Perchè sono pratese, ancor più quando vado giù a Napoli, dove sono nato e vissuto per molti anni

Perchè sono pratese, ancor più quando vado giù a Napoli, dove sono nato e vissuto per molti anni

Per 25 anni sono stato puteolano (Pozzuoli è la città dei miei genitori; io sono nato a Napoli), per cinque anni sono stato feltrino (Feltre è stata la città nella quale ho svolto il mio primo impegno collettivo: docente, sindacalista, politico, cinefilo), per tutto il resto della mia vita (trenta e più anni dal 1982 ad oggi) sono stato pratese.

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A Feltre sono tornato un paio di volte, ma ci manco da venti anni ed ho contatti solo attraverso un paio di amici che qualche volta tornano a trovarci qui a Prato. Altri li sento sporadicamente attraverso i moderni canali di comunicazione (i social) ma non ci vediamo da tempo.

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A Prato ho lavorato in una sola scuola, il “Dagomari”, e mi capita molto spesso di incontrare miei allievi, che si sono impegnati nella costruzione di una loro identità e provo un grande piacere nell’essere stato parte, pur minimamente, della loro formazione. Quando sono arrivato in questa città portavo con me l’esperienza bellunese, quel complesso di cui sopra sinteticamente accennavo. In via Frascati c’era il PCI, in via Pomeria l’ARCI, in Piazza Mercatale la CGIL. Furono i luoghi di un altro periodo formativo. Scuola, Politica, Sindacato, Cinema: tutto insieme. L’impegno nell’UCCA, in prosecuzione del lavoro svolto a Feltre con la fondazione di un Circolo di Cultura Cinematografica “La Grande Bouffe” (un omaggio a Ferreri), l’impegno nel PCI e nella CGIL sui temi di raccordo tra “Cinema e Lavoro”, la fondazione del Cinema “TERMINALE Movies”, prima vera e propria “sala d’essai polivalente” della città, l’attenzione avuta verso il mondo del lavoro con l’esperienza indiretta delle “150 ore” a Feltre insieme ad un grande compagno il cui cognome impropriamente richiama una delle iatture della nostra recente storia repubblicana, Renzi (ma se ben ricordo lui si chiamava – è da tanto tempo che non ci si sente – Saverio). Con il PCI ho poi operato mantenendo per un breve periodo la conduzione della Commissione Scuola e Cultura sotto la segreteria di Daniele Panerati. Ho fatto per un breve periodo anche delle “prove” di giornalismo nella fase di partenza della redazione cittadina de “Il Tirreno”. Ho realizzato anche alcuni video coordinando vari gruppi. Ho collaborato a costruire eventi come “Film Video Makers toscani”. Ho prodotto format culturali come “La Palestra delle Idee”, “Il Domino letterario” e “Poesia sostantivo femminile”.
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Sono stato in Consiglio comunale per cinque anni dal 1994 al 1999 e Presidente della Commissione Cultura della Circoscrizione Est dal 1999 al 2009. In questo ultimo ambito sono stato coordinatore delle Commissioni Cultura delle cinque Circoscrizioni. E di sicuro dimentico qualcosa.

Con questo complesso di attività, mentre la famiglia cresceva, ho avuto modo di conoscere tante persone. A Prato che pure rispetto a Feltre e Pozzuoli è una metropoli (pur sempre è la terza città più popolosa dell’Italia centrale) mentre cammino incontro gente che conosco ed essendo “animale sociale” ne provo piacere: non ho ancora il desiderio di isolarmi completamente dal mondo, che tanti miei coetanei hanno scelto di intraprendere.

Molto diversamente mi accade quando torno a Pozzuoli. Lì riconosco purtroppo sempre meno persone. Il mio tempo si è fermato agli anni settanta del secolo scorso. Le generazioni successive non le ho incrociate; anche quando si ritornava con i bambini il nostro tempo era dedicato esclusivamente alla famiglia ed agli immediati rapporti di vicinanza. Quando ci ritorno può accadere di rivedere amici di un tempo, ma è raro ed a volte la memoria non mi aiuta e provo grande difficoltà (anche ieri un caro amico mi ha scritto: “Quando torni?” ho risposto la verità: “Non lo so”).
E, dunque, che dire? Sono “pratese” storicamente.

Joshua Madalon

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