più debole culturalmente del nostro Paese. Utilizza parole base come “papà”, “famiglia” e mostra lo sguardo severo e truce verso i suoi avversari. Tra l’altro coglierei l’occasione per suggerirgli, sapendo comunque di non essere ascoltato, di non rivolgersi a me come suo amico, come suo elettore. Non sono né l’uno nè l’altro e la mia espressione è quella di sentirmi costretto a trascendere, scendendo al suo livello pur se per un solo attimo: “Ma va’…….!”.

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Dall’altra parte c’è la seconda caratteristica, confusionaria, velleitaria, basata sulla scarsa conoscenza del livello bassissimo di rispetto delle regole da parte del popolo italiano. Parlano di “cambiamento” e vorrebbero partire dalla coda mentre sarebbe opportuno prendere il bandolo della matassa dal capo. Ma per fare questo occorrerebbe svelare agli italiani, non tutti ma quasi tutti, che responsabili dello stato di degrado non sono in maniera esclusiva coloro che hanno governato e i boiardi di Stato in genere ma loro stessi, inclini al non rispetto delle leggi. Tra l’altro è la stessa natura del Movimento, basato su un rapporto quasi esclusivamente telematico, a creare questa incertezza “istituzionale”: dichiarazioni improvvisate, individuali, sotto l’effetto di un accesso passionale costringono quasi sempre a marce indietro, distinguo, che ci fanno assistere impotenti (per ora) ad un teatrino della Politica che se appartiene alla Terza Repubblica identifica quest’ultima come “il Paese di Pulcinella”. A proposito, vuoi vedere che ci sia un grado di parentela tra quel personaggio, originario di Acerra, e l’attuale viceministro, che è invece originario di un paese che dista pochissimi chilometri, poco più di 6?

 

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Forse questa è la verità. In fondo Pulcinella non è poi un personaggio dai tratti negativi. Come tutte le maschere rappresenta una parte della società. Lui è beffardo, contrasta i potenti da quelli più vicini a lui a quelli più in alto. Una specie di Beppe Grillo, no? e chissà che non sia stato proprio in questa direzione che abbia fatto sì che a rappresentare il Movimento sia stato scelto Di Maio. in ogni caso ritorno ad evidenziare quello che è il modello base della partecipazione che non garantisce democrazia perché sfugge ai più ed è prerogativa solo dei “capi”. In questo modo è molto chiaro che non ci si possa fidare e che troppo spesso assisteremo a scelte contraddittorie smentite nel giro di poco tempo (il valzer dei vaccini sì-vaccini no-vaccini vediamo).

 

J.M.

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