ODIO E SANGUE

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ODIO E SANGUE

Ieri il mio post era dedicato alle “conseguenze” delle azioni individuali che diventano collettive. Nessuno può sottrarsi alle responsabilità rispetto a tutto ciò che accade: anche i grandi uomini del passato, anche quelli la cui onestà e magnanimità sia da considerarsi cristallina quanto a valori e ideali condivisi, non sono da considerarsi immuni dal doversi accollare in quota parte il peso degli eventi conseguenti alle loro azioni, o inazioni che dir si vogliano.
Quel che accade oggi è la diretta conseguenza di ciò che abbiamo costruito (o distrutto) nei tempi. Anche l’involuzione politica è in ogni caso una evoluzione, a seconda dei punti di vista. Di fronte ad un’esaltazione del libero mercato anche da parte degli eredi del socialismo rivoluzionario i lavoratori hanno perso il loro sostegno in cambio di ideali sfumati che progressivamente sono stati abbandonati del tutto. Permangono sacche di irriducibili sognatori che tardano a prendere la giusta consapevolezza dei limiti e delle contraddizioni pratiche delle azioni che I loro leader vanno proponendo come miglior futuro possibile.
Il malessere diffuso tangibile concreto coinvolge tutto e tutti. Occorre costruire progetti che siano in grado di opporsi con una critica puntuale non distruttiva ma severa, partendo da ciascuno di noi, con il riconoscimento dei limiti che abbiamo avuto.
Se ciò non accade e si prosegue nel giustificazionismo, il disastro sarà ancor più maggiore e vivremo tempi che non ci saremmo mai augurati, non del tutto diversi da quelli che nel periodo apparentemente pacifico per tante parti del mondo occidentale insozzò di odio e di sangue la pur molto vicina penisola balcanica. Già l’odio dilaga tra noi; da qui al sangue potrebbe non mancare molto.

Joshua Madalon

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