Note sparse – la Sinistra è morta? no, viva la Sinistra – 3

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Note sparse – la Sinistra è morta? no, viva la Sinistra – 3

No, non erano salmi, era la mia immaginazione in un contesto emotivamente non gradito: erano esercizi vocali accompagnati da violoncelli che provenivano dalle stanze della Scuola di Musica cittadina.

Venivo verso il centro dalla periferia solitaria, a quest’ora abbandonata a se stessa, per una verifica intorno agli accordi non solo musicali per niente musicali che si stringono davanti ad un boccale di birra, snack e aperitivi tra amici di lunga data, con percorsi politici diversi ma convergenze progettuali pragmatiche. Al centro quelli come me, pratesi non pratesi – non del tutto pratesi, ci vengono per parcheggiare l’auto nel posto più conveniente possibile e poi dirigersi verso obiettivi già segnati, ficcarsi in stanze oggi un po’ meno – ma solo un po’ – fumose, per uscire da queste intorno alla mezzanotte o poco più, riguadagnare la zona del parcheggio e ritornare nella periferia.

Santa Trinita è una strada diritta che raggiunge poi una delle porte della città. A quell’ora di norma è affollata di giovani festanti. Continuo il mio lento passeggio in un varco molto ristretto. Più avanti ad uno dei tavolini rivedo un giovane compagno della Sinistra che dialoga davanti ad un boccale di birra con una ragazza; sono incerto se palesarmi, ma è lui che mi vede e mi chiede “Che si fa?”. Non voglio interrompere il suo dialogo ma è lui ad interloquire con me “Si ragiona e si va avanti” cercando la sintesi “abbiamo discusso a lungo nei mesi scorsi e non si è compreso il motivo per cui ci si è divisi, proprio in fotofinish”. Non commenta ma rilancia “Sto cercando di riprendere il ragionamento, anche se ho tanti impegni” In realtà so bene che è così, ce ne ha troppi di impegni ed alla fine la forma prevale sulla sostanza: è il limite dei sognatori. Gli chiedo un numero di telefono per un contatto che considero necessario. Me lo linka sul dispositivo Whatsapp in un attimo. Lo saluto e proseguo. Incrocio di sottecchi un gruppo di persone con cui non voglio parlare: forse è anche il loro desiderio e avanzo tra la folla. “Forse là dietro, ai giardini di Sant’Orsola, sono giunti alla conclusione” penso, perchè avverto lo scoppiettare di mortaretti e fuochi di artificio. Quello spazio è invisibile da dove sono; io vado oltre su una strada parallela ma a distanza di sicurezza. Arrivo davanti alla sede della Sociale Corale Giuseppe Verdi. Per strada c’è più spazio; i negozietti sono più etnici collegati ad attività alimentari o di servizio per comunità estere. Non ci sono più tavolini. Mentre osservo il numero civico della Società corale un giovanotto mi saluta; lo riconosco: è uno dei giovani rampanti e pasionari del PD che è anche capace di soppesare la realtà. Parliamo della sua possibilità di entrare in Consiglio, collegata a quella di uno o più ingressi in Giunta da parte di alcuni eletti. Non mi sembra angosciato davanti all’eventualità di rimanerne fuori. E’ scappato solo temporaneamente dalla festa per comprare le sigarette. Gli faccio i miei auguri e decido di tornare indietro.
Lentamente come sono venuto così torno verso il parcheggio. Sotto il tunnel della stazione di Porta al Serraglio incontro due ragazzi: conosco lui ma non ne ricordo il nome. Mi aiuta sorridendo. Mi parla di Pier Paolo Pasolini e dell’amore che ho suscitato in lui nell’ultimo anno delle superiori per il poeta friulano; e mi chiede, a sorpresa, di Fioravanti. Capisco che si riferisce al professor Maurizio Fioravanti, costituzionalista e Presidente del PIN. Gli dico che l’ho visto poche settimane prima e poi gli chiedo perché mai vuole sapere di lui. “L’ultimo anno lei ci portò ad un Convegno sulla Costituzione. Il professor Fioravanti fu così coinvolgente e soprattutto chiaro nella sua esposizione, tanto che – lei non può saperlo perché Italiano e Storia erano materie riservate agli esterni – utilizzai tutti gli appunti di quell’incontro per fare il tema: quell’anno c’era proprio una traccia sulla Costituzione ed ebbi la valutazione massima”.
La ragazza che lo accompagna è solare, anche al buio è splendente. E’ un buon viatico per il futuro, quello che ci attende e questo incontro sul far della notte ci lascia grandi speranze.

Joshua Madalon

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