Si continua a fare Politica proponendo forme alternative ma difendendo l’Antifascismo

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Si continua a fare Politica proponendo forme alternative ma difendendo l’Antifascismo

Sono orgoglioso di aver partecipato in prima fila alla costruzione del soggetto civico politico che abbiamo chiamato “Prato in Comune”. Ho seguito le fasi del suo “concepimento”: il nome deriva dalla fascinazione prodotta dal progetto politico di Pisa che nel 2013 aveva dato vita a “Una città in Comune”.

https://unacittaincomune.it/appello-assemblea/

Il dibattito tra noi a Prato intorno al nome da dare al contenitore complesso che stavamo creando ha accolto la mia proposta. Non c’è alcun riferimento a ciò che propone il Sindaco Pizzarotti di Parma: non si è mai pensato minimamente che avendo un nome molto simile ci si dovesse collegare. Le motivazioni per il nome sono invece da ascrivere alla necessità avvertita in modo urgente da parte di tanti di noi intorno ai temi della “Partecipazione democratica” troppo carente ed autoreferenziale rispetto ad un gruppo ristretto di “poteri collegati”. La cura dei “beni comuni” ed il bisogno che i cittadini avvertono sono stati trascurati dall’attuale Amministrazione, a parte alcuni interventi intesi come appendici alla campagna elettorale.
In questo percorso politico elettorale (e preelettorale) molto spesso mi sono ritrovato a discutere anche con avversari politici lontanissimi dalla mia “storia”, condividendone alcune istanze, pur riconoscendo la profonda differenza negli obiettivi: i miei non strumentali, i loro ingannevoli e tendenziosi.

La campagna elettorale ha prodotto inevitabilmente lacerazioni, incomprensioni, differenziazioni.
La responsabilità di tutto questo può essere suddivisa, certamente in quota parte.
Non ci possono essere autoassoluzioni nel silenzio reciproco.

Il risultato della consultazione non ha creato sorprese: Prato in Comune era compresso tra coloro che guardavano al proprio orticello, preoccupati perderne il controllo e coloro che difendevano la loro identità obsoleta. Al di là delle consuete modalità riconosco il dato come una conquista: si voleva esistere e lo si è fatto. Ci si è anche distinti con eleganza. Si è detto quel che si pensava e, affermando tale pensiero, si sottolineava che non c’erano tatticismi. Era così e quel che si diceva prima in una campagna elettorale dove si fanno promesse impossibili da praticare sarebbe stata la base delle battaglie nella prossima legislatura. D’altronde sarebbe stata pura follia credere di poter essere sul ponte di comando. Dunque, il Programma è lì, scritto con il contributo di tanti e Prato in Comune sarà una piccola – per ora – spina nel fianco dell’Amministrazione.
Mirco Rocchi pur in una modalità sfumata ha dichiarato la posizione di Prato in Comune. Lo ha fatto alla stampa nel pomeriggio di lunedì 27 maggio. Non ci possono essere alternative, a questo punto. Non si può lasciare la città alla Destra, la più pericolosa e sconclusionata armata che si sia presentata al voto. E’ la Destra xenofoba e razzista che occhieggia ai gruppi neofascisti senza alcun ritegno.
Detto questo, confermo tutti gli addebiti verso l’attuale maggioranza guidata dal PD e con spirito critico e costruttivo mi impegno a svolgere un ruolo di opposizione nella società, senza altri pregiudizi.

Giuseppe Maddaluno

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