reloaded mio post “datato” 22 marzo 2018 “PASSAGGI CRITICI – un metodo democratico necessario (che non c’è)”

reloaded mio post “datato” 22 marzo 2018 “PASSAGGI CRITICI – un metodo democratico necessario (che non c’è)”

La pigrizia ed un pc che recalcitra a suo piacimento mi spingono ad affrettarmi per il post odierno – è una riproposizione che andrebbe spiegata più a fondo, ed ha un suo senso soprattutto riferibile a quel che ho espresso forse non troppo bene nei confronti ma che ho scritto da mesi, anche quando la mia scelta tra una Sinistra di testimonianza ed una con un possibile progetto governativo mi ha portato a preferire la seconda senza mai contrappormi alla prima. Il desiderio era di rivederci presto!

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PASSAGGI CRITICI – un metodo democratico necessario (che non c’è)


Tra le riflessioni che emergono maggiormente tra tutti coloro che guardano al futuro per affrontare le conseguenze di una tornata elettorale disastrosa per la Sinistra vi è la mancanza di un metodo critico democratico che fosse in grado di far emergere gli aspetti negativi dell’azione di Governo e di produrre analisi concrete per agganciare parte dell’elettorato deluso.
Se per il Partito Democratico questa mancanza di metodo è da assegnare al suo ruolo di “maggioranza” ed alla presunzione del suo gruppo dirigente, per altre forze che si sono – e sono state – “rappresentate” come di “Sinistra radicale” può servire come giustificazione soltanto la fretta con la quale si è dovuto procedere alla elaborazione di un “Progetto”, ivi compreso il nome (mi riferisco chiaramente a LeU) ed il Programma, elaborato il primo in un ristretto “caminetto” ed il secondo con cinque “dibattiti tematici aperti” della durata di una giornata. Ho assistito ad uno solo di questi dibattiti e ne ho ricavato il ragionevole dubbio che non siano serviti a produrre – se non che in minima parte – il programma.
Nel corso della “campagna elettorale” ho scritto molti post sul Programma e ne ho rilevato alcuni aspetti che stridevano ragionevolmente con la logica di fondo che dovrebbe possedere una forza di Sinistra che voglia avviare un processo di rinnovamento e di cambiamento partendo dal basso.
LeU prosegue un percorso, in questa fase postelettorale, che presenta numerose ambiguità ed incertezze a quelle collegate. Tra l’altro più si è “piccoli” e maggiormente si dovrebbe applicare alla propria azione politica un metodo democratico, per aggregare e poter poi crescere. Invece si applica un metodo centralistico con una leadership ristrettissima ed indistinta che si muove perseguendo una linea che non ha alcuna rispondenza con il sentire comune dei “militanti” più attivi. Questo accade dappertutto e non è un mistero che produca disaffezione (in diretta seguo “PIAZZAPULITA” con le intenzioni di voto al 22 marzo dai quali LeU non avrebbe neppure rappresentanza parlamentare, essendo ben al di sotto del 3%). E’ molto difficile capire chi decida a livello nazionale cosa si fa o cosa non si fa in Parlamento: Grasso tratta con le altre forze politiche, ma quando decide chi rappresenta? A livello locale, la domanda che ho posto è: “quando si discute con l’attuale Sindaco di cosa si parla e cosa si propone?”.
E allora, diciamocela tutta: “se si fanno le assemblee, per discutere del “sesso degli angeli” e piangersi addosso e poi alla fine si annunciano incontri “di vertice” sui quali nessuno ha avuto modo di intervenire “in merito”, a questo punto o se ne ragiona prima in un incontro appositamente convocato oppure evitiamo del tutto di perdere del tempo, non raccontiamoci fandonie “pseudodemocratiche” ed ognuno viva la sua esistenza in modo libero.

Joshua Madalon

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