NOTE SPARSE di Joshua Madalon

NOTE SPARSE di Joshua Madalon

Una struttura “giovane” come “Prato in Comune, i cui obiettivi essenzialmente sono recuperare degli spazi a Sinistra che si sono andati perdendo nel corso degli ultimi decenni in maniera incessante e progressiva, ha bisogno di riflessioni e di azioni contemporaneamente ma senza fughe in avanti.
All’indomani delle consultazioni elettorali del 26 maggio abbiamo avviato un’analisi severa del risultato; la delusione non può però farci perdere di vista le condizioni con cui abbiamo operato. Dobbiamo sapere quali erano i nostri limiti riconosciuti; non dobbiamo farci prendere dalla frustrazione: ci sta che qualcuno abbia potuto scambiare la passione e l’entusiasmo del gruppo per sicumera e tracotanza ed essere indotto a ritrarsi ed abbandonare l’agone. Ci sta che l’inesperienza soprattutto di quella parte che per la prima volta si avvicinavano alla battaglia politica abbia modificato la sua percezione della realtà. Noi intanto venivamo da un rapporto snervante con una parte della Sinistra che ha inopinatamente abbandonato il campo poco prima delle scadenze per la presentazione del nostro candidato e della lista. Molti non conoscono questa parte di storia che invece rappresenta il grado di schizofrenia ormai ai limiti della sopportazione di una parte – di quella parte – della Sinistra: ancora una volta hanno mostrato l’incapacità a superare i dogmatismi vetusti e gli schematismi inutili ad interpretare la nuova realtà. Non si tratta di negare i princìpi ed i valori fondamentali ma di collocarli all’interno di un contesto fortemente modificato dall’Ottocento ad oggi, ed in modo ancora più forte dall’ultima parte del Novecento ad oggi. Tra l’altro giusto per scrvere un pezzettino di Storia (storia minuscola ma significativa) la rottura tra Prato in Comune e quella Sinistra si è consumata non sui” fondamentali” ma sulla candidatura di Mirco Rocchi (da aggiungere che prima di Mirco avevamo pensato ad un’altra candidatura, che per ragioni più strettamente “politiche” avrebbe dovuto incontrare il favore di tutti). A Mirco (ed alla giovane donna di cui prima) veniva contrapposto un candidato che – dopo la rottura – non ha neanche avuto il sostegno di chi lo aveva difeso strenuamente al punto da abbandonare la partita. In questo c’è la ragione per la quale parlo di “schizofrenia”.
Di fronte a questo quadro di maggiore difficoltà sopraggiunta in extremis abbiamo dovuto impegnarci in modo intenso, costruendo la lista, pezzo per pezzo,correndo dietro agli adempimenti burocratici lottando non solo contro il tempo cronologico ma anche quello climatico. Il tutto senza risorse minimamente necessarie per una pur piccola forza politica come la nostra.
Certamente non siamo riusciti a superare sufficientemente la prova: quel che dico prima e dico dopo non serve a giustificare la nostra debolezza. Comprendere ciò che è accaduto serve comunque a prepararsi per le prossime competizioni, in primo luogo la nostra “opposizione” all’Amministrazione di Centrosinistra contro la quale – da Sinistra – abbiamo presentato il nostro Programma ed il nostro candidato.
Un altro ostacolo al dispiegamento del nostro progetto è stato il ricatto del voto utile: siamo stati additati come responsabili di un possibile disastro politico a favore della Destra. Chi ha aizzato contro di noi la parte più onesta dell’elettorato lo ha fatto contando soprattutto sui proclami farneticanti di Salvini e Meloni; sono stati dei veri avvoltoi, uccelli spregevoli che campano approfittando dell’ausilio di altri. Queste sollecitazioni espresse anche con una certa cattiveria sono state ripetute anche in occasione del ballottaggio.
Ad ogni modo, andiamo avanti con ponderazione ed equilibrio.

Joshua Madalon