Un dibattito intorno al tema della “Democrazia” – aprile 2008 – 4

484315_4894472912097_1782448656_n

Un dibattito intorno al tema della “Democrazia” – aprile 2008 – 4

Subject: Cos’è la Politica

Gentilissime\i
che io abbia prediletto Pasolini lo sapete. A Prato nel 2005 sono stato fra i pochi che lo ha voluto ricordare a trenta anni dalla tragica fine; non ero solo ma in questa città non erano molti coloro che hanno apprezzato il “ricordo” di un “rompiscatole”. Come sanno molti di voi, spesso ricordo Pasolini leggendo qualche brano, commentandolo, nelle diverse occasioni pubbliche. L’ultima volta, l’ 8 marzo, ho letto la “Ballata delle madri”. Sono convinto che Pasolini manca a tanti di noi; e manca ai giovani che non hanno dei punti di riferimento così controversi e dirompenti, non hanno chi dia loro ad esempio il consiglio di affidarsi “più ai dubbi che alle certezze” come faceva Pier Paolo. Ora, in questi giorni, mentre qualcuno dice che mi sente un po’ giù, mi sono trovato a rispondere che “mi aiutano le passioni” ed infatti ho visto e rivisto con maniacale attenzione alcuni documentari su Pasolini: ho soprattutto ascoltato le sue parole. Mi affascina la sua capacità di accogliere una “religione laica” o se vogliamo una “Laicità religiosa” che potrebbe anche farne malauguratamente un’icona del PD. Credo che Pasolini possa essere oggi utile, a patto che chi gli si avvicina sia disponibile a mettersi in discussione. Dove sono i giovani “impegnati” che vogliano mettersi in discussione? Spero di poterne trovare di “nuovi” perchè i “vecchi” sono ormai fin troppo vecchi pur avendo un aspetto giovanile.
Ora la Politica la si può anche fare ripercorrendo la Cultura dei nostri grandi più vicini a noi, rileggendone alcuni passi e verificandone i contenuti

Saluti. A presto
G.M.

Che cos’è la Politica? e che cos’è la Democrazia? che cos’è il Partito che abbiamo voluto chiamare Democratico?
Volevamo, o no, nel costruire il PD, rinnovare anche le modalità di accesso alla Politica? parlavamo di un Partito aperto, di un Partito nuovo, diverso da quelli che ci volevamo lasciare alle spalle; parlavamo di un Partito che avrebbe dovuto vedere abbattuti gli steccati non solo ideologici, utilizzando tutto il buono dei grandi valori ed abbandonando gli schematismi inutili delle appartenenze a questa o quella combriccola, un Partito che avrebbe dovuto sentirsi ricco delle differenze e soprattutto che avrebbe dovuto sapere valorizzare anche le “critiche”. E’ accaduto invece tutto il peggio di quel che poteva accadere: avevamo messo in conto che le antiche leadership avrebbero opposto una resistenza ufficialmente sotto una forma di continua dilazione delle scelte e di una decisa pur se silenziosa sottovalutazione degli elementi positivi che si andavano costituendo verso il PD nuovo. L’avevamo messo in conto ma non avevamo messo in conto che la malattia endemica del potere avrebbe coinvolto anche alcuni di quelli che apparivano sinceramente partecipi del processo verso il nuovo. Avevamo messo in conto tutte le possibili difficoltà ma siamo stati presi in un ingranaggio frenetico che ha fatto il gioco del pre-potere e che sta portando il PD attuale verso una situazione che solo fra una settimana riusciremo in qualche modo a giudicare. Abbiamo utilizzato e sentito utilizzare slogan sul PD fatto per i giovani, dove i giovani vengono soltanto utilizzati per la manodopera e dove la maggior parte della “vecchia guardia” di fatto decide per tutti. Abbiamo assistito ad un tempo preelettorale nel quale le scelte venivano prese di fatto così e così certamente si intenderebbe continuare a fare. A Prato decide forse la Coordinatrice, ma forse decide l’onorevole Giacomelli o forse decide Manciulli o forse decide Franceschini forse Veltroni.
E’ questa la Democrazia? E’ questo il PD? E’ questo il PD che se vuole realizzare un’iniziativa a livello decentrato la deve in ogni sua parte concordare con il Centro?
Bene. Sono fieramente all’opposizione di una simile procedura: questo non solo non è il PD che volevamo; non è nemmeno un Partito “democratico”. Con questo Partito non rinnoveremo un bel niente: ed infatti non servirà nè ridurre il numero nè i vantaggi dei Parlamentari. Non è questo quel che speravamo. Noi pensiamo ad un Partito che sappia indicare alle giovani generazioni una via diversa rispetto alla Politica che non sia più vista come una carriera ma come un vero e proprio servizio civile al quale ci si presta per brevi tratti della propria esistenza. Troppi sono davanti ai nostri occhi gli elementi negativi che caratterizzano la Politica degli affari, dei compromessi e delle clientele; è impossibile perpetuare questo stato di cose che può essere sopportato soltanto provvisoriamente con gesti umanitari nei confronti degli attuali fruitori di queste beneficenze. In tal senso tuttavia – se c’è qualcuno che ha segnali diversi li comunichi con urgenza! – non c’è alcun segnale. E dunque come pensate che si possa gioire di questo PD?
Confermo anche a quegli amici che hanno ritenuto concluso il lavoro del Comitato per il PD (quello detto Prato Democratica) che tale impegno proseguirà perchè non siamo soddisfatti di questo Partito; lo vogliamo come pensavamo e come non è: lo vogliamo diverso da DS e Margherita ed invece è ancora troppo collegato agli aspetti peggiori di quei due Partiti.

Ora pensiamo al voto; ma non dimentichiamoci che, subito dopo, come vada vada, dobbiamo lavorare di più alla forma Partito e dobbiamo “davvero” costruire il PD che vogliamo.

A presto. Giuseppe Maddaluno

signature_1 (1)