PASSEGGIATE FLEGREE – settembre 2018

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PASSEGGIATE FLEGREE – settembre 2018

“Mi scusi, saprebbe indicarci una Farmacia? La ragazza è stata punta da un’ape” ci eravamo rivolti al vigile urbano che presidiava la struttura comunale che avevamo incrociato lungo la strada principale che da Acquamorta portava verso la piazza di Monte di Procida. Quella mattina avevamo deciso di fare due passi lungo un breve tratto di mare ed avevamo scelto di utilizzare quello che si distende a destra del molo. Avevamo parcheggiato sullo sterrato antistante il parco marino di Torrefumo e poi a piedi, attraversando il porto dei pescatori, tutti intenti a ripulire le reti, per la goduria di alcuni gabbiani espressa con stridolini irripetibili, siamo ritornati indietro verso il molo. E così mentre mia moglie e Lavi passeggiavano lungo la battigia scattavo foto sullo splendido autunno. La spiaggia di Acquamorta non è baciata dal sole per larga parte della mattinata e rende il paesaggio di fronte nel contrasto molto più luminoso: l’isolotto di San Martino luogo di scorribande giovanili dei tempi andati mi ricorda la tragedia di Genova con il suo pontile interrotto e mai più ricostruito. Dall’altra parte l’isola di Ischia si eleva sovrastando la piccola Procida che appare ad un tiro di schioppo: in mattinata c’è sempre un vaporetto che collega Acuamorta con Procida ad un prezzo più che vantaggioso rispetto a quanto costa partire da Pozzuoli e molti, facendo un po’ di conti lo utilizzano d’estate, mentre nel resto dell’anno è utile agli studenti del Nautico.

Fotografo anche quel che resta delle caverne ricavate nel costone tufaceo per riparare le barche dei pescatori negli anni in cui non c’era il bel porto costruito da qualche decennio, ma molto recente rispetto al tempo dei miei ricordi.

Senza molte storie “Lavi è stata punta da un’ape sotto il piede” mi dice Mary. Le vedo far ritorno e pregusto una passeggiata anche a Torrefumo, ma il benvenuto di questa terra è un po’ più amaro anche se risolvibile con un goccio di ammoniaca.  “Chiediamo a quei signori che sono là sotto quelle panchine” gli anziani pescatori presidiano il territorio. “Mia figlia è stata punta da un’ape. Avete dell’ammoniaca?” ci guardano molto perplessi e poi “Ma siete proprio sicure? Non è che si tratta di una tracina?” “Guardate che abbiamo visto anche l’ape divincolarsi morente dopo aver punto il piede!” ma intanto si è compreso che non c’è nulla che possa servire al caso: il punto colpito comincia a gonfiarsi e allora si procede salutando cortesemente. Andiamo verso la scogliera a lavare bene il piede pieno di sabbia. “Aspettate qua” dico e vado a riprendere l’auto.

“Ci fermeremo in Farmacia” e così procediamo sui tornanti verso la piazza. “C’è un vigile” dice Mary “chiediamo a lui dove sia la Farmacia”.

Ci accostiamo. All’apertura del finestrino il vigile fa il suo saluto militare ponendosi a disposizione. Ascolta “Ma sì, intanto perché non prendete quattro o cinque erbe diverse, tra quelle naturali che crescono nei cespugli e le passate sulla parte punta?”  “ Grazie, sì. Ora che passiamo da Monte Grillo ci si ferma”. “Ma aspettate” ci dice e poi attraversa la strada che intanto, essendo abbastanza stretta, si è affollata di auto in transito e di un autobus che fatica a muoversi in quella contingente difficoltà creata dalla nostra sosta non del tutto corretta. Sparisce, il vigile, dietro alcune recinzioni e riappare dopo alcuni minuti con un pugno di erbe. Ringraziamo e, mentre nostra figlia si stropiccia sotto il piede quell’impacco naturale, riparto verso casa. Anche se sorridiamo, in fondo quei rimedi naturali sono davvero portentosi. A casa poi l’ammoniaca farà il resto. Per oggi la nostra vacanza è accompagnata dal piacevole incontro del vigile cortese.

Joshua Madalon

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